James Petras da Latino-america http://albainformazione.com
Hugo Chávez ha sempre pensato che la rivoluzione bolivariana fosse un continuo processo in due sensi – 1) la rivoluzione contemporanea come continuazione della storica lotta per la liberazione nazionale guidata da Simon Bolívar all’inizio del 19mo secolo; 2) la rivoluzione politica e nazionale cominciata con la sua elezione nel 1998 deve, necessariamente, avanzare verso una trasformazione socialista.
Chávez capì che il potere politico implicava molto più che vincere le elezioni ed entrare nel Palazzo Presidenziale; l’obiettivo politico strategico era di trasformare lo stato neo-coloniale, allo scopo far avanzare la rivoluzione nazionale per la liberazione, il che in Venezuela significava creare una nazione indipendente. In un paese petrolifero, la liberazione nazionale significava procedure al controllo totale dell’industria petrolifera e alla redistribuzione delle entrate alla maggioranza del popolo lavoratore. Per Chávez, la rivoluzione nazionalista era un passo necessario verso l’avanzamento della rivoluzione socialista. Per Chávez, la nazionalizzazione delle industrie strategiche era un passo verso la socializzazione dell’economia – la decentralizzazione del controllo nelle mani di consigli comunali. Per Chávez, o la rivoluzione avanzava dalla sfera politica ed economica verso una trasformazione sociale, culturale ed etica o avrebbe ristagnato, sarebbe tornata indietro e sarebbe stata sconfitta.
In ogni crisi maggiore, il golpe del 2002, la serrata del 2003, il referendum del 2004, la decade di minacce militari e sabotaggio da Washington e Bogota, Chávez ha risposto radicalizzando la rivoluzione, mobilitando le masse e internazionalizzando la rivoluzione.
A ogni congiuntura del confronto di classe, Chávez non è mai retrocesso; invece di fare compromessi con la borghesia, ha intensificato i suoi sforzi volti ad ampliare la coscienza nazionale e socialista tra le masse.
Chávez ha ingaggiato una lotta su due fronti: 1) contro il ‘nemico esterno’ – l’imperialismo USA, lo stato terrorista colombiano e la classe capitalista del Venezuela; 2) contro i nemici interni, quei leaders e funzionari dello stato bolivariano e della PSUV che erano parte dell’eredità rentista e indaffarati nella corruzione, nell’abuso di potere e che hanno fallito nel rispondere alle domande popolari. Chávez ha dichiarato guerra al burocratismo e alla conciliazione con i borghesi.
Chávez capì che la capacità di resistere i ‘nemici esterni’ dipendeva dai movimenti coscienti, organizzati, della massa. Chávez detestava i dirigenti burocratici, incompetenti e corrotti, che volevano impedire che la rivoluzione avanzasse. Questi funzionari che crcavano di soffocare l’avanzamento del potere popolare, di marginalizzare i consigli comunali, di concentrare il potere nelle mani di un’élite burocratica, allo scopo di negoziare un compromesso con l’imperialismo e la borghesia locale, che avrebbe lasciate le istituzioni basiche e i privilegi della società capitalista intatti.
L’eredità politica basilare di Chávez sta nel suo riconoscimento che la relazione dialettica tra i nemici esterni e interni della rivoluzione continua, richiedeva l’approfondimento della coscienza spirituale, culturale e politica attraverso la radicalizzazione della lotta di classe e dell’audace movimento delle masse.
Di fronte al sabotaggio capitalista dell’economia, Chávez dichiarò la necessità di nazionalizzare tutte le maggiori industrie. Di fronte alle truffe finanziarie da parte di funzionari privati e pubblici, Chávez ha richiesto la socializzazione del sistema bancario. Di fronte agli embargo imperiali, Chávez ha cercato nuovi alleati internazionali: ha approfondito i legami con i nazionalisti latino-americani, islamici, russi e cinesi.
Oggi il Venezuela fronteggia la sua crisi più grande dall’elezione di Chávez.
Il Presidente Maduro si trova di fronte opzioni – o seguire per la strada indicata da Chávez, la strada della rivoluzione continua, o cercare il sentiero della conciliazione, della resa e della sconfitta.
Chávez ha identificato i cinque obiettivi storici interrelati del popolo venezuelano lungo il sentiero della rivoluzione. Ha stabilito il quadro nazionale, ha messo il socialismo nell’agenda a breve termine, ha promosso con successo l’unità sud-americana, ha partecipato alla creazione di un mondo poli-centrico e sollevato il tema del cambiamento climatico.
I progressi del Presidente Chávez sono in pericolo mortale oggi, a causa dei nemici interni ed esterni. La continuazione e realizzazione degli obiettivi storici di Chávez sarà nelle mani dei settori avanzati delle masse rivoluzionarie nei prossimi mesi.
[Trad. dall’inglese per ALBAinformazione di Marco Nieli]