Fidel Castro Ruz
10 settembre 2013
15. 20
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Ricordi indimenticabili |
Solo tre giorni fa ci ha visitato un alto dirigente del Partito Comunista del Vietnam. Prima di andarsene mi ha fatto sapere che desiderava che io elaborassi alcuni dei ricordi della mia visita nel territorio liberato del Vietnam nella sua eroica lotta contro le truppe yankee nel sud del suo paese.
In realtà non è molto il tempo di cui dispongo, quando gran parte del mondo s’impegna a cercare una risposta alle notizie che una guerra con l’uso di mortifere armi è al punto di scoppiare in un angolo critico del nostro globalizzato pianeta.
Ricordare, senza dubbio, i precedenti e i mostruosi crimini commessi contro i paesi con meno sviluppo economico e scientifico, aiuterà tutti i popoli a lottare per la propria sopravvivenza.
Il 12 settembre si compie il 40º anniversario della visita di una Delegazione ufficiale di Cuba in Vietnam.
In una Riflessione scritta il 14 febbraio del 2008 avevo pubblicato dati sul candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti, John McCain, sconfitto in modo umiliante nella sua candidatura da Barack Obama.
Quest’ultimo almeno poteva parlare in termini simili a Martin Luther King, assassinato vilmente dai razzisti i bianchi.
Obama si era proposto d’imitare il viaggio in treno dell’austero Abraham Lincoln, anche se non sarebbe mai stato capace di pronunciare il discorso di Gettysburg.
Michael Moore gli disse: "Auguri, presidente Obama, per il Premio Nobel della Pace; adesso per favore de lo guadagni".
McCain perse la Presidenza degli Stati Uniti, ma si arrangiò a tornare nel Senato, dove esercita enormi pressioni sul governo di questo paese.
Ora è felice, muovendo le sue forze per far sì che Obama scarichi il maggior numero di missili intelligenti, con la capacità di colpire con precisione le forze vive del truppe siriane.
Il gas Sarin è mortale come le radiazioni atomiche. Nove paesi dispongono già di armi nucleari, che sono molto più mortali del gas Sarin. I dati pubblicati nel 2012 informano che la Russia dispone di circa 16000 ogive nucleari attive e gli Stati Uniti di circa 8000.
La necessità di farle scoppiare in questione di minuti sugli obiettivi avversari, impone procedimenti per il loro uso.
Una terza potenza, la Cina, la più solida economicamente, dispone già della capacità per la distruzione mutua assicurata con gli Stati Uniti.
Israele, da parte sua supera la Francia e la Gran Bretagna in tecnologia nucleare, ma non ammette che si pronunci una parola sui favolosi fondi che riceve dagli Stati Uniti e sulla sua collaborazione con questo paese, in questo terreno.
Pochi giorni fa ha inviato due missili per provare la capacità di risposta dei distruttori nordamericani nel Mediterraneo, che puntano contro la Siria.
Qual è allora il potere di questo piccolo, ma avanzato gruppo di paesi?
Per estrarre l’enorme energia derivata da un nucleo d’idrogeno, è necessario creare un plasma di gas a più di 200 milioni di gradi centigradi, il calore necessario per forzare gli atomi di deuterio e tritio a fondersi e liberare energia, come spiega un dispaccio della BBC, che suole essere bene informata in materia. Questa è già una scoperta della scienza, ma quanto sarà necessario investire per trasformare in realtà questi obiettivi.
La nostra sofferente umanità spera.
Non siamo quattro gatti, siamo già più di settemila milioni di esseri umani, la stragrande maggioranza bambini, adolescenti e giovani.
Tornando ai ricordi della mia visita in Vietnam che hanno motivato queste righe, non ho avuto il privilegio di conoscere Ho Chi Minh, il leggendario creatore della Repubblica Socialista del Vietnam, il paese degli anamiti, il popolo del quale parlò con tanti elogi il nostro Eroe Nazionale José Martí nel 1889, nella sua rivista infantile “La Edad de Oro”.
Il primo giorno mi alloggiarono nella vecchia residenza del Governatore francese, nel territorio dell’Indocina, quando visitai questo fraterno paese nel 1973, dove arrivai il 12 settembre, dopo l’accordo tra gli Stati Uniti e il Vietnam.
Lì mi alloggiò Pham Van Dong, allora Primo Ministro. Quel forte combattente, quando restò solo con me nel vecchio edificio costruito dalla Francia, cominciò a piangere.
“Mi scusi, mi disse, ma penso nei milioni di giovani che sono morti in questa lotta.
In quell’istante percepii nella sua piena dimensione quanto era stata dura quella guerra.
Si lamentava anche per gli inganni che gli Stati Uniti avevano utilizzato con loro.
In una breve sintesi userò le parole esatte di quel che scrissi nella citata Riflessione del 14 febbraio del 2008, appena ebbi la possibilità di farlo: " I ponti senza eccezione, lungo il tragitto e visibili dall’aria, tra Hanoi e il sud erano effettivamente distrutti; i villaggi devastati. Tutti i giorni le granate delle bombe a grappolo, lanciate con questo scopo, esplodevano nei campi di riso dove i bambini, le donne e anche individui molto anziani lavoravano per produrre alimenti”.
"Un gran numero di crateri si osservava ad ognuna delle entrate dei ponti. Allora non esistevano le bombe guidate con i laser, molto più precise. Dovetti insistere per fare quel percorso. I vietnamiti temevano che cadessi vittima di qualche avventura yankee, se avessero saputo della mia presenza in quella zona. Pham Van Dong mi accompagnò per tutto il tempo”.
"Si sorvolava la provincia di Nghe-An, dove nacque Ho Chi Minh. In quella provincia e in quella di Ha Tinh morirono di fame nel 1945, l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, due milioni di vietnamiti . Atterrammo a Dong Hoi. Sulla provincia dove radica questa città distrutta, fu lanciato un milione di bombe. Attraversammo in zattera il Nhat Le. Visitammo un punto di assistenza ai feriti a Quang Tri. Vedemmo numerosi carri armati M 48 catturati. Camminammo su strade di legno, su quella che era stata la Rotta Nazionale, distrutta dalle bombe. Ci riunimmo con giovani soldati vietnamita che si riempirono di gloria nella battaglia di Quang Tri. Sereni, risoluti, induriti dal sole e dalla guerra, un leggero tic era rífleosso nella palpebra del capitano del battaglione. Non si sa come riuscirono a resistere a tante bombe. Erano degni d’ammirazione. Quello stesso pomeriggio del 15 settembre, ritornando per una rotta differente, raccogliemmo tre bambini feriti. Due erano molto gravi. Una bambina di 14 anni era in stato di shock, con un frammento di metallo nell’addome. I bambini lavoravano la terra, quando una zappa aveva fatto un contatto casuale con una granata. I medici cubani che accompagnavano la delegazione prestarono assistenza diretta per ore e le salvarono la vita. Sono stato testimone, signor McCain, delle prodezze dei bombardamenti sul Vietnam dei quali lei è tanto orgoglioso”.
In quei giorni di settembre, Allende era stato eliminato; il Palazzo di Governo attaccato e molti cileni torturati e assassinati. Il colpo era stato promosso e organizzato da Washington.
Lino Luben Pérez, giornalista della AIN, riferì in un articolo pubblicato il 1º dicembre del 2010, una frase che io avevo pronunciato il 2 gennaio del 1966, durante la manifestazione per il 7º Anniversario della Rivoluzione. Al Vietnam: “Siamo disposti a darvi non solo il nostro zucchero, ma anche il nostro sangue, che vale molto più dello zucchero!”
In un’altra parte dell’ articolo, il giornalista della AIN aveva scritto: Per anni migliaia di giovani vietnamiti hanno studiato a Cuba in varie specialità ed anche le lingue spagnola e inglese, e un altro considerevole numero di cubani aveva imparato là la loro lingua.
Fu nel porto di Haiphong, nel nord bombardato dagli yankee, che attraccarono le navi cubane cariche di zucchero e con centinaia di tecnici che lavorarono durante la guerra in questo territorio come costruttori.
Altri compatrioti lavorarono alla produzione delle fattorie avicole, per la produzione di carne e uova.
Fu trascendentale quando la prima nave mercantile di questa nazione entrò in un porto cubano. Oggi la collaborazione economica statale e delle imprese e l’intesa politica tra i due Partiti e le loro relazioni d’amicizia si mantengono e si moltiplicano.
Chiedo scusa per il mio modesto sforzo di scrivere queste frasi in nome della nostra tradizionale amicizia con il Vietnam.
Stamattina il rischio che scoppi il conflitto con le sue funeste conseguenze, sembra diminuito, grazie all’intelligente iniziativa della Russia, che si è mantenuta ferma di fronte all’insolita pretesa del governo degli Stati Uniti, che minaccia di sferrare un attacco demolitore contro le difese siriane, che potrebbe costare migliaia di vite al popolo di questo paese e scatenare un conflitto d’imprevedibili conseguenze.
Il ministro degli esteri russo, Serguéi Lavrov, ha parlato a nome del governo di questo valoroso paese e forse contribuirà ad evitare nell’immediato una catastrofe mondiale.
Il popolo nordamericano, da parte sua, si oppone con forza ad una nuova avventura che danneggerebbe non solo il loro paese, ma tutta l’umanità.
Fidel Castro Ruz
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