Tale atto rappresenta una
vittoria
per la comunità anticastrista di
Miami e ancor più per la
multinazionale
Bacardí
che, in tal
modo, ha l'opportunità di sottrarre
un importante mercato al rum cubano.
La difesa dell'Havana Club verte sul
diritto alla Protezione della
Proprietà Industriale e
sull'internazionalità del marchio
che nasce dalla sinergia tra la Cuba
Ron ed il gruppo francese Pornad
Ricard. Inoltre, la
commercializzazione del
prodotto
interessa 120 Paesi portando il
marchio al terzo posto dei rum più
venduti al mondo.
La gravità dell'ostruzionismo di
Washington ha spinto María de los
Ángeles Sánchez (direttrice
dell'Ufficio Cubano della Proprietà
Industriale) a dichiararsi pronta a
rivedere (negativamente) dei rinnovi
delle protezioni ai marchi
statunitensi nell'Isola - nello
specifico si parla di circa 6000
marchi e circa 800 brevetti. Dal
punto di vista governativo, il 27
giugno 2012, Cuba ha esposto la
propria denuncia contro gli Stati
Uniti presso l'OMC (Organizzazione
Mondiale del Commercio). Ad esporre
la questione è stata la consigliera
Nancy Madrigal che ha affermato: «La
negazione della licenza costituisce
un atto conseguente all'ingiusta
applicazione della Sessione 211
della Legge Omnibus di Assegnazione
del 1998». Inoltre la consigliera,
sottolineando che dietro tale
ingiustizia si cela la comunità di
Miami, ha esposto la seguente
denuncia: «Questi [gli anticastristi]
ricevono ingenti contributi
finanziari dalla compagnia Bacardi,
in cambio del mantenimento intatto
della normativa che offre copertura
giuridica per usurpare il marchio e
il mercato di questo rum
genuinamente cubano». Tale denuncia
alla OMC è stata appoggiata dalle
sovranità di Angola, Argentina,
Bolivia, Brasile, Cina, Ecuador,
Nicaragua, Repubblica Dominicana,
Venezuela e Vietnam.
Infine va evidenziata la contromossa
dell'azienda franco-cubana che sta
optando per la reintroduzione del
prodotto sul mercato nordamericano
mediante un nuovo marchio (Havanista).
Tale strategia comporta
l'elaborazione e l'imbottigliamento
del prodotto nelle Antille così da
raggirare la Legge Omnibus.
In definitiva si evince
l'ostinazione di Washington nel
perseguire un embargo ultra
trentennale che appare,
superficialmente, una mera "ripicca"
del passato - Cuba e la Rivoluzione
hanno privato gli Stati Uniti
dell'ennesima stella sulla propria
bandiera e di un'importante base
strategica nel mare caraibico. Con
un'analisi più approfondita,
tuttavia, si palesa l'interesse
politico di ogni legislatura
statunitense a preservare un embargo
garante del favoritismo elettorale
(sempre più influente) della
Florida.