Discorso pronunciato dal Generale dell’Esercito Raul Castro Ruz, Presidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri, nella cerimonia di benvenuto al Papa Francesco, Capo di Stato della Città del Vaticano, nell’areoporto internazionale Josè Martì, il 19 settembre 2015, Anno 57° della Rivoluzione.
Santità:
Il popolo ed i Governo cubani lo ricevono con profondo sentimento di affetto, rispetto ed ospitalità.
Ci sentiamo molto onorati per la sua visita. Potrà apprezzare che amiamo profondamente la nostra Patria, per la quale siamo capaci di realizzare i più grandi sacrifici. Ci ha guidati sempre l’esempio degli eminenti della Nostra America che ci hanno trasmesso dignità, prodezza e generosità. Per loro abbiamo saputo praticare l’assioma martiano che Patria è Umanità.
L’incontro memorabile che sostenemmo in maggio scorso, nella Città del Vaticano, offrì l’opportunità di scambiare idee sui alcuni dei temi più importanti del mondo in cui viviamo.
I popoli dell’America Latina e dei Caraibi si sono proposti avanzare verso la loro integrazione, in difesa dell’indipendenza, della sovranità sulle risorse naturali e la giustizia sociale. Tuttavia, la nostra regione continua ad essere la più disuguale nella distribuzione della ricchezza. Nel continente, governi legittimamente costituiti che lavorano per un futuro migliore, affrontano numerosi tentativi di destabilizzazione.
Abbiamo seguito con molta attenzione i suoi pronunciamenti. L’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”, sui temi sociali, e l’Enciclica “Laudato Si”, riferite al futuro ed alla cura del pianeta e dell’Umanità, mi hanno motivato una profonda riflessione. Saranno temi per il prossimo Vertice sull’Agenda di Sviluppo Post 2015 che avrà luogo nell’ONU questo mese, e la XXI Conferenza Internazionale sul Cambiamento Climatico che si celebrerà, in dicembre, a Parigi.
Cominciano ad avere un’eco crescente nel mondo sulla sua analisi delle cause di questi problemi e l’appello alla salvaguardia del pianeta ed alla sopravvivenza della nostra specie; sulla sospensione dell’azione predatrice dei paesi ricchi e delle grandi multinazionali, sull’eliminazione dei pericoli che minacciano tutti in materia di esaurimento delle risorse e della perdita della biodiversità.
Come segnala Sua Santità: L’umanità deve prendere coscienza della necessità di realizzare cambiamenti sullo stile di vita, di produzione e di consumo.
Il Leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, nel 1992, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ecosistema e sullo Sviluppo, in Rio de Janeiro, espose la necessità di salvare l’umanità dall’autodistruzione, distribuire meglio la ricchezza, la conoscenza, la scienza e le tecnologie, per lo sviluppo sostenibile, fare sparire la fame e non l’uomo, ha affermato.
Il sistema internazionale attuale è ingiusto ed immorale. Il capitale è stato globalizzato ed ha convertito il denaro nel suo idolo. Rende i cittadini come semplici consumatori. Invece di diffondere la conoscenza e la cultura, li aliena con riflessi e modelli di condotta promossi da mezzi che servono solo agli interessi dei loro padroni, le corporazioni multinazionali dell’informazione.
La profonda e permanente crisi cade con crudezza brutale sui paesi del Terzo Mondo. Non scappano dai suoi artigli nemmeno gli esclusi nel mondo industrializzato, le minoranze, i giovani disoccupati e gli anziani indifesi, quelli che cercano rifugio dalla fame e dai conflitti. Quello che succede con gli immigranti ed i poveri offende la coscienza umana. Questi sono gli indignati del mondo che esigono i loro diritti e la fine di tanta ingiustizia.
Santità:
Nelle sue parole nei due incontri mondiali dei Movimenti Popolari in ottobre dell’anno scorso in Città del Vaticano ed in luglio del presente, in Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, reiterò la necessità di praticare la solidarietà e lottare uniti contro le cause strutturali della povertà e della disuguaglianza, per la dignità dell’uomo e si riferì al diritto alla terra, alla casa ed al lavoro. Per conquistare questi diritti, tra gli altri, si sviluppò la Rivoluzione Cubana. Per loro, reclamò Fidel nel suo allegato storico della difesa conosciuto come “La Storia mi Assolverà”.
Per ottenere una società più giusta e solidale abbiamo lavorato con uno sforzo enorme ed assunto i maggiori rischi dal trionfo rivoluzionario.
L’abbiamo fatto bloccati, calunniati, aggrediti, con un alto costo di vite umane e grandi danni economici. Fondammo una società con equità e giustizia sociale, con ampio accesso alla cultura ed attaccamento alle tradizioni e le idee più avanzate di Cuba, dell’America Latina, dei Caraibi e del mondo.
Milioni di persone hanno recuperato la loro salute con la cooperazione cubana: 325 710 collaboratori hanno lavorato in 158 paesi; oggi, 50 281 lavoratori cubani della salute prestano i loro servizi in 68 nazioni. Grazie al programma “Io sì posso”, 9 376 000 persone sono state alfabetizzate in 30 stati; e più di 68 000 studenti stranieri, di 157 paesi, si sono laureati a Cuba.
Avanziamo risolutamente nell’aggiornamento del nostro modello economico e sociale per costruire un socialismo prospero e sostenibile, centrato nell’essere umano, la famiglia e la partecipazione libera, democratica, cosciente e creatrice di tutta la società, specialmente dei giovani.
Preservare il socialismo è garantire l’indipendenza, sovranità, sviluppo e benessere della nazione. Abbiamo la più ferma decisione di affrontare tutte le sfide per raggiungere una società virtuosa e giusta, con alti valori etici e spirituali. Come segnalò il venerabile presbitero Felix Varela: le generazioni future ereditino da noi la dignità degli uomini e ricordino quello che costa recuperarla affinché temano perderla”.
L’unità, identità ed integrazione regionale devono essere difese. Il Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, firmato dai Capi di Stato e di Governo durante il Secondo Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, celebrato a L’Avana nel gennaio del 2014, consacra un insieme di compromessi di vitale importanza, come la soluzione pacifica di controversie con lo scopo di confinare sempre di più l’uso e la minaccia dell’uso della forza nella nostra regione; non intervenire, direttamente o indirettamente, nei temi interni di qualunque altro Stato ed osservare i principi di sovranità nazionale, l’uguaglianza di diritti e la libera determinazione dei popoli; fomentare le relazioni di amicizia e di cooperazione tra loro e con altre nazioni; e rispettare pienamente il diritto inalienabile di ogni Stato a scegliere il suo sistema politico, economico, sociale e culturale, come condizione essenziale per assicurare la convivenza pacifica tra le nazioni.
Per Cuba, i propositi e principi della Carta delle Nazioni Unite hanno piena validità. Solo rispettandoli si può garantire la pace e la sicurezza internazionali continuamente minacciate.
Conoscemmo con sommo interesse le parole di Sua Santità nella cornice della commemorazione del 70°anniversario degli attacchi nucleari contro le città di Hiroshima e Nagasaki.
L’esistenza delle armi nucleari è una minaccia contro la sopravvivenza stessa degli esseri umani ed un affronto ai principi etici e morali che devono dirigere le relazioni tra le nazioni. Il loro uso significherebbe la sparizione della civiltà umana. Patrocinare per il disarmo, e molto particolarmente per il disarmo nucleare, non solo è un dovere bensì un diritto di tutti i popoli del mondo.
Santità:
La ringraziamo per il suo appoggio al dialogo tra gli Stati Uniti e Cuba. Il ristabilimento di relazioni diplomatiche è stato un primo passo nel processo verso la normalizzazione dei vincoli tra i due paesi, che richiederà risolvere problemi e riparare ingiustizie. Il bloqueo che provoca danni umani e privazioni alle famiglie cubane, è crudele, immorale ed illegale, deve cessare. Il territorio che usurpa la Base Navale in Guantanamo deve essere restituito a Cuba. Altri temi devono essere ancora risolti. Questi giusti appelli sono condivisi dai popoli e dall’immensa maggioranza dei governi del mondo.
Commemoriamo questo anno, l’80°anniversario di relazioni ininterrotte tra la Santa Sede Apostolica e Cuba, che sono buone e si sviluppano favorevolmente sulla base dal rispetto mutuo.
Il Governo e la Chiesa Cattolica a Cuba mantengono relazioni in un clima edificante, come succede con tutte le religioni ed istituzioni religiosi presenti nel paese che inculcano valori morali che la nazione apprezza e coltiva. Esercitiamo la libertà religiosa come diritto consacrato nella nostra Costituzione.
Diamo alla presenza di Sua Santità nella nostra Patria tutto il suo significato. Sarà trascendente ed arricchirà la nazione il suo incontro con un popolo lavoratore, istruito, abnegato, generoso, con profonde convinzioni, valori patriottici, disposto a continuare la sua eroica resistenza ed a costruire una società che garantisca il pieno sviluppo, di donne ed uomini, con dignità e giustizia.
A nome di questo nobile popolo, le do il più caldo benvenuto.
Molte grazie.
traduzione di Ida Garberi