Lo scorso 30 settembre, il quotidiano El Mundo ha pubblicato un’intervista al professor Esteban Morales con il titolo: ‘Anzi che migliorare, la situazione del blocco contro Cuba, è peggiorata’.
La giornalista dice che il Professore ha chiesto a quel giornale che lo pagasse per l’intervista e che la stessa è “il risultato del mercanteggio”.
Mi sembra ottima la birichinata di Morales: che El Mundo paghi per la verità, poiché quel giornale viene pagato e paga per la menzogna, pur simulando di farlo gratis.
La generosità di Morales con i media e i blogger non è in dubbio, per offrire disinteressatamente le sue opinioni sempre attendibili.
G. Barack Obama ha reso flessibile l’embargo commerciale contro Cuba.
No, mi scusi. Obama ha diviso il blocco in due.
G. Che cosa vuol dire?
Le misure di flessibilità che Obama ha adottato non si riferiscono a tutta la società cubana, ma solo ad una parte. Ad esempio, ha eliminato le misure stabilite da George Bush, che limitavano i visti, o l’invio di pacchi e rimesse. Ha anche facilitato il business per i settori privati, oltre all’importazione ed esportazione, ed alcune forme di credito. O cerca di migliorare le telecomunicazioni o fa in modo che arrivino eredità e tecnologia a Cuba. Tutte queste misure mirano a rafforzare il nascente settore privato a Cuba con cui Obama vuole imporre un cambiamento politico sull’isola, e non il settore statale che è il dominante. Infatti, lungi dal migliorare, la situazione del blocco è peggiorata con misure punitive contro Cuba, che non hanno precedenti in passato.
G. A cosa si riferisce?
Gli USA hanno messo delle penali alla banca canadese e alla francese, per più di otto miliardi di dollari perché hanno fatto affari con Cuba e facilitato il flusso finanziario qui. Mai prima d’ora era successo qualcosa di simile. Sul fronte finanziario, gli USA stanno perseguitando le nostre operazioni internazionali come mai prima.
G. Quindi tutte le misure di flessibilità sono puro fumo?
Sono misure unilaterali, nelle quali gli USA dettano le regole e Cuba deve rispettare. Ad esempio, Obama non ha nemmeno toccato una delle norme del commercio.
G. Cosa dicono quelle norme?
Dicono che le merci che possono arrivare a Cuba sono limitate e fondamentalmente si riducono ad alimenti e prodotti agricoli. E non possono arrivare in una nave cubana, ma solo su una nave autorizzata dagli USA. In caso contrario, se una nave arriva ad un porto di Cuba, è sanzionata al non poter attraccare nei porti USA per un periodo di sei mesi. Dobbiamo anche pagare in contanti e prima che le merci arrivino a Cuba, e non ci è permesso il credito. Cosi è impossibile. Un commercio privo di credito non è commercio. Inoltre, ancora sono in vigore le leggi Torricelli e Helms Burton.
G. Cosa stabiliscono queste leggi?
La Legge Torricelli proibisce a Cuba di commerciare con filiali USA in paesi terzi. E la Helms Burton impedisce che si possa investire a Cuba, in quelle attività economiche che furono di proprietà USA. Il problema è che tutte le attività principali furono di proprietà nordamericana. Ad esempio, l’attività del nichel, il petrolio, la marittima, gli zuccherifici, l’elettricità, la telefonia …
G. In che modo si basa questo divieto?
Negli anni 60, dopo il trionfo della Rivoluzione, gli USA hanno deciso di non comprarci più zucchero e non venderci più petrolio. Ma per fortuna, l’Unione Sovietica ci ha comprato lo zucchero e ci ha venduto il petrolio, e ciò ci ha salvato la vita. Quando è arrivato il petrolio sovietico a Cuba, le raffinerie erano degli USA e queste si sono rifiutate di raffinarlo. Così il governo cubano ha nazionalizzato le raffinerie e ha stabilito un modello d’indennizzo per le proprietà nazionalizzate, che consisteva nel fatto che il paese colpito doveva comprare una specifica quantità di zucchero ad un determinato prezzo per un certo numero di anni. Così si compensava la nazionalizzazione. Ma gli USA non hanno accettato questo modello di compensazione e quindi, se per esempio, una società spagnola investe in uno dei settori che era di proprietà nordamericana, può essere multata dagli USA. Questo ci limita moltissimo, perché qualsiasi grande capitale ha affari con gli USA.
G. Obama non può fare nulla per rimuovere quella legge. E’ legato mani e piedi dal Congresso.
Obama possiede prerogative esecutive per lasciare il blocco come un guscio. Perché non le utilizza? Obama non è uno sciocco, ed il blocco continua ad essere per lui uno strumento di oppressione contro Cuba. Verso la fine della sua campagna per la presidenza nel 2008, ha fatto un discorso a Miami in cui dichiarava che si sarebbe seduto e parlare con amici e nemici, anche con Cuba, ma che non avrebbe tolto il blocco. E’ ciò che sta facendo. Obama ha cambiato il modo di fare politica, ma non la strategia.
G. Ora almeno possono arrivare a Cuba rimesse illimitate dagli USA.
George Bush le ha limitate a 100 dollari al mese, e ora è possibile inviare i soldi che vuoi, e non solo per le famiglie, condurre attività personali o di gruppo. Ma ciò che non è ancora autorizzato è che lo Stato cubano possa gestire il dollaro e fare una transazione usando il dollaro. Questo è il problema. Istituzionalmente non è possibile utilizzare il dollaro. Si corre il rischio che esso venga confiscato. Pertanto, l’amministrazione USA sta selezionando le persone della società cubana che vuole potenziare. Sta beneficiando persone che hanno parenti negli USA o che lavorano in modo autonomo, e che di solito sono bianchi. Né neri, né meticci.
G. Quindi, cosa vuole Cuba?
Ciò di cui abbiamo bisogno è che gli USA liberi il dollaro e gli investimenti. Che possiamo disporre di crediti dalle banche USA, e potenziare l’attività del turismo. Non possiamo ripartire solamente col nostro capitale. E che venga eliminata la legge Helms Burton. Se rimuove quella legge, rimuove il blocco.
Esteban Morales y una travesura contra El Mundo
El pasado 30 de septiembre, el periódico El Mundo publicó una entrevista al profesor Esteban Morales bajo el título: ‘Lejos de mejorar, la situación de bloqueo a Cuba ha empeorado’.
La periodista dice que el Profesor le pidió a ese diario que le pagase por la entrevista y que la misma es “fruto del regateo”.
Me parece muy bien la travesura de Morales: que El Mundo pague por la verdad, ya que a ese diario le pagan y paga por la mentira, mientras aparenta que lo hace gratis.
La generosidad de Morales con medios y blogueros no está en duda, por ofrecer desinteresadamente sus opiniones siempre atendibles.
P. Barack Obama ha flexibilizado el embargo comercial a Cuba.
No, perdone. Obama ha dividido el bloqueo en dos.
P. ¿Qué quiere decir?
Las medidas de flexibilización que Obama ha aprobado no se refieren a toda la sociedad cubana, sino sólo a una parte. Por ejemplo, ha eliminado las medidas establecidas por George Bush, que limitaban los visados, o el envío de paquetes y remesas. También ha facilitado el comercio a sectores privados, además de la importación y exportación, y ciertas formas de crédito. O pretende mejorar las telecomunicaciones o que lleguen herencias y tecnología a Cuba. Todas estas medidas tienen como objetivo reforzar el sector privado emergente en Cuba con el que Obama quiere forzar un cambio político en la isla, y no el sector estatal que es el dominante. De hecho, lejos de mejorar, la situación de bloqueo ha empeorado con medidas punitivas contra Cuba que no tienen precedente en períodos anteriores.
P. ¿A qué se refiere?
Estados Unidos ha puesto multas a la banca canadiense y a la francesa de más de ocho mil millones de dólares porque hicieron negocios con Cuba y facilitaron el flujo financiero aquí. Nunca antes había ocurrido algo así. En el ámbito financiero, Estados Unidos está persiguiendo nuestras transacciones internacionales como nunca lo había hecho.
P. ¿Entonces todas las medidas de flexibilización son puro humo?
Son medidas unilaterales, en las que Estados Unidos pone las reglas y Cuba debe cumplir. Por ejemplo, Obama no ha tocado ni una de las normas de comercio.
P. ¿Qué dicen esas normas?
Dicen que las mercancías que pueden llegar a Cuba son limitadas y básicamente se reducen a alimentos y productos agrícolas. Y no pueden llegar en un barco cubano, sino sólo en un barco que Estados Unidos autorice. De lo contrario, si un barco viene a un puerto de Cuba, después es sancionado a no poder atracar en un puerto estadounidense durante seis meses. También debemos pagar en efectivo y antes de que las mercancías lleguen a Cuba, y no se nos permite el crédito. Así es imposible. Un comercio sin crédito no es comercio. Por otra parte, continúan vigentes las ley Torricelli y la Helms Burton.
P. ¿Qué establecen esas leyes?
La ley Torricelli prohíbe a Cuba la posibilidad de comercializar con filiales norteamericanas en terceros países. Y la Helms Burton impide que se pueda invertir en Cuba en aquellas actividades económicas que fueron propiedad norteamericana. El problema es que todas las grandes actividades fueron propiedad norteamericana. Por ejemplo, la actividad del níquel, el petróleo, la marinera, las centrales azucareras, la eléctrica, la telefonía…
P. ¿En qué se fundamenta esa prohibición?
En los años 60, tras el triunfo de la Revolución, Estados Unidos decidió no comprarnos más azúcar y no vendernos más petróleo. Pero por suerte, la Unión Soviética nos compró azúcar y nos vendió petróleo y eso nos salvó la vida. Cuando llegó el petróleo soviético a Cuba, las refinerías eran de Estados Unidos y éstas se negaron a refinarlo. Así que el gobierno cubano nacionalizó las refinerías y estableció un modelo de compensación por las propiedades nacionalizadas, que consistía en que el país afectado debía comprar una cantidad concreta de azúcar a un precio determinado durante un número de años. Así se compensaba la nacionalización. Pero Estados Unidos no aceptó este modelo de compensación y ahora, si por ejemplo una empresa española invierte en uno de los sectores que era propiedad norteamericana, puede ser multada por Estados Unidos. Eso nos limita muchísimo, porque cualquier capital grande tiene negocios con Estados Unidos.
P. Obama no puede hacer nada para eliminar esa ley. Está atado de pies y manos por el Congreso.
Obama tiene prerrogativas ejecutivas para dejar el bloqueo como un cascarón. ¿Por qué no las utiliza? Obama no es tonto, y el bloqueo continúa siendo para él un instrumento de opresión contra Cuba. Casi al concluir su campaña por la presidencia en 2008, hizo un discurso en Miami en el que declaró que se sentaría a conversar con amigos y con enemigos, también con Cuba, pero que no levantaría el bloqueo. Es lo que está haciendo. Obama ha cambiado la forma de hacer política, pero no la estrategia.
P. Ahora al menos pueden llegar a Cuba remesas sin límite de Estados Unidos.
George Bush las limitó a 100 dólares mensuales, y ahora se puede enviar el dinero que quieras, y no sólo para familiares, llevar a cabo actividades personales o de grupo. Pero lo que no se ha autorizado es que el Estado cubano pueda manejar el dólar o hacer una transacción usando el dólar. Ése es el problema. Institucionalmente no se puede usar el dólar. Corres el riesgo de que te lo decomisen. Por lo tanto, la administración de Estados Unidos está seleccionando a las personas de la sociedad cubana que quiere empoderar. Está beneficiando a personas que tienen familiares en Estados Unidos o que trabajan por cuenta propia, y que normalmente son personas blancas. No negras, ni mestizas.
P. ¿Entonces qué quiere Cuba?
Lo que necesitamos es que Estados Unidos libere el dólar y las inversiones. Que dispongamos de créditos de los bancos norteamericanos, y potenciar la actividad del turismo. No podemos echar a andar sólo con nuestro capital. Y que se elimine la ley Helms Burton. Si echas abajo esa ley, echas abajo el bloqueo.