Anche il rum fa geopolitica

 

 

23.09.2012 - William Bavone Fonte: www.clarissa.it

 

 

Il 14 maggio 2012 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha negato alla Cubaexport il rinnovo del marchio Havana Club nel registro dell'USPTO (Ufficio dei Marchi e Brevetti degli Stati Uniti). Il veto deriva dalla Sessione 211 della Legge Omnibus, approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1998 e che si va a collocare nel corollario delle normative atte a mantenere un feroce embargo nei confronti dell'Isola Grande (attivo dal 1962).


Tale atto rappresenta una vittoria per la comunità anticastrista di Miami e ancor più per la multinazionale Bacardí che, in tal modo, ha l'opportunità di sottrarre un importante mercato al rum cubano. La difesa dell'Havana Club verte sul diritto alla Protezione della Proprietà Industriale e sull'internazionalità del marchio che nasce dalla sinergia tra la Cuba Ron ed il gruppo francese Pornad Ricard. Inoltre, la commercializzazione del prodotto interessa 120 Paesi portando il marchio al terzo posto dei rum più venduti al mondo.

La gravità dell'ostruzionismo di Washington ha spinto María de los Ángeles Sánchez (direttrice dell'Ufficio Cubano della Proprietà Industriale) a dichiararsi pronta a rivedere (negativamente) dei rinnovi delle protezioni ai marchi statunitensi nell'Isola - nello specifico si parla di circa 6000 marchi e circa 800 brevetti. Dal punto di vista governativo, il 27 giugno 2012, Cuba ha esposto la propria denuncia contro gli Stati Uniti presso l'OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Ad esporre la questione è stata la consigliera Nancy Madrigal che ha affermato: «La negazione della licenza costituisce un atto conseguente all'ingiusta applicazione della Sessione 211 della Legge Omnibus di Assegnazione del 1998». Inoltre la consigliera, sottolineando che dietro tale ingiustizia si cela la comunità di Miami, ha esposto la seguente denuncia: «Questi [gli anticastristi] ricevono ingenti contributi finanziari dalla compagnia Bacardi, in cambio del mantenimento intatto della normativa che offre copertura giuridica per usurpare il marchio e il mercato di questo rum genuinamente cubano». Tale denuncia alla OMC è stata appoggiata dalle sovranità di Angola, Argentina, Bolivia, Brasile, Cina, Ecuador, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Venezuela e Vietnam.


Infine va evidenziata la contromossa dell'azienda franco-cubana che sta optando per la reintroduzione del prodotto sul mercato nordamericano mediante un nuovo marchio (Havanista). Tale strategia comporta l'elaborazione e l'imbottigliamento del prodotto nelle Antille così da raggirare la Legge Omnibus.

In definitiva si evince l'ostinazione di Washington nel perseguire un embargo ultra trentennale che appare, superficialmente, una mera "ripicca" del passato - Cuba e la Rivoluzione hanno privato gli Stati Uniti dell'ennesima stella sulla propria bandiera e di un'importante base strategica nel mare caraibico. Con un'analisi più approfondita, tuttavia, si palesa l'interesse politico di ogni legislatura statunitense a preservare un embargo garante del favoritismo elettorale (sempre più influente) della Florida.