Il ministro delle Relazioni Estere, Elias Jaua, ha annunciato questo mercoledì che rimane sospeso per il momento il canale di comunicazione per migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, dopo gli attacchi della funzionaria nordamericana Roberta Jacobson al potere elettorale in Venezuela.
“Magari ci sarà una rettifica e la sospensione dell’ingerenza degli Stati Uniti”, ha aggiunto il cancelliere, dopo ricordare che il delegato per mantenere il canale di comunicazione con Jacobson era l’ambasciatore del Venezuela presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Roy Chaderton Matos.
“Tutte le relazioni diplomatiche e consolari si mantengono”, ha messo in chiaro il Capo della diplomazia venezuelana, che ha indicato che rimane solo sospeso il canale accordato con Jacobson, nel novembre passato.
Nelle sue dichiarazioni, Jaua ha confermato che l’unica transizione che c’è in Venezuela è verso il socialismo, stimolata dal leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chavez.
“In Venezuela non c’è nessuna transizione che non sia la transizione al socialismo”, ha detto nuovamente Jaua durante l’atto di onorificenza ai diplomatici venezuelani Victor Camacaro Mata ed Orlando Montañez Olivares, che sono stati espulsi dagli Stati Uniti come rappresaglia contro il Venezuela per la destituzione di due associati militari statunitensi nel paese.
Dalla Casa Amarilla Antonio Josè de Sucre, ubicata nel centro di Caracas, il cancelliere ha respinto le dichiarazioni emesse da distinti portavoci del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ed ha puntualizzato che, in compimento della Costituzione Bolivariana, già nel paese si sono convocate le elezioni presidenziali per il 14 aprile.
Jaua ha denunciato che la scommessa della Casa Bianca è su uno scenario di instabilità nel paese, ma ha sottolineato che il Governo Bolivariano garantirà la pace in Venezuela.
Il diplomatico ha segnalato che una prova dell’ingerenza di Washington nella politica venezuelana è stata la recente visita del candidato presidenziale della destra, Henrique Capriles, a New York.
“E’ andato a firmare la sua ipoteca con gli Stati Uniti”, ha concluso Jaua.