Di quale solidarietà stanno parlando?
 

 

13 giugno 2012 - Dalia Gonzalez Delgado www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

Il conflitto storico che ha caratterizzato le relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba ha la sua genesi nella pretesa dei vari governi governi USA di controllare il nostro destino. I metodi possono variare secondo l'amministrazione che è al potere, ma l'obiettivo rimane intatto.

La presidenza di George W. Bush (2001-2009) fu una delle più ostili che Cuba ha dovuto affrontare. Sotto il suo mandato, si sono rinnovati gli sforzi per intensificare l'attività sovversiva e propagandistica contro il nostro paese.

Un cablo portato alla luce da Wikileaks dimostra che il Dipartimento di Stato USA ha invitato le sue ambasciate, in tutto il mondo, a promuovere azioni contro l'isola

"Per telegrammi di riferimento, si é sollecitato le ambasciate di avviare attività e sollecitare i governi ospitanti e le organizzazioni non governative (ONG) ad intraprendere attività per la giornata di solidarietà con il popolo cubano il 21 maggio". Il messaggio risale al quinto mese del 2008 ed è firmato dall'allora Segretaria di Stato Condoleezza Rice.

Il modo in cui andava a mostrare la sua "solidarietà" era il seguente: "Come minimo, tutte le ambasciate devono cercare il modo di pubblicare un editoriale a firma dell'ambasciatore o dell'incaricato d'affari in un importante giornale locale".

La signora Rice era solo coerente con il primo rapporto del ridicolo
Piano Bush, dove si accordava l'aumento dei finanziamenti per la sovversione e il coordinamento delle azioni contro Cuba con altri governi e ONG di paesi terzi.

In totale, durante i suoi due mandati, Bush ha speso 116,3 milioni di dollari per i programmi sovversivi contro la nazione caraibica, rispetto a 8,2 milioni del secondo mandato dell' amministrazione Clinton.

Ma mentre il repubblicano ha ottenuto più soldi per i suoi scopi, le azioni sovversive non erano una novità. Il presidente Eisenhower e il direttore della CIA, Allen Dulles, avevano approvato nel 1960 il
Programma di Covert Action contro il regime di Castro, che cercava di "simulare una crescente e sempre più efficace resistenza interna".

Avete letto bene. Si dice chiaramente "simulare". Per il governo degli Stati Uniti non è necessaria l'esistenza di una significativa opposizione interna; basta solo simularla. La propaganda si incarica dopo di sovradimensionare i fatti.

La priorità è stata, da allora, finanziare la creazione di un'opposizione artificiale con una parvenza di legittimità. Per fare questo, Washington ha creato una sofisticata rete di finanziamento federale a enti, presumibilmente privati, e a ONG, che appaiono come una copertura del supporto logistico ai gruppuscoli controrivoluzionari.

Ms. Condoleezza ordinava: "Le ambasciate dovranno incoraggiare le ONG a enumerare i loro eventi sulla pagina web www.solidaridadCUBA.org". Tuttavia, ha chiarito che "tali eventi e le attività sponsorizzate dal governo degli Stati Uniti non devono essere pubblicati sul sito web".

La cosiddetta giornata della solidarietà con il popolo cubano aveva lo scopo di "promuovere un cambiamento pacifico e democratico a Cuba".

Sarebbe ridicolo, se non fosse indignante che gli Stati Uniti designino una "giornata di solidarietà con Cuba". Se davvero volessero essere "solidali" con il popolo cubano, perché non tolgono il
blocco? Perché non liberare i Cinque? Perché non chiudono l'illegalmente occupata base navale di Guantanamo? Di che solidarietà stanno parlando? Per caso vogliono "aiutarci" nello stesso modo in cui hanno "aiutato" la Libia?

Lo sa il governo di Washington, ciò che significa la vera solidarietà? Certamente Cuba potrebbe dar loro lezioni su questo argomento.

 

 

¿De qué solidaridad están hablando?
 

DALIA GONZÁLEZ DELGADO

El conflicto histórico que ha caracterizado las relaciones entre Estados Unidos y Cuba tiene su génesis en la pretensión de los diferentes gobiernos norteamericanos de controlar nuestro destino. Los métodos pueden variar según la administración que esté en el poder, pero el objetivo sigue incólume.

La presidencia de George W. Bush (2001-2009) fue una de las más hostiles que Cuba ha tenido que enfrentar. Bajo su mandato, se renovaron los esfuerzos para intensificar la labor subversiva y propagandística contra nuestro país.

Un cable sacado a la luz por Wikileaks demuestra que el Departamento de Estado norteamericano instó a sus embajadas en todo el mundo a promover acciones contra la Isla.

"Por telegramas de referencia, se ha solicitado a las embajadas iniciar actividades e instar a los gobiernos receptores y a las organizaciones no gubernamentales (ONG) a realizar actividades por el día de la solidaridad con el pueblo cubano el 21 de mayo". El mensaje data del quinto mes del año 2008 y está firmado por la entonces secretaria de Estado, Condoleezza Rice.

La manera en la que iban a mostrar su "solidaridad" era la siguiente: "Como mínimo, todas las embajadas deben buscar la manera de publicar un artículo editorial bajo la firma del embajador o del encargado de negocios en un periódico local importante".

La señora Rice solo estaba siendo consecuente con el primer informe del ridículo Plan Bush, donde se acordaba el aumento de los fondos para la subversión y la coordinación de acciones contra Cuba con otros gobiernos y ONG de terceros países.

En total, durante sus dos mandatos, Bush destinó 116,3 millones de dólares para los programas subversivos contra la nación caribeña, frente a 8,2 millones en el segundo mandato de Clinton.

Pero aunque el republicano consiguió más dinero para sus propósitos, las acciones subversivas no eran novedad. El presidente Eisenhower y el director de la CIA, Allen Dulles, habían aprobado en 1960 el Programa de acción encubierta contra el régimen de Castro, que buscaba "aparentar una creciente y cada vez más efectiva resistencia interna".

Usted leyó bien. Lo dice claramente: "aparentar". Para el gobierno de EE.UU. no es necesaria la existencia de una oposición interna significativa; basta solo simularla. La propaganda se encarga luego de sobredimensionar los hechos.

La prioridad fue, desde entonces, financiar la creación de una oposición artificial con visos de legitimidad. Para ello, Washington creó una sofisticada red de financiamiento federal a entidades supuestamente privadas y a organizaciones no gubernamentales, que aparecen como fachada del apoyo logístico a los grupúsculos contrarrevolucionarios.

La señora Condoleezza ordenaba: "Las embajadas deberán instar a las ONG a enumerar sus eventos en la página web www.solidaridadCUBA.org". No obstante, aclaraba que "aquellos eventos y actividades patrocinados por el gobierno de Estados Unidos no deben publicarse en el sitio web".

El llamado día de la solidaridad con el pueblo cubano tenía como propósito "promover un cambio pacífico y democrático en Cuba".

Resultaría risible, si no fuera indignante, que Estados Unidos designe un "día de la solidaridad con Cuba". Si realmente quisieran ser "solidarios" con el pueblo cubano, ¿por qué no levantan el bloqueo? ¿Por qué no liberan a los Cinco? ¿Por qué no cierran la ilegalmente ocupada base naval de Guantánamo? ¿De qué solidaridad están hablando? ¿Acaso pretenden "ayudarnos" de la misma manera que "ayudaron" a Libia?

¿Sabrá el gobierno de Washington lo que significa la verdadera solidaridad? Ciertamente, Cuba podría darle lecciones sobre esa materia.