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Proposta sospetta |
14.08.2013 -
Arthur
Gonzalez
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Con apparente candore, la rivista
cattolica cubana
Espacio Laical ha recentemente proposto che
esistano norme separate per ogni chiesa a Cuba, affermando che la
legge sul culto stabilirebbe una uguaglianza rigida e fragile per
tutte le religioni.
Questa proposta presentata "come chi
non ama le cose", ricorda la strategia seguita nel 1982 contro il
governo socialista polacco da parte del governo degli Stati Uniti e
della CIA, a partire dalla direttiva segreta del Consiglio di
Sicurezza Nazionale chiamata NSDD32, firmata dal presidente Ronald
Reagan, dopo il suo incontro con Papa Giovanni Paolo II.
I principali obiettivi della detta
direttiva erano destabilizzare il governo attraverso operazioni
segrete, tra cui la promozione dei diritti umani, in particolare
quelli relativi al diritto di culto e la chiesa cattolica, pressioni
economiche e l'isolamento diplomatico.
L'attuale proposta pubblicata nella
rivista Espacio Laical, afferma che "Sarebbe meglio stabilire
dette condizioni attraverso accordi legali tra lo Stato e ogni
religione", piuttosto che dettare una legge che a cui
parteciperebbero con un ruolo di primo piano nella progettazione
delle loro garanzie giuridiche".
Perché ora questa proposta? Che cosa
si vuole ottenere con essa?
Il governo rivoluzionario cubano non
ha mai chiuso un tempio, né proibito qualsiasi culto, né limitato ai
religiosi di usare le loro abitudini all'interno dei loro luoghi.
Anno dopo anno la chiesa celebra le feste patronali senza alcuna
interferenza statale, si svolgono processioni e nella Settimana
Santa la Via Crucis, con allocazione del Cardinale nei media statali
di comunicazione di massa e gli asili diretti da ordini religiosi
femminili hanno il totale riconoscimento e sostegno ufficiale.
I rapporti Stato-Chiesa sono nel loro
momento migliore, ed ormai lontana l'epoca in cui membri
dell'istituzione religiosa parteciparono all'esecuzione della
sinistra
Operazione Peter Pan in collaborazione con religiosi USA e
la CIA, in cui hanno lasciato il paese più di 14000 bambini sotto
l'inganno che "lo Stato avrebbe tolto la patria potestà ai loro
genitori", tra le altre attività controrivoluzionarie che diedero
luogo a forti contrasti.
A Cuba il rispetto e il diritto dei
religiosi e delle chiese sono uguali per tutti, senza privilegi o
svantaggi per uno o l'altro. Differenziare potrebbe essere, di
fatto, qualcosa discriminatorio che separa o divide. Quindi, non esiste una chiara giustificazione di ciò che si pretende, ma potrebbe averla e forse sarebbe per seminare il seme della discordia, data le costanti critiche mosse all'alta gerarchia cattolica cubana da coloro che da Miami vedono, reinfastiditi, l'eccellente armonia in cui si sviluppano le attuali relazioni con i vertici della Rivoluzione.
Propuesta sospechosa
El gobierno revolucionario cubano nunca cerró un templo, prohibió
culto alguno, ni limitó a los religiosos a usar sus hábitos dentro
de sus recintos. Año tras año la iglesia celebra las fiestas
patronales sin ninguna interferencia estatal, se llevan a cabo
procesiones y en la Semana Santa el Vía Crucis, con la alocución del
Cardenal en los medios estatales de comunicación masiva y los asilos
dirigidos por órdenes religiosas femeninas cuentan con total
reconocimiento y apoyo oficial. |