Perché Ana Belen Montes cooperò con Cuba?

N. García Iturbe – https://eladversariocubano.wordpress.com

ana belen montes liberacionLa solidarietà con Cuba e di Cuba con i popoli del mondo, è uno dei valori fondamentali contro cui vanno in frantumi gli obiettivi dei nemici della Rivoluzione cubana. E’ di uno dei nostri principali punti di forza.


Molte persone che vivono in paesi con elevata ricchezza e di massimo progresso tecnologico, vorrebbero che il governo delle loro nazioni conducesse, in modo diverso, la politica estera, non uno strumento dei più ricchi per aumentare i loro profitti in modo malato, ma usare tutte quelle risorse per il beneficio e miglioramento delle condizioni di vita di coloro che hanno meno soldi, sia nel proprio paese che nel resto del mondo.

Vorrebbero che il loro paese, piuttosto che temuto, fosse amato. Che non fosse la guerra la principale caratteristica della sua politica estera, ma la risoluzione pacifica delle differenze. Che i miliardi destinati a causare morte, siano destinati a evitarla e migliorare le condizioni di vita. Invece di organizzare azioni per spazzare via l’industria e porre fine all’agricoltura di altre nazioni, si dedicassero alla promozione dell’industria e aumentare la produzione agricola come un modo per combattere la fame che patiscono molti paesi del mondo.

Vorrebbero sentirsi orgogliosi di essere cittadini di quel paese, invece di sentirsi in imbarazzo. Che la loro bandiera sia rispettata, non bruciata. E invece di ascoltare “go home a casa” sentissero “your home”.

Queste sicuramente sono le riflessioni di milioni di statunitensi. Di quel 50% della popolazione che non concorre alle urne per votare, per non dare legittimità ad un sistema in cui non hanno fiducia né speranza alcuna. Tra questa gran massa di persone, possiamo includere la compagna Ana Belen Montes.

L’atteggiamento di Ana Belen nel processo a cui fu sottoposta può qualificarsi come onesto, dove espresse i suoi criteri di come, il governo USA, doveva condurre la politica estera.

Ana Belen ha detto:

“C’è un proverbio italiano che, forse, meglio descrive quello che io credo: Tutto il mondo è un solo paese. In questo ‘paese mondiale’ il principio di amare il prossimo tanto come si ama se stesso, è una guida essenziale per le relazioni armoniose tra tutti i nostri paesi vicini”.

“Questo principio implica tolleranza e comprensione per i diversi modi di agire degli altri. Stabilisce che noi dovremmo trattare le altre nazioni nel modo in cui vogliamo essere trattati -con rispetto e considerazione. E’ un principio che, purtroppo, io penso che non abbiamo mai applicato a Cuba.

“Onorevole, io mi coinvolsi nell’attività che mi ha portato davanti a voi perché obbedii alla mia coscienza piuttosto che obbedire alla legge. Io credo che la politica del nostro governo nei confronti di Cuba sia crudele ed ingiusta, profondamente ostile, mi sono ritenuta moralmente obbligato ad aiutare l’isola per difendersi dai nostri sforzi d’imporre a lei i nostri valori e il nostro sistema politico.

Noi abbiamo fatto sfoggio d’intolleranza e disprezzo verso Cuba per quattro decenni. Noi non abbiamo mai rispettato il diritto di Cuba a definire il proprio destino, i propri ideali di uguaglianza e giustizia. Io non capisco come noi continuiamo a cercare di dettare come Cuba debba scegliere i suoi leader, chi non devono essere i suoi leader e quali leggi sono più adatte per detta nazione. Perché non li lasciamo decidere la forma in cui vogliono condurre i loro affari interni, come gli Stati Uniti stanno facendo da più di due secoli?

Il mio più grande desiderio è quello di vedere sorgere una relazione di amicizia tra gli Stati Uniti e Cuba. Spero che il mio caso, in qualche modo, stimoli il nostro governo ad abbandonare la sua ostilità nei confronti di Cuba e lavori insieme a L’Avana, intriso di uno spirito di tolleranza, mutuo rispetto e comprensione.

“Oggi vediamo più chiaramente che mai che intolleranza e odio -per individui o governi- l’unica cosa che disseminano è dolore e sofferenza. Mi auguro che gli USA sviluppino una politica con Cuba basata sull’amore del prossimo, una politica che riconosca che Cuba, come ogni altra nazione, vuole essere trattata con dignità e non con disprezzo.”

Avrà preso in considerazione, l’amministrazione Obama, le parole di Ana Belen per realizzare le azioni che iniziò il 17 dicembre 2014?

Il riferimento di Kerry che non siamo né rivali né nemici ma VICINI, può avere qualcosa a che fare con questo?

Dobbiamo aspettare un pò, non penso molto, per sapere se i desideri di Ana Belen Montes si stanno materializzando.

ana belen montes obama 2Il presidente Obama, che ha firmato una grossa quantità d’indulti, potrebbe firmare un altro, in questo caso per qualcuno il cui pensiero coincide con la politica estera che la sua amministrazione sta sviluppando verso Cuba.

Presidente Obama, un altro gesto umanitario non sarebbe male.

1 settembre 2015

– Dr. Néstor García Iturbe è redattore del bollettino elettronico El Heraldo (Cuba) sarahnes@cubarte.cult.cu

http://www.alainet.org/fr/node/172115

¿Por qué Ana Belén Montes cooperó con Cuba?

Néstor García Iturbe
 
 La solidaridad con Cuba y de Cuba con los pueblos del mundo, es uno de los principales valores contra los que se destrozan los objetivos de los enemigos de la Revolución Cubana. Es una de nuestras principales fortalezas.
 
 Muchas personas que viven en países de bastas riquezas y de alto adelanto tecnológico, quisieran que el gobierno de sus naciones condujera de forma distinta la política exterior, no como un instrumento de los más adinerados para incrementar sus ganancias de forma enfermiza, sino utilizar todos esos recursos para beneficio y mejoramiento de las condiciones de vida de los que menos dinero tienen, tanto en su propio país como en otros del mundo.
 
 Quisieran que su país, en vez de ser temido, fuera querido. Que no fuera la guerra la principal característica de su política exterior, sino la solución pacífica de los diferencias. Que los miles de millones destinados a causar muerte, se destinen a evitarla y mejorar las condiciones de vida. Que en vez de organizar acciones para arrasar con la industria y acabar con la agricultura de otras naciones, se dedicaran a fomentar la industria e incrementar la producción agrícola como una forma de lucha contra la hambruna que padecen muchos países del mundo.
 
 Quisieran sentirse orgullosos de ser ciudadanos de ese país, en vez de sentirse abochornados. Que su bandera será respetada, no quemada. Y que en vez de escuchar “go home”, escuchar “your home”.
 
 Estas seguramente son las reflexiones de millones de estadounidenses. De ese cincuenta por ciento de la población que no concurre a las urnas a votar, para no dar legitimidad a un sistema en el que no tienen confianza ni esperanza alguna. Entre esta gran masa de pueblo, podemos incluir a la compañera Ana Belén Montes.
 
 La actitud de Ana belén en el juicio a que fue sometida puede calificarse de honesta, donde expresó sus criterios de cómo debía el gobierno de Estados Unidos conducir la política exterior.
 
 Ana Belén dijo:
 
 “Existe un proverbio italiano que quizás sea el que describe de la mejor forma en lo que yo creo: Todo el Mundo es un solo país. En ese ‘país mundial’ el principio de amar al prójimo tanto como se ama a uno mismo, resulta una guía esencial para las relaciones armoniosas entre todos nuestros países vecinos”.
 
 “Este principio implica tolerancia y entendimiento para las diferentes formas de actuar de los otros. Él establece que nosotros tratemos a otras naciones en la forma en que deseamos ser tratados- con respeto y consideración. Es un principio que, desgraciadamente, yo considero nunca hemos aplicado a Cuba.
 
 “Honorable, yo me involucré en la actividad que me ha traído ante usted porque obedecí mi conciencia más que obedecer la Ley. Yo considero que la política de nuestro gobierno hacia Cuba es cruel e injusta, profundamente inamistosa; me consideré moralmente obligada de ayudar a la Isla a defenderse de nuestros esfuerzos de imponer en ella nuestros valores y nuestro sistema político.
 
 “Nosotros hemos hecho gala de intolerancia y desprecio hacia Cuba durante cuatro décadas. Nosotros nunca hemos respetado el derecho de Cuba a definir su propio destino, sus propios ideales de igualdad y justicia. Yo no entiendo cómo nosotros continuamos tratando de dictar… cómo Cuba debe seleccionar sus líderes, quiénes no deben ser sus dirigentes y qué leyes son las más adecuadas para dicha nación. ¿Por qué no los dejamos decidir la forma en que desean conducir sus asuntos internos, como Estados Unidos ha estado haciendo durante más de dos siglos?
 
 “Mi mayor deseo sería ver que surja una relación amistosa entre Estados Unidos y Cuba. Espero que mi caso, en alguna manera, estimule a nuestro gobierno para que abandone su hostilidad en relación con Cuba y trabaje conjuntamente con La Habana, imbuido de un espíritu de tolerancia, respeto mutuo y entendimiento.
 
 “Hoy vemos más claro que nunca que la intolerancia y el odio –por individuos o gobiernos- lo único que disemina es dolor y sufrimiento. Espero que Estados Unidos desarrolle una política con Cuba fundamentada en el amor al vecino, una política que reconozca que Cuba, como cualquier otra nación, quiere ser tratada con dignidad y no con desprecio.”
 
 ¿Habrá tomado en consideración la administración Obama las palabras de Ana Belén para realizar las acciones que comenzó el 17 de diciembre del 2014?
 
 ¿La referencia de Kerry de que no somos enemigos ni rivales, sino VECINOS, tendrá algo que ver con esto?
 
 Tendremos que esperar un tiempo, no creo que mucho, para conocer si los deseos de Ana Belén Montes se están materializando.
 
 El presidente Obama, que ha firmado una buena cantidad de indultos, pudiera firmar uno más, en este caso para alguien cuyo pensamiento coincide con la política exterior que su administración está desarrollando hacia Cuba.
 
 Presidente Obama, otro gesto humanitario no vendría mal.
 
 1 de septiembre 2015
 
 – Dr. Néstor García Iturbe es editor del boletín electrónico El Heraldo (Cuba) sarahnes@cubarte.cult.cu
 
 http://www.alainet.org/fr/node/172115

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