Più di 250 persone sono state presenti
nell’auditorium dell’Istituto Tecnologico del
Massachusetts per ascoltare ieri il riconosciuto
linguista statunitense Noam Chomsky ed il professore ed
autore canadese Stephen Kimber.
Questo è stato il
settimo evento di una tournée che è cominciata a
Washington il giorno 11 settembre, è continuata a New
York ed è terminata la notte del 17 settembre a Boston.
La maggioranza dei presenti erano studenti che hanno
appena cominciato l’anno accademico.
Nella sua presentazione, Kimber ha spiegato il caso
ed ha anche trattato sulla qualità umana dei Cinque.
Inoltre ha raccontato all’udienza come la stazione radio
WLRN affiliata alla catena di NPR a Miami, ha cancellato
un’intervista programmata dal vivo perché il tema era
troppo incendiario. L’autore canadese ha puntualizzato
che questo fatto è un chiaro esempio di perché era
impossibile trovare una giuria imparziale a Miami per il
caso dei Cinque, ed ha esortato i presenti a conoscere i
dettagli di questo caso che dura già da più di 15 anni.
Da parte sua, il Professore Chomsky ha parlato del
terrorismo in generale, ed in questione anche del caso
di Cuba. Chomsky ha spiegato la definizione di
terrorismo ed ha detto che “per gli USA questa
definizione si applica solo quando il terrorismo è
contro gli Stati Uniti e non quando noi lo causiamo” ed
ha fatto come esempio il terrorismo contro Cuba.
Finisce così la tournée del professore canadese
Stephen Kimber e del suo libro
“Quello che c’è
dell’altro lato del Mare – La Vera Storia dei Cinque
Cubani”.
Attraverso questo importante libro, nuove
udienze statunitensi hanno avuto l’opportunità di
conoscere il caso dei Cinque Cubani, che già sono
entrati nel loro 16° anno di ingiusta reclusione nelle
prigioni degli USA.
Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque
STUDENTI DI DIRITTO DI UN’UNIVERSITÀ
DEGLI USA APPOGGIANO I CINQUE
18.09.2013 -
http://www.prensa-latina.cu
Più di 200 studenti della Facoltà di Diritto dell’Università del Distretto della Columbia hanno espresso il loro appoggio alla causa dei Cinque antiterroristi cubani compiendosi 15 anni dal loro arresto negli Stati Uniti.
Gli studenti hanno riempito l’auditorium della facoltà universitaria per assistere a una tavola rotonda condotta dall’attore Danny Glover, convertito in uno dei principali attivisti per la liberazione di questi combattenti.
Glover ha parlato ai giovani di questa ingiustizia, e specialmente della sua relazione di amicizia con Gerardo Hernández, uno di loro, che ha visitato varie volte nella prigione di massima sicurezza dove si trova.
Ed ha esortato i presenti a unirsi per riportare nella loro patria i Cinque, come sono conosciuti Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González, unico del gruppo che è a Cuba dopo aver compiuto integralmente la sua condanna.
Il tavolo “I Cinque Cubani: giustizia o ingiustizia”, è stato organizzato dal Comitato Nazionale per la Libertà di questi combattenti e ad essa hanno anche partecipato come oratori uno degli avvocati del caso, Richard Klugh, specialista in appello, e Mara Verheyden-Hilliard, direttrice Esecutiva del Fondo dell’Associazione per la Giustizia Civile.
E anche, Eugene Puryear, studente dell’Università Howard e Gloria La Riva, coordinatrice del raggruppamento solidale statunitense.
Klugh ha descritto parte della storia più recente del terrorismo contro Cuba, in particolare durante il decennio del ‘90, ragione per la quale sono stati necessari “gli sforzi dei Cinque di infiltrarsi e investigare i gruppi che hanno pianificato questo tipo di attività violente”, secondo una nota di stampa diffusa dal Comitato.
Il giurista ha sottolineato che costituisce un’ironia l’incarceramento di questi uomini quando quello che hanno fatto è stato di cercare di vanificare questi piani e ha insistito sul fatto che non hanno danneggiato la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
In questo senso, Gloria La Riva, ha ricordato che dopo il trionfo della Rivoluzione cubana (1° gennaio 1959) molte delle persone contrarie al nuovo processo che incominciava hanno abbandonato la nazione caraibica e si sono stabilite a Miami.
Da quella città del sud della Florida, si sono sviluppati “numerosi sforzi illegali e violenti” contro l'isola, “spesso con la complicità del governo degli Stati Uniti”, ha detto.
Da parte sua, Verheyden-Hilliard, ha evidenziato il valore della recente ordinanza di una Corte federale che richiede al Dipartimento di Stato consegnare tutte le informazioni su come il governo ha pagato i giornalisti a Miami per creare un clima di odio contro Cuba e contro gli accusati nel momento del loro processo, promossa grazie a una causa intentata da parte del Fondo.
Ha anche elogiato l’impegno con la giustizia degli studenti di Diritto di questa istituzione e li ha esortati a partecipare agli sforzi della sua organizzazione in questo caso.
I Cinque sono stati condannati in un processo irregolare, intriso di arbitrarietà e violazioni, come ribadiscono gli esperti.
Come risultato li hanno condannati a pene che vanno da due ergastoli fino a 15 anni di carcere.
Dallo scorso 5 settembre fino al 6 ottobre si realizza una giornata internazionale che cerca di fare pressione su Washington affinché metta fine a questa ingiustizia.
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