Victor Jara era un artista nel senso più ampio della parola con un solo peccato per la dittatura, uomo di sinistra: 42 anni fa fu torturato e dopo crivellato con 44 colpi.
Cantava, scriveva poemi, fu professore, mimo e regista teatrale, però abbraccio la causa dell’Unità Popolare di Salvador Allende in Cile e cinque giorni dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet, fu assassinato.
Era il 16 settembre 1973, nello Stadio Cile che oggi si chiama Victor Jara, dopo il suo sequestro all’indomani del sanguinoso golpe, mentre era nell’ Università Tecnica Statale di Santiago.
Una visita al Museo della Memoria nella capitale cilena lascia amare sensazioni. Tra queste, in uno dei suoi muri, c’è l’ultimo poema dell’autore di ‘Te recuerdo Amanda’ e di altre numerose canzoni d’amore o d’impegno sociopolitico.
Il testo è intitolato ‘Siamo cinquemila’, ma è conosciuto anche come Stadio Cile:
Siamo cinquemila,
in questa piccola parte della città
Siamo cinquemila
Quanti saremo in totale
nelle città e in tutto il paese?
Solo qui
diecimila mani seminano
fanno funzionare le fabbriche.
Quanta umanità
con fame, freddo, panico, dolore,
pressione morale, terrore e pazzia!
Era mimo, registra teatrale e televisivo, poeta, musicista, direttore di spettacoli pubblici. Fu nominato Ambasciatore Culturale dal Governo di Allende e il suo omicidio avvenne a pochi giorni dal suo 41° compleanno, il 28 settembre.
Stando alle prove processuali effettuate nel 2009 dopo l’esumazione dei suoi resti, fu torturato. Il corpo fu trovato all’esterno del Cimitero Metropolitano, dove l’anno sorso è stato inaugurato un monumento in suo onore.
La vedova, Joan Jara, ha presentato il murale dove si può leggere “Per il diritto a vivere in pace”, come recita un delle sue emblematiche canzoni.
Hernan Chacon Soto, ex maggiore dell’Esercito, è il principale indagato del crimine di Jara. L’altro ex maggiore, Patrizio Vasquez e l’ex procuratore militare Rolando Melo, sono accusati del sequestro e dell’omicidio di Littré Quiroga e del cantautore.