L'emanazione, nello stato
nord americano della
Florida
di
una legge che vieta a
istituzioni pubbliche
sottoscrivere contratti con
imprese che facciano affari
con Cuba
ha sollevato un vespaio di
opinioni a favore e contro
nella città di Miami.
L'invio di una lettera, a
Washington, dal governatore
della Florida, Rick Scott,
poco dopo aver firmato la
legge, riconoscendo che non
può entrare in vigore senza
l'approvazione del
presidente degli Stati Uniti
e il Congresso federale, ha
scatenato una tale rabbia tra i
portavoce dell'estremismo anti-Castro
che Scott è stato
costretto a dichiarare che
la controversa normativa
entrerà in vigore il
prossimo 1° luglio.
D'altra
parte, voci del mondo
degli affari come la Camera di
Commercio della Florida e
importanti analisti legali
hanno sottolineato la
contraddizione della nuova
normativa con il fatto che
la politica e il commercio
estero sono attribuzioni federali.
Anche giornalisti, di lungo
e ostile curriculum contro
Cuba, come Andres Oppenheimer,
hanno sostenuto che detta legge
potrebbe essere
controproducente
incoraggiando altri stati - come Iowa e Kansas, che
vogliono aumentare le loro
esportazioni di prodotti
alimentari all'isola - a
emanare leggi che perforino
il
blocco
che
da oltre 50 anni viene
applicato contro i cubani.
Ma in un anno elettorale e
trattandosi di Miami può succedere
di tutto. Nel 1992 l'allora
candidato Bill Clinton
offerse il suo sostegno alla
Legge Torricelli, che
rafforzava il blocco,
costringendo il presidente
George W. Bush a firmarla.
Clinton è stato anche
firmatario, nel 1996, della legge Helms-Burton che ha
ulteriormente intensificato
la persecuzione economica
contro
Cuba, ma non pose in vigore
il
Capitolo III, che tutti i
successivi presidenti hanno post posto, a causa del
suo carattere
extraterritoriale, aspetto
che è anche presente
nella legge firmata da
Scott.
La recente decisione della
Giunta dei Governatori delle Trasmissioni del governo
degli Stati Uniti di
sostenere un
offensivo editoriale contro il
cardinale cubano Jaime
Ortega, firmato dal
direttore dell'emittente
governativa degli
Stati Uniti
Radio Marti, esprime l'interesse di Washington
di
non disturbare neppure con
un
petalo di rosa gli
estremisti di Miami.
L'origine della legge
firmata da Scott sembra
stare nel desiderio di
punire la società brasiliana di
costruzioni Odebrecht che gestisce la
ristrutturazione del porto
cubano di
Mariel
e che ha
realizzato importanti opere
con
finanziamenti pubblici in
Florida.
Recentemente, in occasione del Vertice delle Americhe, la presidente brasiliana Dilma Rousseff, ha ricordato al suo omologo statunitense, Barack Obama, che il Brasile solo accetterà di essere trattato da pari a pari e già rappresentanti del governo e Rouseff hanno espresso la loro preoccupazione per la nuova legislazione.
Così
ad un certo punto Obama
dovrà scegliere tra la
Repubblica Indipendente di
Miami - la città più
miserabile degli Stati Uniti
- e la Repubblica Federativa
del Brasile, la sesta economia mondiale.
Obama entre dos
repúblicas
Iroel Sánchez
La promulgación en el estado norteamericano de La Florida de una ley
que prohíbe a instituciones públicas suscribir contratos con
empresas que hagan negocios en Cuba ha levantado un avispero de
opiniones a favor y en contra en la ciudad de Miami.
El envío de una carta a Washington por el gobernador floridano Rick
Scott, poco después de firmar la ley, reconociendo que esta no puede
entrar en vigor sin aprobación del presidente norteamericano y el
Congreso federal, desató tal ira entre los voceros del extremismo
anticastrista que Scott se vio obligado a declarar que la polémica
legislación entrará en vigor el próximo 1ro de julio. Por otra
parte, voces del mundo de los negocios como la Cámara de Comercio de
la Florida, o importantes analistas legales, han señalado la
contradicción de la nueva legislación con el hecho de que la
política y el comercio exterior son atribuciones federales.
Incluso, periodistas de largo y hostil currículum contra Cuba, como
Andrés Oppenheimer, han afirmado que dicha ley pudiera ser
contraproducente al propiciar que otros estados -como Iowa y Kansas,
que quieren aumentar sus exportaciones de alimentos a la Isla-
emitan leyes que agujereen el bloqueo que hace más de cincuenta años
se aplica contra los cubanos.
Pero en un año electoral y tratándose de Miami cualquier cosa puede
ocurrir. En 1992 el entonces candidato Bill Clinton ofreció su apoyo
a la Ley Torricelli, que reforzaba el bloqueo, obligando al
presidente George W. Bush a firmarla. Clinton también fue el
firmante, en 1996, de la Ley Helms-Burton que recrudeció aún más el
acoso económico a Cuba, aunque no puso en vigor el capítulo III, que
todos los presidentes posteriores han pospuesto, por su carácter
extraterritorial, aspecto que también está presente en la ley
firmada por Scott.
La reciente decisión de la Junta de Gobernadores de Transmisiones
del gobierno de los Estados Unidos, de respaldar un insultante
editorial contra el Cardenal cubano Jaime Ortega, firmado por el
director de la emisora gubernamental norteamericana Radio Martí
expresa el interés de Washington en no molestar ni con el pétalo de
una rosa a los extremistas de Miami.
El origen de la ley firmada por Scott parece estar en los deseos de
castigar a la empresa constructora brasileña Odebrecht que ejecuta
la remodelación del puerto cubano de Mariel y que ha realizado
importantes obras con financiamiento público en La Florida.
Recientemente, en la llamada Cumbre de las Américas la presidenta
brasileña, Dilma Rouseff, recordó a su par norteamericano, Barack
Obama, que Brasil sólo aceptará ser tratado como un igual y ya
representantes del gobierno de Rouseff expresaron su preocupación
por la nueva legislación. Así que en algún momento Obama deberá
escoger entre la República Independiente de Miami -la ciudad más
miserable de EE.UU.- y la República Federativa de Brasil, sexta
economía mundial. (Publicado en CubAhora)