Si dice che la
multi
premiata
e ricca blogger Yoani Sánchez e i suoi accoliti, corrano pericolo nel loro paese
per le azioni della polizia contro di loro, e che in qualsiasi momento potrebbe
apparire morta o non apparire mai più. Darei loro ragione nell'osservare i
protettori dell'ordine in Europa, Stati Uniti o in altri paesi, dove si
scagliano con violenza contro migliaia di civili che protestano perché si
assicuri loro gli elementari diritti dell'uomo come il lavoro, l'alloggio, la
salute e l'istruzione.
Ma c'è
qualcosa di impattante e anomalo nell'osservare le immagini dell'agire della
polizia cubana contro i cosiddetti "pacifici oppositori" nell'isola caraibica
dove non indossano caschi, né scudi e non sono accompagnati da cani con grandi
fauci minacciose, auto che gettano dolorosi getti d'acqua a pressione, né si
vede l'uso di gas lacrimogeni. Né li si vede dando colpi e calci. Non portano né
armi o sparano proiettili di gomma!
Contrasta che questi ipotetici attivisti difficilmente superino la ventina,
mentre la polizia dà le spalle ad un mare di popolo che chiaramente la supporta.
È chiaro che le autorità rappresentano il potere, in questo caso quello del
popolo.
Si tratta di una domanda quanti cubani sono disposti a protestare e perché.
Migliaia di chilometri d'immagini ho visto di manifestazioni cubane con milioni
di persone in tutto il paese, e in esse hanno sempre partecipato gli uomini in
uniforme con alla testa i dirigenti dello Stato. Le proteste sono contro il
blocco
degli Stati Uniti che ha già compiuto mezzo secolo.
Crederei che la più famoso blogger corra pericolo se, per ipotesi, io non
fossi mai stato a Cuba e metabolizzassi tutto ciò che si pubblica contro
l'isola; ed inoltre non sapessi la storia di Yoani e l'insidia che affiora in
tutto quello che scrive contro la sua patria, lavoro per il quale riceve una
buona paga dal governo degli Stati Uniti.
(Quanto paga un'agenzia di stampa i corrispondenti stranieri che informano da
Cuba, presumibilmente con minor qualità che Yoani?)
Il più grande pericolo per Yoani sono i propri "compagni di lotta" e lei
lo sa, loro cercano di contestarle il riconoscimento e i "bonus" che riceve, e
potrebbero farla sparire per sempre dal panorama mediatico del padrone. Ma hey,
come un'araba fenice riapparirà, grazie alla nuova "Legge Migratoria Cubana", in
un centro benessere per benestanti sprecando migliaia e migliaia di euro che ha
ricevuto dai suoi contraenti yankee.
Alcuni dicono
che sarà selezionata dall'anche'gli celebre armatore del ciber mercenarismo
mondiale,
Dan Gabriel, per integrare l'elite del
"giornalismo
indipendente" cubano. Può essere vero,
sarebbero un pò di soldi in più per l'arca di Yoani, ma potrà apparire due volte
sul libro paga della CIA?
Medalla al valor para Yoani Sánchez.
Henry Garcia http://heraldocubano.wordpress.com
Se dice que la multipremiada y acaudalada bloguera Yoani Sánchez y sus
acoholitos, corren peligro en su país por las acciones de la policía contra
ellos, y que en cualquier momento podría aparecer muerta o no aparecer nunca más.
Daría razón al observar a los protectores del orden en Europa, Estados Unidos u
otros países, donde arremeten con violencia contra miles de civiles que
protestan por que se les garantize los elementales derechos del hombre como es
al trabajo, vivienda, salud y educación.
Pero hay algo impactante y anómalo al observar las imágenes sobre el proceder de
la policía cubana contra los llamados “opositores pacificos” en la isla del
Caribe que no llevan cascos, ni escudos, no los acompañan perros con grandes
fauces amenazantes, carros lanzando hirientes chorros de agua a presión, ni se
aprecia el uso de gases lacrimógenos. Tampoco los veo dando porrazos y patadas.
¡No llevan ni armas lanza balas de gomas!
Contrasta que estos supuestos activistas apenas sobrepasen la veintena, en tanto
la policía da la espalda a todo un mar de pueblo que a todas luces los apoya. Es
evidente que las autoridades representan el poder, en este caso el del pueblo.
Cabe una pregunta, cuántos cubanos están dispuestos a protestar y porqué. Miles
de kilómetros de imágenes he visto de manifestaciones cubanas, con millones de
personas por todo el país, y en ellas siempre han participado los uniformados
con los dirigentes de ese Estado al frente. Las protestas son contra el bloqueo
yanqui que ya cumplió medio siglo.
Creyera que la más famosa bloguera corre peligro si por supuesto yo jamás
hubiera estado en Cuba y metabolizara todo lo que se publica contra la isla; y
por demás no conociera la historia de Yoani y la insidia que aflora en todo lo
que escribe contra su patria, trabajo por el que recibe una buena paga del
gobierno norteamericano.
(¿Cuánto les paga una agencia de prensa a los corresponsales extranjeros que
informan desde Cuba, supuestamente con menor calidad que Yoani?)
El mayor peligro para Yoani son sus propios “compañeros de lucha” y ella lo sabe,
estos intentan disputarle el reconocimiento y los “aguinaldos” que recibe, y
podrían desaparecerla para siempre del escenario mediático del mecenas. Pero
bueno, como ave fénix reaparecerá, gracias a la nueva “Ley Migratoria Cubana”,
en un balneario extranjero para ricachones derrochando los miles de miles de
euros que ha recibido de sus contratistas yanquis.
Algunos dicen que será seleccionada por el también célebre armador del
cibermercenarismo mundial, Dan Gabriel, para integrar lo más selecto del
“periodismo independiente” cubano. Puede que sea cierto, sería un dinerito más
para el arca de Yoani, pero ¿podrá aparecer dos veces en la nómina de la CIA?