Verità sull'emigrazione

 

 

18.08.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

Giornalmente si scrivono relazioni su Cuba che distorcono e travisano la sua realtà, sapendo che il governo degli Stati Uniti destina a ciò ingenti somme di denaro, dei 20 milioni di $ che annualmente, la Casa Bianca, approva come parte della sua strategia di sovversione contro la Rivoluzione cubana.

Tra questi rapporti c'é la manipolazione della questione migratoria nel tentativo di politicizzarla, al darle la qualifica che a Cuba la gente "fugge dal comunismo", aspetto che permette ai nordamericani di mantenere, solo per l'isola, la cosiddetta
"Legge di Aggiustamento Cubano".

In questo senso, recentemente, uno dei siti digitali creati per le loro operazioni mediatiche contro l'isola, ha fatto riferimento a che nell'anno 2012 é emigrata la maggior quantità di cubani, dando la cifra di 46662 persone, ma non ha menzionato che Cuba ha facilitato, in gennaio del presente anno, la legge migratoria che permette che i cittadini, che ottengono un visto, vadano all'estero e che ritornino alcuni di coloro che erano emigrati anni prima.

Tuttavia, questo processo in cerca di migliori condizioni economiche non riguarda solo l'isola ed è comune, in tutto il mondo vedere come milioni di persone, soprattutto giovani, emigrino a cercare di conseguire posti meglio pagati.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, circa 27 milioni di giovani tra i 15 e i 24 anni emigrano ogni anno dai loro paesi, con l'intenzione di ottenere superiori condizioni di vita; se si aggiungono quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni che emigrano ogni anno, il numero annuo di giovani migranti internazionali è pari al 30% dei totale dei 214 milioni di persone che ogni anno abbandonano i loro paesi di origine.

Pertanto non è un fenomeno unico di Cuba, nonostante il tentativo dei nemici della Rivoluzione di manipolare la realtà. Lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite (ONU), Ban Ki-moon, ha sottolineato il contributo positivo che danno i giovani migranti alle società di origine, transito e destinazione, sia economicamente come socialmente e culturalmente.

L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha riportato che le diverse tendenze demografiche e la disparità di reddito accentuano le dinamiche migratorie, e che la pressione sarà ancora più forte se si mantengono le attuali proiezioni, vista la crisi economica mondiale.

Questa è una realtà che Cuba anche affronta ma non si occulta né distorce.

Ogni giorno ai cubani, in particolare i giovani, si fa più difficili ottenere un visto per lavorare, studiare o semplicemente per visitare un parente;  ma se arrivano in barca negli Stati Uniti, immediatamente ottengono il permesso di lavoro e allo scadere dei 366 giorni possono richiedere la residenza permanente, e ciò permette agli yankee di mantenere le loro operazioni mediatiche.

Di ciò non si parla ed è un'altra forma di discriminazione che soffrono i cubani.

 

Verdades sobre la emigración

Arthur Gónzalez

A diario se escriben informes sobre Cuba que distorsionan y tergiversan su realidad, conociéndose que el gobierno norteamericano destina para eso importantes sumas de dinero, de los 20 millones de dólares que anualmente aprueba la Casa Blanca como parte de su estrategia de subversión en contra de la revolución cubana.
Entre esos reportes está la manipulación del tema migratorio en su intento por politizarla, al darle el calificativo de que en Cuba la gente “huye del comunismo”, aspecto que permite a los norteamericanos mantener solo para la Isla la llamada “Ley de Ajuste cubano”.
En este sentido, recientemente uno de los sitios digitales creados para sus operaciones mediáticas contra la Isla, hizo referencia a que en el año 2012 emigró la mayor cantidad de cubanos, tomando la cifra de 46 mil 662 personas, pero no mencionó que Cuba flexibilizó en enero del presente año la ley migratoria que posibilita que los ciudadanos que logren obtener una visado, viajen al extranjero y que vuelvan algunos de los que habían emigrado años atrás.
Sin embargo, este proceso en busca de mejores condiciones económicas no es privativo de la Isla y es común en el mundo observar como millones de personas, especialmente jóvenes, salen a tratar de lograr plazas mejor remuneradas.
De acuerdo a las cifras de las Naciones Unidas, unos 27 millones de jóvenes entre 15 y 24 años de edad emigran cada año de sus países, con la intención de obtener superiores condiciones de vida; si se suman las personas de entre 25 y 34 años que emigran cada año, la cifra anual de jóvenes emigrantes internacionales asciende al 30 por ciento del total de los 214 millones de individuos que cada año abandonan sus países de origen.
Por tanto no es un fenómeno privativo de Cuba, a pesar del intento de los enemigos de la Revolución por manipular la realidad. El propio secretario general de Naciones Unidas (ONU), Ban Ki-moon, destacó la positiva contribución que realizan los jóvenes emigrantes a las sociedades de origen, tránsito y destino, tanto económicamente como social y culturalmente.
La Organización Internacional del Trabajo (OIT) reportó que las diversas tendencias demográficas y la disparidad de ingresos acentúan las dinámicas migratorias, y que la presión será aún más fuerte si se mantienen las proyecciones actuales, dada la crisis economiza mundial.
Esta es una realidad que Cuba también enfrenta pero no se oculta ni distorsiona.
Cada día a los cubanos, especialmente a los jóvenes, se les hace más difícil obtener una visa para trabajar, estudiar o simplemente para visitar a un familiar; sin embargo si llegan en un bote a los Estados Unidos, obtienende inmediato el permiso de trabajo y a los 366 días pueden solicitar su residencia permanente, y esto le permite a los yanquis mantener sus operaciones mediáticas.
De eso no se habla y es otra forma de discriminación que sufren los cubanos.