A
volte "mani
amiche" ci fanno giungere alcune informazioni relative alle attività che
il governo degli Stati Uniti organizza contro Cuba.
In questo caso c'inviano i dettagli della nuova operazione che
l'amministrazione Obama, attraverso la CIA, appoggiandosi all'USAID,
la SINA e la partecipazione del personale accreditato a Cuba da alcune
ambasciate di paesi alleati degli Stati Uniti e di alcune ONG
europee
prevede sviluppare nel nostro paese.
Questa
operazione l'hanno chiamata "Operazione Salsa".
Tutto è cominciato quando un certo numero di agenti che la CIA ha posto
a capo di organizzazioni cosiddette "dissidenti" hanno avuto l'ordine di
recarsi all'estero; alcuni avrebbero dovuto iniziare il loro viaggio
dall' America Latina, altri dall'Europa, ma passare sempre un periodo
negli Stati Uniti,
dove si sarebbe analizzato lo sviluppo delle azioni intraprese negli
ultimi mesi, si sarebbero discussi i piani futuri, li si sarebbero
"rafforzati" preparando incontri con personaggi importanti ed in alcuni
casi si sarebbero formati alle nuove tecniche di comunicazione.
L'obiettivo principale era stabilire una coordinazione tra questi
"leader", che non si era riusciti ad ottenere a Cuba, a quanto pare per
l'interesse individuale ad essere riconosciuto come un'organizzazione,
non come parte di un gruppo di organizzazioni. Ciò
è anche direttamente correlato al denaro che ricevono, poiché alcune
organizzazioni avevano "aumentato il numero di simpatizzanti", in modo
che il bilancio dell'USAID per loro poteva non essere sufficiente; il
timore era che togliessero ad una per dare ad
un'altra e ciò sì
era un grave problema.
La CIA ha organizzato un evento sponsorizzato dalla cosiddetta
"Assemblea della Resistenza Cubana", al fine di dare l'impressione che
ciò che si concordava era frutto di una discussione "democratica",
benché ogni personaggio era stato adeguatamente istruito su ciò che
poteva dire e
gli obiettivi che si voleva ottenere, che dovevano sostenere in ogni
modo.
Lo scopo della riunione era ottenere lo sforzo congiunto di tutte le
organizzazioni in funzione della "democratizzazione" dell'isola e
denunciare le riforme economiche come qualcosa che non risolveranno i
problemi e manterrà il regime esistente.
Per effettuare l'evento si é data l'indicazione che questo fosse
coordinato tra diverse organizzazioni, per "assicurare il senso
politico" fu designato il Direttorio Democratico Cubano, quello doveva
coinvolgere gli altri e per garantire il livello accademico l'Istituto
di Studi Cubani e Cubano americano dell'Università
di Miami.
I soldi per l'organizzazione dell'evento si sono divisi tra le
organizzazioni citate; dice il nostro amico che erano pari a 75000$.
Tra le indicazioni fornite durante l'evento c'è stata il cambiamento
dello slogan "Io non collaboro con la dittatura", considerando che lo
stesso, oltre non aveva preso piede nella popolazione, si riferiva ai
tempi in cui si effettuavano gli atti di ripudio,
qualcosa che é ormai
parte del passato.
Dopo alcune elucubrazioni circa il nuovo slogan da usare ci si é
'accordati' che fosse "Cuba cambia se tu vuoi, io sì lo voglio" .
Alcuni dei partecipanti non erano abbastanza d'accordo con questo nuovo
slogan, poiché la parola CAMBIO potrebbe identificarsi con Obama, colui
che aveva promesso molti cambiamenti e non ne ha realizzato la
maggioranza.
Volevano qualcosa di veramente motivante, ma il moderatore ha ricordato
che la frase era stata abbastanza analizzata (evidentemente dalla CIA) e
doveva essere approvata.
L'orientazione é stata che sotto tale consegna si terranno
manifestazioni di piazza con cartelli chiedendo salari migliori, accesso
gratuito a internet (qualcosa che potrebbe ora non essere una domanda),
più libertà di movimento e di idee politiche, lottare contro la
discriminazione delle donne, neri e
omosessuali, che occupano posti di rilievo nella nostra società, lottare
perché terminino gli arresti di dissidenti e per una maggiore libertà di
stampa, con il riconoscimento dei
giornalisti indipendenti.
Un altro accordo è stato che ogni mese, ogni giorno 24, si giuri fedeltà
alla bandiera.
Si é riferito
che nel mese di maggio erano stati detenuti per motivi politici 375
dissidenti.
Ciò ha causato scalpore nell'attività, poiché siccome ogni
organizzazione aveva riferito il numero di simpatizzanti che aveva, i
funzionari del governo degli Stati Uniti che hanno partecipato come
rappresentanti dello stesso (uno del Dipartimento di Stato, un altro
dell'USAID, due che non
si sono presentati, devono essere della CIA) hanno incominciato a fare i
conti e risultò che i "simpatizzanti" erano circa 8000, non i 375 che si
sosteneva fossero detenuti.
Questo é stato un problema che doveva essere analizzato in seguito.
Alcune organizzazioni di Miiami hanno sostenuto che doveva essere
ripreso l'invio, attraverso di loro, del denaro per le organizzazioni
"sorelle" a Cuba e abolire la pratica, di questi ultimi anni, d'inviare
i soldi per mezzo di ONG europee.
Si é spiegato che cosa aveva causato che si facesse così; poiché la
maggior parte dei fondi rimaneva a Miami.
Le organizzazioni "sorelle" di Cuba hanno sostenuto che si sentivano
soddisfatte del modo in cui il denaro é inviato, poiché era aumentato
quanto ne giungeva nelle loro mani.
Al termine dell' "assemblea" si sono svolte riunioni individuali con
ogni "leader",dove si sono puntualizzate le azioni che questi dovrebbero
garantire con i loro seguaci. Si é
parlato di promuovere alcuni viaggi all'estero di sostenitori che si
sono distinti nel loro lavoro, ma garantendo che essi non si fermassero
in altri paesi, poiché l'organizzazione avrebbe perso forza.
Beh, questa è l' "Operazione Salsa", che come si può vedere ha come
recita il detto "più salsa che pesce"; molto denaro e pochi seguaci.
Vedremo quando cominciano ad apparire i cartelli con le "richieste",
questo sì che è chiaro, la CIA ha detto che se non ci sono manifesti,
non ci sono soldi.
* Laureato in Scienze Politiche presso l'Università di L'Avana.
Ha anche i titoli Commercialista e Dottore in Scienze Storiche.
È Professore e
Ricercatore .
Attualmente è Direttore del Centro per la Formazione post-laurea
"Adriana Cork", del Ministero dell'Istruzione Superiore, incarico che
occupa dal 1994.
Membro dell'Unione degli Scrittori e Artisti di Cuba, del Consiglio
Scientifico dell'Istituto Superiore di Relazioni Internazionali e membro
aggiunto della Associazione Cubana di Diritto Internazionale.
Scrive in giornali e riviste nazionali ed estere e
partecipa come conferenziere in varie Università e Centri studi di
Cuba, Stati Uniti e in altri paesi.
“Operación Salsa”: ¿otro engendro de la
CIA contra #Cuba? (#EEUU)
Por Néstor García Iturbe* http://lasantamambisa.wordpress.com
En ocasiones “manos amigas” nos hacen llegar algunas informaciones
relacionadas con actividades que el gobierno de Estados Unidos organiza
contra Cuba.
En este caso nos envían los detalles de la nueva operación que el
gobierno de Obama, por medio de la CIA, apoyándose en la USAID, la SINA,
la participación del personal acreditado en Cuba por algunas embajadas
de países aliados a Estados Unidos y algunas ONG europeas, piensa
desarrollar en nuestro país. Esta operación la han nombrado “Operación
Salsa”.
Todo comenzó cuando una serie de agentes que la CIA ha colocado al
frente de organizaciones llamadas “disidentes” recibieron la orden de
viajar al exterior, algunos deberían iniciar su viaje por América
Latina, otros por Europa, pero siempre pasar un tiempo en Estados Unidos,
donde se analizaría el desarrollo de las acciones emprendidas en los
últimos meses, se discutirían los planes futuros, se los “fortalecería”
preparándoles entrevistas con personajes importantes y en algunos casos
se les entrenaría en las nuevas técnicas de comunicaciones que van a
utilizar.
El principal objetivo era establecer una coordinación entre estos “lideres”,
lo cual no habían podido lograr en Cuba, al parecer por el interés
individual de ser reconocido como una organización, no como parte de un
grupo de organizaciones. Esto también está directamente relacionado con
el dinero que reciben, pues algunas organizaciones habían “aumentado el
número de simpatizantes” de forma tal que el presupuesto de la USAID
para ellas podía no ser suficiente, el temor era que le quitaran a una
para dárselo a la otra y esto si era un problema grave.
La CIA organizó un evento patrocinado por la llamada “Asamblea de la
Resistencia Cubana”, con el fin de dar la impresión de que lo que se
acordara era fruto de una discusión “democrática”, aunque a cada
personaje se le instruyó adecuadamente sobre lo que podía decir y los
objetivos que se querían obtener, los cuales debían apoyar en todos los
sentidos.
El fin de la asamblea era lograr el esfuerzo conjunto de todas las
organizaciones en función de la “democratización” de la isla y denunciar
las reformas económicas como algo que no resolverá los problemas y
mantendrá el régimen existente.
Para efectuar el evento se orientó que este se coordinara entre varias
organizaciones, para “asegurar el sentido político” se designó al
Directorio Democrático Cubano, el que debía dar participación a otras y
para garantizar el nivel académico al Instituto de Estudios Cubanos y
Cubanoamericano de la Universidad de Miami. El dinero para la
organización del evento se repartió entre las organizaciones mencionadas,
dice nuestro amigo que ascendió a 75,000 dólares.
Entre las orientaciones dadas en el evento estuvo el cambiar la consigna
“Yo no coopero con la dictadura”, por considerar que la misma, además de
no haber prendido en la población, se refería a los momentos en que se
efectuaban los actos de repudio, algo que forma parte del pasado.
Después de algunas elucubraciones sobre la nueva consigna a emplear se
“acordó” que fuera.”Cuba cambia si tu quieres, yo sí quiero”.
Algunos de los asistentes no estuvieron muy de acuerdo con esta nueva
consigna, pues la palabra CAMBIO podía identificarse con Obama, el que
había prometido unos cuantos cambios y no había cumplido la mayoría.
Querían algo realmente movilizador, pero el moderador recordó que la
frase había sido bastante analizada (evidentemente por la CIA) y debía
aprobarse.
Lo orientado fue que bajo esa consigna se realizarán manifestaciones
callejeras con carteles pidiendo mejores salarios, libre acceso a
internet (algo que pudiera ahora no ser una demanda), más libertades de
movimiento y de ideas políticas, luchar contra la discriminación a
mujeres, negros y homosexuales, que estos ocupen lugares prominentes en
nuestra sociedad, luchar porque se terminen los arrestos de disidentes y
por mayor libertad de prensa, con el reconocimiento de los periodistas
independientes. Otro acuerdo fue que todos los meses, cada día 24, se
jure lealtad a la bandera.
Se informó que en el mes de Mayo habían sido detenidos por motivos
políticos 375 disidentes. Esto causó revuelo en la actividad, puesto que
como cada organización había informado la cantidad de simpatizantes con
que cuenta, los funcionarios del gobierno de Estados Unidos que
asistieron como representantes del mismo (Uno del Departamento de Estado,
otro de la USAID, dos que no se presentaron, deben ser de la CIA)
comenzaron a sacar cuentas y resultó que los “simpatizantes” era cerca
de 8,000, no los 375 que se plantea fueron detenidos. Este fue un asunto
que quedó por analizar posteriormente.
Algunas organizaciones de Miami plantearon que debía retomarse el envío
a través de ellas del dinero para las organizaciones “hermanas” en Cuba
y abolir la práctica de los últimos años de enviar el dinero por medio
de ONG europeas. Se explicó lo que había provocado que esto se hiciera
así, debido a que la mayoría de los fondos se quedaban en Miami. Las
organizaciones “hermanas” de Cuba plantearon que se sentían satisfechas
con la forma en que el dinero se estaba enviando, pues había aumentado
el que llegaba a sus manos.
Al finalizar la “asamblea” se efectuaron reuniones individuales con cada
“líder” donde se puntualizaron las acciones que estos debían asegurar
con sus seguidores. Se habló de promover algunas salidas al exterior de
seguidores que se han destacado por su trabajo, pero asegurando que los
mismos no fueran a quedarse en otros países, pues la organización
perdería fuerza.
Bueno, esta es la “Operación Salsa”, que como pueden ver tiene como dice
el dicho “más salsa que pescado”, mucho dinero y pocos seguidores.
Veremos cuándo comienzan a salir los cartelitos con las “demandas”, eso
sí está claro, la CIA dijo que, si no hay cartelito, no hay dinerito.
*Graduado de Licenciatura en Ciencias Políticas en la Universidad de La
Habana. Posee, además, los títulos de Contador Profesional y Doctor en
Ciencias Históricas. Es profesor Titular e Investigador Titular.
Actualmente, es Director del Centro de Educación de Postgrado “Adriana
Corcho” del Ministerio de Educación Superior, cargo que ocupa desde
1994. Es miembro de la Unión de Escritores y Artistas de Cuba, del
Consejo Científico del Instituto Superior de Relaciones Internacionales
y miembro adjunto de la Asociación Cubana de Derecho Internacional.
Escribe en periódicos y revistas nacionales y extranjeros y participa
como conferenciante en distintas Universidades y Centros de estudios de
Cuba, Estados Unidos y otros países.