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Il traduttore si scusa per gli errori

 

Tradita

La madre di Orlando Zapata

pulisce pavimenti a Miami

 

 

26 gennaio 2012 - frammenti da Cubadebate www.granma.cu

 

 

La Pupila Insonne ha pubblicato un articolo di Miguel Fernández, giornalista residente a Miami, che racconta dell’intervista fatta a Reina Luisa Tamayo, la madre del defunto recluso Orlando Zapata Tamayo.

 

Davanti alle telecamere e ai microfoni del programma televisivo "A Fondo con Sevcec", di un canale locale, la donna ha detto di "Sentirsi tradita, ingannata a delusa" da parte di tutti coloro che l’avevano riempita di luci e offerte”.

 

“Quelli che mi hanno promesso aiuti mi hanno tradito”, ha confessato al moderatore del programma ed ha raccontato quello che deve affrontare per sopravvivere a Miami sette mesi dopo il suo arrivo.

 

La madre de Zapata era giunta negli Stati Uniti con le ceneri del figlio lo scorso 9 giugno, tra viva e abbracci e gli stessi che avevano spinto al suicidio Zapata, l’avevano ricevuta all’aeroporto. Politici, capoccia ed alcuni terroristi, si erano riuniti nel Miami International Airport, a darle il benvenuto, facendo un mucchio di promesse...

 

La signora Tamayo, mostrando le sue collane yoruba, ha detto che sta vivendo “un momento disperato” e in un insieme di rabbia e tristezza ha aggiunto “che lo spirito di suo figlio sta soffrendo per quello che passa a sua madre”.

 

La madre di Zapata Tamayo ha spiegato agli utenti della TV d’essere stata ingannata dai suoi patrocinatori e manipolata da coloro che le avevano promesso di aiutarla e si guadagna la vita facendo servizi domestici, la badante e tagliando erba nei cortili col marito.

 

“Siamo nove persone in una casa e tra tutti il denaro non basta per pagare l’affitto di 2300 dollari al mese, per non parlare di tutte le bollette e le spese per il vitto”, ha aggiunto, ed ha narrato i suoi sforzi per conseguire che la comunità cubana esiliata le dia un aiuto economico.

 

Reina Luisa decise di andare a Miami con dodici familiari e durante la campagna diffamatoria contro Cuba orchestrata da Miami, dopo la morte di suo figlio, i “gruppi esiliati” e le “organizzazioni di rifugiati” avevano offerto d’aiutare la famiglia Tamayo...