Brutali violazioni contro Antonio
Guerrero e il suo avvocato
Il 19 marzo del 2003 Leonard Weinglass avvocato di Antonio Guerrero ha visitato il suo cliente con l’obbligo di accettare condizioni molto severe.
Questo è la testimonianza della visita, con la descrizione delle condizioni di vita di Antonio nel “Buco”.
Il 3 marzo alle 10,15 Antonio venne chiamato fuori dall’aula nella quale insegnava e gli dissero di raggiungere l’ufficio del Tenente. Egli lo fece e venne rapidamente ammanettato e inviato alla Unità Speciale di Alloggio, dove rimase due settimane.
Gli sono stati negati i documenti legali.
Lo mantengono in una delle 12 celle dove non esistono nemmeno le lenzuola per coprire il materassino.
23 ore al giorno di reclusione e un’ora di ricreazione è la norma, ma lui non ha mai potuto uscire perché lo hanno lasciato senza vestiti sino al 17 marzo de 2003.
Ovviamente non lo lasciano insegnare.
Non riceve né può scrivere corrispondenza.
Non può usare il telefono.
Non ha contatti con altri prigionieri.
Non gli sono state notificate le motivazioni di questo trattamento sino a ieri, il giorno18, quando il capo assistente lo informò, ma non gli disse che avrebbe ricevuto la nostra visita il giorno dopo.
Antonio è venuto alla visita con i suoi avvocati con le catene ai piedi e alle mani che sono poi state tolte durante l’incontro. I corridoi sono stati sgombrati durante il suo passaggio. La stanza era pessima: una sorta di cubicolo piccolo con uno spesso vetro tra di noi e un telefono per parlare. Il mio associato ha dovuto restare in piedi dietro a me perché lo spazio era così poco che non ci stavamo in due. Antonio era rinchiuso nella sua parte e noi avvocati eravamo rinchiusi come lui! Non abbiamo potuto passargli i documenti ma ci venne detto di darli alle guardie che avrebbero fatto il giro per darglieli. Lo feci con uno, ma poi decisi di fargli vedere i documenti attraverso il vetro e fu molto scomodo. Le condizioni di questa visita sono state addirittura peggiori di quelle che sperimentai con Mumia nel corridoio della morte.
Abbiamo protestato ma ci hanno negato un incontro con il capo del penitenziario o con qualsiasi altro funzionario responsabile. Non gli è stato consegnato il formulario B-P 59, indispensabile per protestare contro questo trattamento. Ne abbiamo chiesto uno e ci hanno risposto che lo daranno ad Antonio. Lui ha una matita, ma siccome non gli danno l’agenda non può scrivere a nessuno. Non ha ricevuto la corrispondenza dei legali e il suo status non è chiaro.
Nella lettera con la quale mi hanno permesso questa visita mi hanno informato che queste condizioni sono necessarie per “garantire la sicurezza dell’istituzione, del personale e dell’avvocato, come se Antonio fosse un pericolo... Non c’erano altri visitanti e la stanza di visita di norma degli avvocati era vuota!
Antonio dovrà vivere in quelle condizioni - gli è stato scritto - sino al 24 febbraio del 2004 e le stesse potranno continuare anche per un altro anno. Nonostante tutto questo Antonio sta bene, è forte e ottimista. Abbiamo lavorato insieme per due ore dopo aver sciupato il tempo discutendo con il personale che era presente e abbiamo avuto difficoltà a concentrarci.
Il trattamento imposto ad Antonio e a Gerardo è una scandalosa violazione al diritto e alla difesa, ai principi e alle regole ed è una prova che il Governo degli Stati Uniti sta sabotando il processo di appello che si svolgerà presso la Corte di Atlanta, attuando con una vergognosa farsa giudiziaria come avvenne nel processo ai 5 a Miami.
Denunciamo immediatamente tutti questi fatti inauditi!
Il gruppo di lavoro contro il terrorismo.
L’Assemblea Nazionale