50 verità sulla Rivoluzione cubana

 

 

20.09.2013 - Salim Lamrani (Ópera mundi)

 

 

Simbolo del desiderio di indipendenza dell' America Latina e del Terzo Mondo, la Rivoluzione cubana ha segnato la storia del XX secolo.

1. Il trionfo della Rivoluzione cubana, il 1 gennaio 1959, è l'evento più rilevante della Storia dell'America Latina nel XX secolo.

2. Le radici della Rivoluzione cubana risalgono al XIX secolo e alle guerre d'indipendenza.

3. Durante la prima guerra di indipendenza, dal 1868 al 1878, l'esercito spagnolo sconfisse gli insorti cubani impantanati in profonde divisioni interne. Gli Stati Uniti offrirono il loro sostegno alla Spagna con la vendita delle armi più moderne e si opposero agli indipendentisti perseguendo gli esuli cubani che tentavano di contribuire alla lotta armata. Il 29 ottobre 1872, il segretario di Stato Hamilton Fish fece partecipe Sickles, allora ambasciatore USA a Madrid, dei suoi "desideri di successo per la Spagna nella soppressione della ribellione". Washington, si opponeva all'indipendenza di Cuba, voleva prendere possesso dell'isola.

4. Cuba è, davvero, una delle più antiche preoccupazioni della politica estera degli Stati Uniti. Nel 1805, Thomas Jefferson segnalò l'importanza dell'isola, notando che il suo "possesso [era] necessario per assicurare la difesa della Louisiana e della Florida poiché [era] la chiave del Golfo del Messico. Per gli USA, la conquista sarebbe facile". Nel 1823, John Quincy Adams, allora Segretario di Stato e futuro presidente degli Stati Uniti, alluse al tema dell'annessione di Cuba ed elaborò la teoria della "frutta matura": "Cuba, separata con la forza dalla sua connessione, non naturale, con la Spagna, é incapace di sopravvivere da sola, dovrà necessariamente gravitare intorno all'Unione nord americana, e solo intorno ad essa". Così, nel corso del XIX secolo, gli Stati Uniti cercarono sei volte di comprare Cuba dalla Spagna.

5
. Durante la seconda guerra d'indipendenza, tra il 1895 e il 1898, i rivoluzionari cubani, uniti intorno al loro leader José Martí, dovettero, di nuovo,  far fronte all'ostilità degli Stati Uniti che fornirono la loro assistenza alla Spagna vendendole armi e arrestando gli esuli cubani che cercavano di appoggiare gli indipendentisti.

6. José Martí, in una profetica lettera al suo amico Gonzalo de Quesada, scritta il 14 dicembre 1889, avvertì della possibilità di un intervento degli Stati Uniti: "Sulla nostra terra, Gonzalo, c'é un altro piano più tenebroso [...]: l'ingiusto di forzare l'Isola, di precipitarla, in guerra, per avere un pretesto per intervenire in essa, e con il credito di mediatore e di garante, impossessarsene".
 

7. Nel 1898, nonostante la sua superiorità materiale, la Spagna era sull'orlo del baratro, sconfitta sul campo di battaglia dagli indipendentisti cubani. In una lettera al presidente degli Stati Uniti William McKinley, in data 9 marzo 1898, l'ambasciatore Woodford, con sede a Madrid, segnalò che "la sconfitta" della Spagna era "sicura". "Gli spagnoli] sanno che Cuba è perduta". Secondo lui "se gli Stati Uniti vogliono Cuba, dovrebbero ottenerla con la conquista".

8. Nell'aprile 1898, in seguito alla misteriosa esplosione della corazzata statunitense Maine, nella baia dell'Avana, il presidente McKinley sollecitò l'autorizzazione del Congresso ad intervenire militarmente a Cuba e impedire che l'isola conseguisse la sua indipendenza.

9. Diversi congressisti denunciarono una guerra di conquista. John W. Daniel, senatore democratico della Virginia, accusò il Governo d'intervenire per evitare una sconfitta degli spagnoli: "Quando giunse il momento più favorevole per un successo rivoluzionario e più svantaggioso per la Spagna, [...] si esige al Congresso degli Stati Uniti di consegnare l'esercito USA al Presidente per andare ad imporre un armistizio, con la forza, alle due parti, mentre una di loro ha già deposto le armi".

10. In tre mesi, gli Stati Uniti  presero il controllo del paese. In dicembre 1898, gli Stati Uniti e la Spagna firmarono un trattato di pace, a Parigi, senza la presenza dei cubani, distruggendo così il loro sogno di indipendenza.

11. Dal 1898 al 1902, gli Stati Uniti occuparono Cuba e obbligarono l'Assemblea Costituente ad integrare l'Emendamento Platt nella nuova Costituzione, sotto pena di prorogare l'occupazione militare.

12. L'emendamento Platt proibiva che Cuba firmasse un qualsiasi accordo con un paese terzo o di contrattare un debito con un'altra nazione. Dava anche diritto agli Stati Uniti di intervenire, in qualunque momento, negli affari interni di Cuba e obbligava l'isola ad affidare, a tempo indeterminato, a Washington la Base Navale di
Guantanamo.

13. In una lettera del 1901, il generale Wood, allora governatore militare di Cuba, si congratula con il presidente McKinley: "Naturalmente c'è poca o nessuna indipendenza, per Cuba, sotto l'emendamento Platt e l'unica cosa importante, ora, è cercare annessione".

14. Dal 1902 al 1958, Cuba aveva lo status di repubblica neocoloniale, politicamente ed economicamente dipendente, nonostante l'abrogazione dell'emendamento Platt nel 1934, allora obsoleto.

15. Gli Stati Uniti intervennero militarmente a Cuba nel 1906, 1912, 1917 e 1933 dopo la caduta del dittatore Gerardo Machado, ogni volta che un movimento rivoluzionario minacciava lo status quo.

16. La rivoluzione del 1933, guidata da Antonio Guiteras, fallì per il tradimento di un sergente di nome Fulgencio Batista, che si convertì in generale e collaborò con l'ambasciata degli Stati Uniti per mantenere l'ordine stabilito. Diresse il paese, da dietro le quinte, fino alla sua elezione come presidente nel 1940.

17. Dopo le presidenze di Ramon Grau San Martin (1944-1948) e di Carlos Prio Socarr
ás (1948-1952), cancrenate dalla violenza e corruzione, Fulgencio Batista pose fine all' ordine costituzionale il 10 marzo 1952 orchestrando un colpo di stato militare.

18. Il 26 luglio 1953, un giovane avvocato di nome Fidel Castro, membro del Partito Ortodosso fondato da Eduardo
Chibás, si pose a capo di una spedizione di 131 uomini e attaccò la caserma Moncada nella città di Santiago, seconda fortezza militare del paese, così come la caserma Carlos Manuel de Céspedes nella città di Bayamo. L' obiettivo era quello di prendere il controllo della città - culla storica città di tutte le rivoluzioni - e lanciare un appello alla ribellione in tutto il paese per rovesciare il dittatore Batista.

19. L'operazione fu un fallimento e molti combattenti - 55 in totale - furono assassinati dopo essere stati brutalmente torturati dall'esercito. Infatti, solo sei di loro morirono in combattimento. Alcuni riuscirono a fuggire grazie al sostegno della popolazione.

20. Fidel Castro, catturato pochi giorni dopo, dovette la vita al sergente
Pedro Sarria, che rifiutò di eseguire gli ordini dei suoi superiori ed assassinare il leader del Moncada.
"Non sparate! Non sparare! Le idee non si uccidono" gridò di fronte ai suoi soldati.

21. Durante la sua storica difesa dal titolo "La storia mi assolverà", Fidel Castro, che si autodifese, denunciò i crimini di Batista e la miseria in cui si trovava il popolo cubano e presentò il suo programma per una Cuba libera.

22. Condannato a 15 anni di carcere, Fidel Castro fu liberato nel 1955  dopo l'amnistia che gli concesse il regime di Batista e andò in esilio in Messico dove organizzò la spedizione del Granma, con un medico argentino di nome Ernesto Guevara.

23. Il 2 dicembre 1956, Fidel Castro sbarcò nella provincia orientale di Cuba alla testa di 81 rivoluzionari al fine di scatenare una guerra di guerriglia tra le montagne della Sierra Maestra.

24. Contrariamente ad un'idea preconcetta, gli Stati Uniti non hanno mai fornito supporto al Movimento 26 Luglio, l'organizzazione politico - militare guidata da Fidel Castro, per tutta la guerra insurrezionale dal 2 dicembre 1956 al 1 gennaio 1959.

25. Al contrario, Washington perseguitò ferocemente tutti i simpatizzanti del Movimento 26 Luglio esiliati negli Stati Uniti, che cercavano fornire armi ai ribelli.

26. Allo stesso tempo, il presidente Dwight D. Eisenhower continuò a fornire armi all'esercito di Batista, anche dopo l'instaurazione di un embargo di facciata nel marzo 1958.

27. Il 23 dicembre 1958, ad una settimana dal trionfo della Rivoluzione, mentre l'esercito di Fulgencio Batista si trovava completamente allo sbando, nonostante la sua superiorità in armi e uomini, ebbe luogo la 392 riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, alla presenza del presidente Eisenhower. Allen Dulles, allora direttore della CIA, espresse chiaramente la posizione degli Stati Uniti: "Dobbiamo impedire la vittoria di Castro".

28. Come nel 1898, il Presidente Eisenhower era a favore di un intervento armato per impedire il trionfo di Fidel Castro. Chiese se il Dipartimento della Difesa aveva pensato ad "un'azione militare che potesse essere necessaria a Cuba". I suoi consiglieri riuscirono a dissuaderlo da ciò.

29. Così l'ostilità degli Stati Uniti verso la Rivoluzione cubana non ha nulla a che fare con il contesto della guerra fredda. Ha iniziato prima della salita al potere di Fidel Castro, prima dell'alleanza con Mosca, nel maggio 1960, ed é continuata dopo la scomparsa del blocco sovietico, nel 1991.

30. Il 1 gennaio 1959, cinque anni, cinque mesi e cinque giorni dopo l'assalto alla caserma Moncada, del 26 luglio 1953, la Rivoluzione Cubana trionfava.

31. Nel gennaio del 1959, gli Stati Uniti accolsero a braccia aperte i sostenitori del vecchio regime, anche i criminali di guerra che avevano rubato 424 milioni di dollari al Tesoro cubano.

32. Dall'inizio, la Rivoluzione Cubana ha dovuto costruire il suo progetto di società in un contesto di stato di assedio permanente, contro la crescente ostilità degli Stati Uniti. Dal 1959, Cuba non ha mai goduto di un clima di pace per costruire il suo futuro. Nell'aprile 1961, Cuba ha dovuto affrontare l'invasione armata della Baia dei Porci CIA organizzata dalla CIA, e nell'ottobre 1962 l'isola fu minacciata di disintegrazione nucleare durante la crisi dei missili.

33. Dal 1959, gli Stati Uniti, decisi a rovesciare Fidel Castro, hanno condotto una
campagna di terrorismo contro Cuba con oltre 6000 attentati, che costarono la vita di 3478 civili e inabilitarono, per la vita, 2099 persone. I danni materiali si valutano in diversi miliardi di dollari e Cuba ha dovuto spendere cifre astronomiche per la sua sicurezza nazionale, ciò che ha limitato lo sviluppo dei suoi programmi sociali. Lo stesso leader della Rivoluzione è stato vittima di 637 tentativi di assassinio.

34. Dal 1960, Washington impone
sanzioni economiche estremamente gravi, illegali secondo il Diritto Internazionale, che colpiscono le categorie più vulnerabili della popolazione, vale a dire le donne, i bambini e gli anziani. Questo stato di assedio, condannato dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale (188 paesi  su 192), che costituisce il principale ostacolo allo sviluppo dell'isola, è costato più di un trilione di dollari a Cuba.

35. Nonostante tutti questi ostacoli, la Rivoluzione cubana é un successo sociale innegabile. Dando priorità ai più indigenti, con la riforma agraria e la riforma urbana, sradicando l'analfabetismo, sviluppando l'istruzione, la salute, la cultura e lo sport, Cuba ha creato la società più egualitaria del continente latinoamericano e del Terzo Mondo.

36. Secondo l'
UNESCO, Cuba ha il più basso tasso di analfabetismo ed il più alto tasso di scolarizzazione dell'America Latina. L'organismo delle Nazioni Unite segnala che "l'educazione è stata la priorità a Cuba da [oltre] 40 anni. E' una vera società di educazione". Il suo rapporto sull'istruzione in 13 paesi dell'America Latina classifica Cuba come prima in tutti i temi. Secondo l'UNESCO, Cuba è la nazione al mondo che consacra la parte più alta del budget all'istruzione, con circa il 13% del PIL.

37. Cuba ha un tasso di mortalità infantile di
4,6 per mille, il più basso del continente americano, inferiore a quello di Canada o Stati Uniti.

38. Cuba è una nazione che ha il maggior numero di medici pro capite del mondo con 85000 professionisti per 11,1 milioni di abitanti. Secondo il New England Journal of Medicine, la più prestigiosa rivista medica del mondo, "il sistema sanitario [di Cuba] ha risolto problemi che il nostro [quello degli Stati Uniti] non sono ancora stati risolti". La rivista osserva che "Cuba dispone, ora, del doppio dei medici per abitante rispetto agli Stati Uniti".

39.
Secondo l'UNICEF, "Cuba è un esempio nella protezione dell'infanzia" e un "paradiso dell'infanzia in America Latina"  ed enfatizza che Cuba è l'unico paese dell'America Latina e del Terzo Mondo che ha sradicato la malnutrizione infantile.

40. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), Cuba è l'unico paese dell'America Latina e del Terzo Mondo che si trova tra le dieci nazioni con il miglior Indice di Sviluppo Umano per i tre criteri di "speranza di vita, istruzione e tenore di vita" negli ultimi dieci anni.

41.
La Rivoluzione cubana ha fatto della solidarietà internazionalista un pilastro essenziale della sua politica estera. Cuba accoglie decine di migliaia di studenti provenienti da paesi poveri, gli offre, in forma gratuita, una formazione universitaria  di alto livello e si assume tutte le spese. La Scuola Latinoamericana di Medicina de L'Avana è una delle più famose del continente americano e ha formato varie migliaia di professionisti della salute provenienti da più di 123 paesi.

42. Dal 1963, la prima missione internazionalista in
Algeria, quasi 132000 medici cubani e altro personale sanitario hanno lavorato volontariamente in 102 paesi. Attualmente, 38868 collaboratori medici, tra cui 15407 medici, offrono i loro servizi in 66 nazioni del Terzo Mondo.

43. Grazie all'Operazione Miracolo che Cuba ha lanciato nel 2004, che consiste nell'operare gratuitamente le popolazioni povere vittime di malattie degli occhi, quasi 2,5 milioni di persone, provenienti da 28 paesi, hanno riavuto la vista.

44. Il programma cubano di alfabetizzazione "Io, sì posso", lanciato nel 2003, ha permesso che 7 milioni di persone dei cinque continenti apprendessero a leggere, scrivere e sommare.

45. Secondo il
World Wild Fund for Nature (WWF), la più importante organizzazione di difesa della natura, Cuba è l'unico paese del mondo che ha raggiunto uno sviluppo sostenibile.

46. Cuba ha giocato un ruolo chiave nella lotta contro l'apartheid, con la partecipazione di 300000 soldati in
Angola, tra il 1975 e il 1988, per affrontare l'aggressione dell'esercito razzista sudafricano.
Il fattore decisivo che pose fine all' apartheid fu la clamorosa sconfitta militare che le truppe cubane inflissero all'esercito sudafricano a Cuito Cuanavale, nel sud-est dell'Angola, nel gennaio 1988. In un discorso, Nelson Mandela ha reso omaggio a Cuba: "Senza la sconfitta inflitta a Cuito Cuanavale le nostre organizzazioni non sarebbero state legalizzate! La sconfitta dell'esercito razzista a Cuito Ciìuanavale rese possibile che oggi io passa essere qui con voi! Cuito Cuanavale  é una pietra miliare nella storia della lotta per la liberazione dell'Africa australe!"

47. Contrariamente ad un'idea preconcetta, la Rivoluzione cubana ha avuto quattro diversi presidenti: Manuel Urrutia dal gennaio 1959 a luglio 1959, Oswaldo Dorticós dal luglio 1959 al gennaio 1976, sotto il vecchio regime della Costituzione del 1940, Fidel Castro dal febbraio 1976 al luglio 2006 e Raul Castro dal 2006, dopo l' adozione della Costituzione del 1976.

48. I media informativi occidentali, proprietà di conglomerati economici e finanziari, diffamano la Rivoluzione cubana per una ragione ben precisa che non ha nulla a che fare con la democrazia e i diritti umani: il processo di trasformazione sociale iniziato nel 1959 scosse l'ordine e le strutture stabilite, mise in discussione il potere dei dominanti e propone un'alternativa sociale dove le risorse si destinano alla maggioranza e non ad una minoranza.

49. La principale conquista della Rivoluzione é aver reso Cuba una nazione sovrana ed indipendente.

50. La Rivoluzione cubana, costruita da diverse generazioni di cubani, ha tutti i pregi e difetti della condizione umana e non ha mai avuto la pretesa di erigersi a modello. Continua ad essere
, nonostante le sue difficoltà, un simbolo di dignità e di resistenza nel mondo.

 

 

50 verdades sobre la Revolución Cubana

Salim Lamrani (Opera Mundi)

Símbolo de los anhelos de independencia de América Latina y del Tercer Mundo, la Revolución Cubana marcó la historia del siglo XX.

1. El triunfo de la Revolución Cubana el 1 de enero de 1959 es el acontecimiento más relevante de la Historia de América Latina del siglo XX.

2. Las raíces de la Revolución Cubana se remontan al siglo XIX y a las guerras de independencia.

3. Durante la primera guerra de independencia, de 1868 a 1878, el ejército español derrotó a los insurrectos cubanos sumidos en profundas divisiones internas. Estados Unidos brindó su apoyo a España vendiéndole las armas más modernas y se opuso a los independentistas persiguiendo a los exilados cubanos que intentaban aportar su contribución a la lucha armada. El 29 de octubre de 1872, el secretario de Estado Hamilton Fish hizo partícipe a Sickles, entonces embajador estadounidense en Madrid, de sus “deseos de éxito para España en la supresión de la rebelión”. Washington, opuesto a la independencia de Cuba, deseaba tomar posesión de la isla.

4. Cuba es efectivamente una de las más antiguas inquietudes de la política exterior de Estados Unidos. En 1805, Thomas Jefferson señaló la importancia de la isla, subrayando que su “posesión [era] necesaria para asegurar la defensa de Luisiana y de la Florida pues [era] la llave del Golfo de México. Para Estados Unidos, la conquista sería fácil”. En 1823, John Quincy Adams, entonces Secretario de Estado y futuro presidente de Estados Unidos, aludió al tema de la anexión de Cuba y elaboró la teoría de la “fruta madura”: “Cuba, separada por la fuerza de su propia conexión desnaturalizada con España, e incapaz de sobrevivir por ella misma, tendrá necesariamente que gravitar alrededor de la Unión norteamericana, y únicamente alrededor de ella”. Así, durante el siglo XIX, Estados Unidos intentó seis veces comprar Cuba a España.

5. Durante la segunda guerra de independencia, entre 1895 y 1898, los revolucionarios cubanos, unidos alrededor de su líder José Martí, tuvieron que hacer frente otra vez a la hostilidad de Estados Unidos que brindó su concurso a España vendiéndole armas y arrestando a los exilados cubanos que intentaban apoyar a los independentistas.

6. José Martí, en una carta profética a su amigo Gonzalo de Quesada escrita el 14 de diciembre de 1889, advirtió de la posibilidad de una intervención estadounidense: “Sobre nuestra tierra, Gonzalo, hay otro plan más tenebroso […]: el inicuo de forzar a la Isla, de precipitarla, a la guerra, para tener pretexto de intervenir en ella, y con el crédito de mediador y de garantizador, quedarse con ella”.

7. En 1898, a pesar de su superioridad material, España se encontraba al borde del abismo, vencida en el campo de batalla por los independentistas cubanos. En una carta al presidente estadounidense William McKinley, de fecha 9 de marzo de 1898, el embajador Woodford, ubicado en Madrid, señaló que “la derrota” de España era “segura”. “[Los españoles] saben que Cuba está perdida”. Según él, “si Estados Unidos desea Cuba, debe conseguirla mediante la conquista”.

8. En abril de 1898, tras la explosión misteriosa del buque de guerra estadounidense The Maine en la bahía de La Habana, el Presidente McKinley solicitó autorización del Congreso para intervenir militarmente en Cuba e impedir que la isla consiguiera su independencia.

9. Varios congresistas denunciaron una guerra de conquista. John W. Daniel, senador demócrata de Virginia, acusó al Gobierno de intervenir para evitar una derrota de los españoles: “Cuando llegó la hora más favorable para un éxito revolucionario y la más desventajosa para España, […] se exige al Congreso de Estados Unidos entregar el ejército de Estados Unidos al Presidente para ir a imponer un armisticio por la fuerza a las dos partes, mientras que una de ellas ya depuso las armas”.

10. En tres meses, Estados Unidos tomó el control del país. En diciembre de 1898, Estados Unidos y España firmaron un tratado de paz en París sin la presencia de los cubanos, destrozando así su sueño de independencia.

11. De 1898 a 1902, Estados Unidos ocupó Cuba y obligó a la Asamblea Constituyente a que integrara la enmienda Platt en la nueva Constitución, so pena de prorrogar la ocupación militar.

12. La enmienda Platt prohibía que Cuba firmara cualquier acuerdo con un tercer país o que contratara una deuda con otra nación. También daba derecho a Estados Unidos a intervenir en cualquier momento en los asuntos internos de Cuba y obligaba a la isla a arrendar indefinidamente a Washington la base naval de Guantánamo.

13. En una carta de 1901, el general Wood, entonces gobernador militar de Cuba, felicitó al Presidente McKinley: “Desde luego hay poca o ninguna independencia para Cuba bajo la enmienda Platt y la única cosa importante ahora es buscar la anexión”.

14. De 1902 a 1958, Cuba tenía el estatus de república neocolonial, política y económicamente dependiente, a pesar de la abrogación de la enmienda Platt en 1934, entonces obsoleta.

15. Estados Unidos intervino militarmente en Cuba en 1906, 1912, 1917 y 1933 tras la caída del dictador Gerardo Machado, cada vez que un movimiento revolucionario amenazaba el estatus quo.

16. La Revolución de 1933, liderada por Antonio Guiteras, fue frustrada por la traición de un sargento llamado Fulgencio Batista, que se convirtió general y colaboró con la embajada de Estados Unidos para mantener el orden establecido. Dirigió el país entre bambalinas hasta su elección como presidente en 1940.

17. Tras las presidencias de Ramón Grau San Martín (1944-1948) y Carlos Prío Socarrás (1948-1952), gangrenadas por la violencia y la corrupción, Fulgencio Batista puso fin al orden constitucional el 10 de marzo de 1952 orquestando un golpe de Estado militar.

18. El 26 de julio de 1953, un joven abogado llamado Fidel Castro, miembro del Partido Ortodoxo fundado por Eduardo Chibás, se puso al frente de una expedición de 131 hombres y atacó el cuartel Moncada en la ciudad de Santiago, segunda fortaleza militar del país, así como el cuartel Carlos Manuel de Céspedes en la ciudad de Bayamo. El objetivo era tomar el control de la ciudad –cuna histórica de todas las revoluciones– y lanzar un llamado a la rebelión en todo el país para derrocar al dictador Batista.

19. La operación fue un fracaso y numerosos combatientes –55 en total– fueron asesinados tras ser brutalmente torturados por el ejército. En efecto, sólo seis de ellos murieron en combate. Algunos lograron escapar gracias al apoyo de la población.

20. Fidel Castro, capturado unos días después, le debió la vida al sargento Pedro Sarría, quien se negó a seguir las órdenes de sus superiores y ejecutar al líder de Moncada. “¡No disparen! ¡No disparen! ¡Las ideas no se matan!”, exclamó frente a sus soldados.

21. Durante su histórico alegato titulado “La Historia me absolverá”, Fidel Castro, quien se encargó de su propia defensa, denunció los crímenes de Batista y la miseria en la cual se encontraba el pueblo cubano y presentó su programa para una Cuba libre.

22. Condenado a 15 años de prisión, Fidel Castro fue liberado en 1955 después de la amnistía que le concedió el régimen de Batista y se exiló en México donde organizó la expedición del Granma, con un médico argentino llamado Ernesto Guevara.

23. El 2 de diciembre de 1956, Fidel Castro desembarcó en la provincia oriental de Cuba a la cabeza de 81 revolucionarios con el objetivo de desatar una guerra de guerrillas en las montañas de la Sierra Maestra.

24. Contrariamente a una idea preconcebida, Estados Unidos jamás brindó su apoyo al Movimiento 26 de Julio, organización político-militar dirigida por Fidel Castro, durante toda la guerra insurreccional del 2 de diciembre de 1956 al 1 de enero de 1959.

25. Al revés, Washington persiguió con saña a todos los simpatizantes del Movimiento 26 de Julio exilados en Estados Unidos, quienes intentaban suministrar armas a los rebeldes.

26. Al mismo tiempo, el Presidente Dwight D. Eisenhower siguió suministrando armas al ejército de Batista, incluso después de la instauración de un embargo de fachada en marzo de 1958.

27. El 23 de diciembre de 1958, a una semana del triunfo de la Revolución, mientras el ejército de Fulgencio Batista se encontraba en plena desbandada a pesar su superioridad en armas y hombres, tuvo lugar la 392 reunión del Consejo de Seguridad Nacional, con la presencia del Presidente Eisenhower. Allen Dulles, entonces director de la CIA, expresó claramente la posición de Estados Unidos: “Tenemos que impedir la victoria de Castro”.

28. Como en 1898, el Presidente Eisenhower estaba a favor de una intervención armada para impedir el triunfo de Fidel Castro. Preguntó si el Departamento de Defensa había pensado en “una acción militar que podría ser necesaria en Cuba”. Sus asesores lograron disuadirlo de ello.

29. Así, la hostilidad de Estados Unidos hacia la Revolución Cubana no tiene nada que ver con el contexto de la Guerra Fría. Empezó antes de la llegada al poder de Fidel Castro, antes de la alianza con Moscú en mayo de 1960, y siguió después de la desaparición del bloque soviético en 1991.

30. El 1 de enero de 1959, cinco años, cinco meses y cinco días después del asalto al cuartel Moncada del 26 de julio de 1953, triunfó la Revolución Cubana.

31. En enero de 1959, Estados Unidos acogió con los brazos abiertos a los partidarios del antiguo régimen, incluso a los criminales de guerra, quienes habían robado 424 millones de dólares al Tesoro cubano.

32. Desde el inicio, la Revolución Cubana tuvo que edificar su proyecto de sociedad en un contexto de estado de sitio permanente, frente a la creciente hostilidad de Estados Unidos. Desde 1959, Cuba nunca ha disfrutado de un clima de paz para construir su futuro. En abril de 1961, Cuba tuvo que enfrentar la invasión armada de Bahía de Cochinos que organizó la CIA, y en octubre de 1962 la isla fue amenazada de desintegración nuclear durante la crisis de los misiles.

33. Desde 1959, Estados Unidos, decidido a derrocar a Fidel Castro, ha llevado una campaña de terrorismo contra Cuba con más de 6.000 atentados, que costaron la vida a 3.478 civiles e incapacitaron de por vida a 2.099 personas. Los daños materiales se evalúan en varios miles de millones de dólares y Cuba ha tenido que gastar sumas astronómicas para su seguridad nacional, lo que limitó el desarrollo de los programas sociales. El propio líder de la Revolución fue víctima de 637 tentativas de asesinato.

34. Desde 1960, Washington impone sanciones económicas sumamente severas, ilegales según el Derecho Internacional, que afectan a las categorías más vulnerables de la población, o sea las mujeres, los niños y los ancianos. Este estado de sitio, condenado por la inmensa mayoría de la comunidad internacional (188 países de 192), que constituye el principal obstáculo al desarrollo de la isla, ha costado más de un billón de dólares a Cuba.

35. A pesar de todos estos obstáculos, la Revolución Cubana es un innegable éxito social. Al dar la prioridad a los más desheredados con la reforma agraria y la reforma urbana, al erradicar el analfabetismo, al desarrollar la educación, la salud, la cultura y el deporte, Cuba ha creado la sociedad más igualitaria del continente latinoamericano y del Tercer Mundo.

36. Según la UNESCO, Cuba dispone de la tasa de analfabetismo más baja y de la tasa de escolarización más alta de América Latina. El organismo de las Naciones Unidas señala que “la educación ha sido la prioridad en Cuba desde hace [más de] 40 años. Es una verdadera sociedad de educación”. Su informe sobre la educación en 13 países de América Latina clasifica a Cuba como primera en todas las asignaturas. Según la UNESCO, Cuba es la nación del mundo que consagra la parte más elevada del presupuesto a la educación, con cerca del 13% del PIB.

37. Cuba tiene una tasa de mortalidad infantil de 4,6 por mil, o sea la más baja del continente americano, más baja que la de Canadá o Estados Unidos.

38. Cuba es la nación que dispone del mayor número de médicos per cápita del mundo, con 85.000 profesionales para 11,1 millones de habitantes. Según el New England Journal of Medecine, la revista médica más prestigiosa del planeta, “el sistema de salud [de Cuba] ha resuelto problemas que el nuestro [el de Estados Unidos] todavía no ha logrado resolver”. La revista subraya que “Cuba dispone ahora del doble de médicos por habitante que Estados Unidos”.

39. Según la UNICEF, “Cuba es un ejemplo en la protección de la infancia” y un “paraíso de la infancia en América Latina”, y enfatiza que Cuba es el único país de América Latina y del Tercer Mundo que ha erradicado la desnutrición infantil.

40. Según el Programa de las Naciones Unidas para el desarrollo (PNUD), Cuba es el único país de América Latina y del Tercer Mundo que se encuentra entre las diez naciones del mundo con el mejor Índice de Desarrollo Humano sobre los tres criterios “esperanza de vida, educación y nivel de vida” durante la última década.

41. La Revolución Cubana ha hecho de la solidaridad internacionalista un pilar esencial de su política exterior. Cuba acoge a decenas de miles de estudiantes procedentes de los países pobres, les ofrece formación universitaria gratuita de alto nivel y se encarga de todos los gastos. La Escuela Latinoamericana de Medicina de La Habana es una de las más famosas del continente americano y ha formado a varios miles de profesionales de la salud procedentes de más de 123 países.

42. Desde 1963 y la primera misión internacionalista en Argelia, cerca de 132.000 médicos cubanos y otro personal sanitario trabajaron voluntariamente en 102 países. Actualmente, 38.868 colaboradores médicos, entre ellos 15.407 médicos, ofrecen sus servicios en 66 naciones del Tercer Mundo.

43. Gracias a la Operación Milagro que lanzó Cuba en 2004, que consiste en operar gratuitamente a poblaciones pobres víctimas de enfermedades oculares, cerca de 2,5 millones de personas de 28 países recobraron la vista.

44. El programa de alfabetización cubano “Yo, sí puedo”, lanzado en 2003, permitió que 7 millones de personas de los cinco continentes aprendieran a leer, escribir y sumar.

45. Según el World Wild Fund for Nature (WWF), la organización más importante de defensa de la naturaleza, Cuba es el único país del mundo que ha alcanzado un desarrollo sostenible.

46. Cuba desempeñó un papel clave en la lucha contra el apartheid, con la participación de 300.000 soldados en Angola entre 1975 y 1988 para hacer frente a la agresión del ejército supremacista surafricano. El elemento decisivo que puso fin al apartheid fue la estrepitosa derrota militar que las tropas cubanas infligieron al ejército surafricano en Cuito Cuanavale, en el sureste de Angola, en enero de 1988. En un discurso, Nelson Mandela rindió homenaje a Cuba: “¡Sin la derrota infligida en Cuito Cuanavale nuestras organizaciones no habrían sido legalizadas! ¡La derrota del ejército racista en Cuito Cuanavale hizo posible que hoy yo pueda estar aquí con ustedes! ¡Cuito Cuanavale marca un hito en la historia de la lucha por la liberación del África austral!”

47. Contrariamente a una idea preconcebida, la Revolución Cubana ha tenido cuatro presidentes distintos: Manuel Urrutia de enero de 1959 a julio de 1959 y Oswaldo Dorticós de julio de 1959 a enero de 1976 bajo el antiguo régimen de la Constitución de 1940, y Fidel Castro de febrero de 1976 a julio de 2006 y Raúl Castro desde 2006 tras la adopción de la Constitución de 1976.

48. Los medios informativos occidentales, propiedad de conglomerados económicos y financieros, vilipendian a la Revolución Cubana por una razón muy precisa que no tiene nada que ver con la democracia y los derechos humanos: el proceso de transformación social iniciado en 1959 sacudió el orden y las estructuras establecidos, puso en tela de juicio el poder de los dominantes y propone una alternativa social donde los recursos se destinan a la mayoría y no a una minoría.

49. La principal conquista de la Revolución es haber hecho de Cuba una nación soberana e independiente.

50. La Revolución Cubana, edificada por varias generaciones de cubanos, posee todas las virtudes y defectos de la condición humana y nunca ha tenido la pretensión de erigirse en modelo. Sigue siendo, a pesar de sus dificultades, un símbolo de dignidad y de resistencia en el mundo.