Alla fine del 2014, oltre il 31% dei giovani occupati a Cuba, più di un milione e mezzo, lavorava nel settore non statale e il resto, pari al 76%, era impiegato nel comparto pubblico, ha reso noto il direttore del Dipartimento Occupazione del Ministero del Lavoro e Sicurezza Sociale (MTSS), Jesus Otamendiz.
Otamendiz ha segnalato che “esiste un numero considerevole di giovani nelle nuove forme di gestione”, com’è chiamato il lavoro autonomo o privato a Cuba, in un’intervista rilasciata al quotidiano Juventud Rebelde.
Dei 504613 lavoratori autonomi registrati alla fine di maggio, 155605 erano giovani, che rappresentano il 31% delle persone che hanno scelto questo tipo di occupazione, ha precisato. Inoltre, alla fine del 2014, dei quasi cinque milioni di occupati, 1526300 erano giovani e rappresentano il 31% della forza lavoro.
Come ha spiegato il direttore del ministero, sebbene si possa pensare che i giovani siano occupati di più nel settore privato “la maggioranza continua nel pubblico impiego”.
Il 60% dei giovani impiegati nel settore privato si concentra nelle province dell’Avana, Matanzas, Villa Clara, Camaguey, Holguin e Santiago di Cuba, e si occupa fondamentalmente in attività quale l’elaborazione e la vendita di alimenti, e il trasporto di passeggeri e merci.
Il dirigente del Ministero del Lavoro, nell’intervista, ha abbordato anche la sfida dell’occupazione giovanile, in un paese che vive “un processo di flessibilità del mondo del lavoro nel mezzo di un mutevole e più complesso scenario economico”, su cui pesa il crescente invecchiamento della popolazione.
“Si tratta di raggiungere un efficiente inserimento della gioventù nel mondo lavorativo, che include la possibilità dell’occupazione nel settore non statale dell’economia”, ha spiegato.
Circa i piani d’ingresso ai differenti insegnamenti ha concluso che, per l’anno scolastico 2014-2015, sono state disponibili 56699 iscrizioni ai licei, altre 35198 per gli istituti tecnici e 42948 per i professionali.