Nicolás Maduro ha annunciato un operativo contro la guerra economica in Venezuela
07.11 - Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato l’immediata messa in moto di una grande operazione civico militare di controllo, per affrontare i fenomeni come l’accaparramento e la speculazione. Il Governo sostiene che fattori della destra venezuelana, alleati all’imperialismo, promuovono da mesi una guerra economica ed inoltre un colpo di stato silenzioso con azioni di questo tipo e un attacco alla moneta attraverso il mercato parallelo di divisa, con l’obiettivo di destabilizzare la situazione interna del paese. |
Il
presidente venezuelano Nicolas Maduro ha frantumato i sogni dell'
imperialismo e della
destra, che scommettevano sulla sua incapacità di mantenere l'unità
e il corso rivoluzionario di Chavez.
Dopo aver disattivato l'escalation terroristica, dopo le elezioni di
aprile, abbiamo visto consolidarsi un leader con un proprio profilo,
fedele all'eredità di Chavez, in grado di prendere saldamente il
timone di un popolo con i mari in tempesta. Con i quadri che
ha formato il Comandante, ha consolidato una leadership
politica-militare coesa ed efficace.
Nominato il nuovo
presidente del Banco
Bicentenario del Venezuela 15.10 - La Presidenza della Repubblica ha designato il ministro di Stato per la Banca Pubblica, Rodolfo Marco, come presidente del Banco Bicentenario Banco Universale del Venezuela, informa la Gazzetta Ufficiale che circola nella capitale. Addizionalmente, è stato disposto che il Banco Bicentenario Banco Universale e la Compagnia Anonima Banco Industriale del Venezuela s’incorporino al Ministero di Stato per la Banca Pubblica, per svolgere il controllo funzionale e amministrativo di questi enti finanziari. L’incorporazione a cui ci si riferisce non si estende alla gestione del bilancio e nemmeno a quella finanziaria delle riferite istituzioni bancarie, che trasmetteranno gli elementi importanti in questa materia attraverso il Ministero delle Finanze. |
La battaglia cruciale che affronta la
direzione rivoluzionaria in questo momento è quella di strappare, di
nuovo, la distribuzione dei proventi del petrolio al capitale
finanziario, che è riuscito a riconquistarla in parte. La Banca
Centrale del Venezuela riporta la fuga, per questa via, di 160144
milioni di dollari in attivi finanziari. In breve, i banchieri
stanno speculando con i fondi che gli dà il governo venezuelano per
l'importazione di beni capitali e di consumo deviandoli, attraverso
vari trucchi, su conti esteri. L'economista Simon Andres Zuniga
spiega molto bene questa trama e il contro golpe del governo
bolivariano (alainet.org/active/68047).
E' li dove sta la causa principale della mancanza di cibo e
medicine, anche se ci sono altri problemi come l'accaparramento e il
criminale incremento dei prezzi dai grandi imprenditori. Maduro ha
scelto l'inaugurazione dell'impresa di proprietà sociale Algodones
del Orinoco nello Stato di Miranda, dove l'agente CIA Henrique
Capriles é stato eletto governatore, per denunciare che il piano
dell'opposizione era quello di portare il paese al "collasso totale"
il 15 ottobre: "Abbiamo stretto i denti perché voi, a casa,
teniate il cibo per la vostra famiglia. Se fossimo stati con le
braccia conserte saremmo alla carestia". In effetti, il governo
chavista ha adottato una serie di misure contingenti ed ha investito
forti quantità di valuta per stabilizzare la fornitura di prodotti.
Il presidente ha accusato direttamente il boss dell'opposizione
Capriles, che ha descritto come "il parassita" per la guerra
economica ed il progetto di destabilizzazione preparati per le
elezioni comunali dell' 8 dicembre.
Come in Cile contro Salvador Allende, la contras guidata dagli USA
pianificò ed organizzò la penuria di forniture con la complicità di
molti funzionari governativi coinvolti in gravi atti di
corruzione.
Il tutto al fine d'incolpare Maduro ed esacerbare il malcontento
della popolazione per creare un clima favorevole al colpo di stato
ed alla destabilizzazione.
Ma hanno incontrato una direzione rivoluzionaria che si é accorta
per tempo della canagliata e delle sue precise cause e sta
prendendo misure drastiche per sconfiggerla. Il presidente ha
avvertito molto chiaramente: "coloro che vogliono speculare con i
dollari della Repubblica ... chiedere i dollari e poi hanno perso
quei dollari ... e afferrano i dollari ... e poi hanno il coraggio
di tornare a chiedere ... rubare al paese non lo permetteremo ...
abbiamo controllato e ci sono persone in carcere per questo ...
Dovremo avere la mano più dura che mai abbia conosciuto in
Venezuela, sono in tempo, dopo non ci sarà pentimento".
Con tale agire il prevedibile risultato sarà un avallo al governo
della fiducia popolare e un rafforzamento del chavismo che
parteciperà con il morale alto alle elezioni di dicembre. Ma vedendo
arrestati i loro piani, Washington e l'oligarchia s'impegnano nella
recrudescenza del già folle assalto mediatico contro Maduro. Allo
stesso modo, intensificheranno i piani golpisti che, insiste il ben
informato giornalista José Vicente Rangel, includono ancora
l'assassinio di Maduro tra le sue ricette.
In questo spazio abbiamo ribadito che la distruzione del progetto
chavista è il principale obiettivo di Washington e delle oligarchie
della regione. Il Venezuela è ancora il fondamentale pilastro
dell'architettura latino-caraibica dell'indipendenza, unità,
integrazione e pace che loro odiano e si propongono recidere.
Disperati con il consolidamento di Maduro e della sua capacità di
leadership i nemici del Venezuela getteranno il resto tra oggi e le
elezioni di dicembre per 'incendiare' il paese e provocare un'
"insurrezione" il giorno delle elezioni, ha denunciato il
presidente. Venezuela richiede più che mai la solidarietà
incondizionata delle forze popolari latino - caraibiche.
Venezuela: Maduro anuncia mano dura
Ángel Guerra Cabrera
El presidente venezolano, Nicolás Maduro, ha destrozado los sueños
del imperialismo y la derecha, que apostaban a su incapacidad para
mantener la unidad y el rumbo revolucionarios del chavismo.
Luego de desactivar la escalada terrorista posterior a las
elecciones de abril hemos visto consolidarse un líder con perfil
propio, leal al legado de Chávez, capaz de llevar firme el timón
junto al pueblo en mares tormentosos. Con los cuadros que formó el
comandante, ha consolidado una dirección político-militar
cohesionada y eficaz.
La crucial batalla que enfrenta la dirección revolucionaria en este
momento es arrebatar de nuevo la distribución de la renta petrolera
al capital financiero, que logró recapturarla en parte. El Banco
Central de Venezuela reporta la fuga por esa vía de 160.144 millones
de dólares en activos financieros. En pocas palabras, los banqueros
han estado especulando con los fondos que les situaba el Estado
venezolano para la importación de bienes de capital y de consumo y
mediante distintos trucos desviándolos hacia cuentas en el exterior.
El economista Simón Andrés Zúñiga explica muy bien esta trama y el
contragolpe del gobierno bolivariano (alainet.org/active/68047).
Es allí donde radica la causa principal del desabastecimiento de
alimentos y medicinas, aunque hay otros problemas como el
acaparamiento y la elevación criminal de precios por los grandes
empresarios. Maduro escogió la inauguración de la empresa de
propiedad social Algodones del Orinoco en el Estado Miranda, donde
el agente de la CIA Henrique Capriles fue electo gobernador, para
denunciar que el plan de la oposición era llevar al país al «colapso
total» el 15 de octubre: «Hemos hecho de tripas corazón para que
ustedes en su casa tengan la comida para su familia. Si nos
hubiéramos quedado de brazos cruzados estaríamos en una hambruna».
En efecto, el gobierno chavista ha adoptado un conjunto de medidas
contingentes e invertido fuertes cantidades de divisas para
estabilizar el abastecimiento de productos. El presidente
responsabilizó directamente al cabecilla opositor Capriles, a quien
calificó como «el parásito», con la guerra económica y el proyecto
desestabilizador preparado para las elecciones municipales del 8 de
diciembre.
Como en Chile contra Salvador Allende, la contrarrevolución dirigida
por Estados Unidos planificó y organizó el desabastecimiento,
contando con la complicidad de numerosos funcionarios
gubernamentales envueltos en graves actos de corrupción. Todo con el
fin de culpar a Maduro y exacerbar el descontento de la población
para crear el clima propicio al golpismo y la desestabilización.
Pero se han topado con una dirección revolucionaria que se percató a
tiempo de la canallada y sus causas muy precisas y está adoptando
medidas drásticas para derrotarla. El presidente ha advertido muy
claro: “aquellos que quieran especular con los dólares de la
República… pedir los dólares y luego, se perdieron esos dólares … y
se agarran los dólares… y después tienen la desfachatez de venir a
volver a pedir… robar al país no lo vamos a permitir… nosotros hemos
revisado y hay gente presa por eso… Vamos a tener que poner la mano
más dura que jamás se haya conocido en Venezuela, están a tiempo,
después no va a haber arrepentimiento”.
Con ese accionar el resultado previsible será una ratificación al
gobierno de la confianza popular y un fortalecimiento del chavismo
que concurrirá con la moral alta a las elecciones de diciembre. Pero
al ver contrarrestados sus planes, Washington y la oligarquía se
empeñan en el recrudecimiento de la ya demencial acometida mediática
contra Maduro. De la misma manera, intensificarán los planes
golpistas que, insiste el bien informado periodista José Vicente
Rangel, siguen incluyendo el magnicidio entre sus recetas.
En este espacio hemos reiterado que la destrucción del proyecto
chavista es el objetivo principal de Washington y las oligarquías de
la región. Venezuela sigue siendo el pilar fundamental de la
arquitectura latino-caribeña de independencia, unidad, integración y
paz que ellos odian y se proponen tronchar. Desesperados con la
consolidación de Maduro y su capacidad de liderazgo los enemigos de
Venezuela echarán el resto de aquí a las elecciones de diciembre
para «incendiar» el país y provocar una «insurrección» el día de los
comicios, denuncia el presidente. Venezuela requiere más que nunca
la solidaridad incondicional de las fuerzas populares
latino-caribeñas.