Arthur Gonzalez – https://heraldocubano.wordpress.com
Per continuare a cercare di soffocare il popolo cubano affinché questo si ribelli contro il governo socialista a causa delle difficoltà che soffre, il governo USA elle sue agenzie d’intelligence insistono nel fare credere all’opinione pubblica che porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario, “solo permetterà che la vecchia elite trasferisca il potere ai suoi eredi”, cioè che rimanga il sistema socialista.
Vecchio motivo per rifiutarsi di eseguire azioni di base che permetterebbero lo sviluppo dell’ economia cubana, cosa che sarebbe pericolosa per l’esempio che irradiarebbe ad altri paesi della regione. Questo è lo stesso argomento usato per dichiarare al Venezuela una copia della guerra economica imposta contro Cuba, dal 1960.
Davanti alla corrente che si fa strada all’interno del Congresso contro il Blocco, condannato per 20 anni dalla comunità internazionale, coloro che rifiutano di cambiare la politica anticubana stanno disperatamente cercando di rallentare la rimozione del cosiddetto “embargo”, in attesa di che i giovani cubani aderiscano alla controrivoluzione stipendiata da Washington e si lancino in piazza per chiedere un cambio di governo.
Questa tattica l’hanno usata in Europa orientale e in Medio Oriente con buoni risultati e quindi cercano di spostarla a Cuba, anche se i processi storici sono diversi.
Ciò è il motivo per cui il prodotto fabbricato da Miami, sotto il nome di “Forum per i Diritti e le Libertà”, nutrito con parte dei 20 milioni di dollari che la Casa Bianca approva annualmente per azioni sovversive contro Cuba, e integrato dall’incolta e maleducata Berta Soler, Guillermo Fariñas, Antonio Enrique González-Rodiles e circa cinque altre persone, ha inviato il 24/09/2015, una lettera al Congresso USA, nella quale affermano “che l’abolizione dell’embargo, consentirà che la vecchia elite trasferisca il potere ai suoi eredi politici e familiari, offrendo poche opportunità al popolo di poter affrontare questo potere dispotico”.
Con la loro retorica stantia dicono che “il totalitarismo comunista muterà ad un totalitarismo con alcune misure di mercato, che accentueranno il divario sociale in uno scenario sempre più incerto”.
Coloro che richiedono cambiamenti a Cuba non predicano con il loro esempio e solo ripetono la stessa storia che il fantasma del comunismo “inghiotte i cubani”, come se la maggioranza non appoggiasse il presidente Castro, poiché non desiderano tornare al sistema capitalista che non gli ha mai risolto la povertà, l’analfabetismo, la discriminazione razziale e delle donne, e i gravi problemi di salute che ha eliminato la Rivoluzione stessa.
Nella sua posizione ottusa e sotto le direttive della mafia anti cubana di Miami, gli auto qualificati “oppositori” del chiamato ForoDyL, attaccano la Chiesa Cattolica dell’isola, in particolare verso la figura del cardinale Jaime Ortega e contro il Papa Francesco, che accusano di “mostrarsi a favore di quella politica e di essere stato un elemento chiave nel processo di riavvicinamento tra USA e Cuba.
I pochi membri di tale gruppuscolo sono stati quelli che hanno sviluppato le provocazioni di domenica contro la chiesa di Santa Rita da Cascia all’Avana, settimane prima della visita del Papa a Cuba, con l’obiettivo di fare credere al Santo Padre che c’era una forte repressione verso i cosiddetti “dissidenti”, atti che sono stati pagati con migliaia di dollari inviati mensilmente dalla mafia terrorista anticubana della Florida, senza ottenere i fini desiderati.
Il tempo stringe e dovrebbero iniziare a pensare a come guadagnarsi da vivere in un altro modo, perché come “dissidenti” non gli rimane molto, perché i loro membri non hanno ne prestigio nè seguaci nella società cubana.
Questo gruppettino di scrocconi dovrebbe tenere a mente a José Martí, quando disse: “Non bisogna perdere tempo a cercare ciò di cui ci sono sufficienti motivi per ritenere che non sarà raggiunto”.
El pretexto de un fantasma
Para seguir intentando ahogar al pueblo cubano y que este se rebele contra el gobierno socialista debido a las penurias que padece, el gobierno de los Estados Unidos y sus agencias de inteligencia insisten en hacerle creer en la opinión pública que poner fin al Bloqueo comercial, económico y financiero, “solo permitirá que la vieja élite transfiera el poder a sus herederos”, es decir que permanezca el sistema socialista.
Vieja razón para negarse a ejecutar acciones medulares que permitirían que la económica cubana prospere, algo que resultaría peligroso por el ejemplo que irradiaría a otros países de la región. Ese el mismo argumento utilizado para declararle a Venezuela una copia de la guerra económica impuesta contra Cuba desde 1960.
Ante la corriente que surge en el seno del Congreso contra el Bloqueo, condenado desde hace 20 años por la comunidad internacional, los que se niegan al cambio de la política anticubana intentan desesperadamente retardar la eliminación del llamado “Embrago”, en espera de que los jóvenes cubanos se unan a la contrarrevolución asalariada de Washington y se lancen a las calles a pedir un cambio de gobierno.
Esa táctica la emplearon en Europa del Este y el Medio Oriente con buenos resultados y por tanto tratan de trasladarla a Cuba, aunque los procesos históricos sean diferentes.
Ese es el motivo por el cual el engendro fabricado desde Miami, bajo el nombre de “Foro por los Derechos y Libertades”, alimentado con parte de los 20 millones de dólares que aprueba anualmente la Casa Blanca para acciones subversivas contra la Isla, e integrado por la inculta y grosera Berta Soler, Guillermo Fariñas, Antonio Enrique González-Rodiles y unas cinco personas más, envió el 24/09/2015 en una carta al Congreso estadounidense, en la que afirman “que el levantamiento del embargo, permitirá que la vieja élite transfiera el poder a sus herederos políticos y familiares, brindando muy pocas oportunidades al pueblo de enfrentar este poder despótico”.
Con su añeja retorica exponen que “el totalitarismo comunista mutará a un totalitarismo con algunas medidas de mercado, que acentuarán la fractura social en medio de un escenario cada vez más incierto”.
Los que exigen cambios a Cuba no predican con el ejemplo y solo repiten el mismo cuento de que el fantasma del comunismo “se traga a los cubanos”, como si la mayoría no apoyara al presidente Castro, pues no desean regresar al sistema capitalista que nunca les resolvió la pobreza, el analfabetismo, la discriminación racial y de la mujer, y los graves problemas de salud que sí eliminó la Revolución.
En su obtusa posición y bajo instrucciones de la mafia anticubana de Miami, los autos calificados “opositores” del llamado ForoDyL, arremeten contra la Iglesia Católica de la Isla, especialmente hacia la figura del cardenal Jaime Ortega y contra el Papa Francisco, a quien acusan de “mostrarse a favor de esa política y por haber sido un elemento clave en el proceso de acercamiento entre Estados Unidos y Cuba.
Los escasos integrantes de ese grupúsculo fueron los que desarrollaron las provocaciones dominicales frente a la iglesia habanera de Santa Rita de Casia, semanas previas a la visita del Papa a Cuba, con el propósito de hacerle creer al Santo Padre que existía una fuerte represión contra los llamados “disidentes”, actos que estuvieron sufragados con miles de dólares enviados mensualmente por la mafia terrorista anticubana de la Florida, sin obtener los fines deseados.
El tiempo se les acaba y deberían ir pensando cómo ganarse la vida de otra forma, porque como “disidentes” no les queda mucho, porque sus integrantes no tienen prestigio ni seguidores en la sociedad cubana.
Este grupito de vividores debería tener presente a José Martí cuando expresó: “No debe perderse el tiempo en intentar lo que hay fundamentos sobrados para creer que no ha de lograrse”.