L’argentino Adolfo Pérez Esquivel, Nobel della Pace nel 1980, ha informato d’aver inviato al presidente statunitense, e una lettera nella quale gli ha ricordato, nella cornice del nuovo capitolo iniziato dagli Stati Uniti per ristabilire relazioni con Cuba, “l’imperativo” di chiudere Guantánamo.
“Tutte le Americhe sperano che questa nuova tappa di ristabilimento dei vincoli tra Cuba e gli USA, favorita dal messaggio di dialogo e intesa del Papa Francisco, convinca il Congresso Nazionale degli Stati Uniti e che quindi si chiuda questo carcere” ha riferito il Premio Nobel argentino.
Inoltre ha segnalato la necessità di chiudere anche l’Istituto di Coperazione per la Sicurezza Emisferica e le diverse basi militari che gli Stati Uniti occupano nella regione latinoamericana.
Pérez-Esquivel e altri 11 premii Nobel della Pace hanno inviato nel febbraio scorso una lettera congiunta a Obama – che ha ricevuto a sua volta il Premio Nobel della pace nel 2009 – per reclamare la cancellazione dei programmi di tortura degli Stati Uniti e la chiusura della prigione di massima sicurezza di Guantánamo, ubicata in territorio cubano contro la volontà del popolo e del Governo di Cuba, dove sono reclusi presunti terroristi.
Obama, nella sua risposta alla fine di febbraio, aveva riconosciuto la necessità di chiudere il carcere vincolato a violazioni dei diritti umani ed aveva sottolineato gli sforzi della sua amministrazione nella lotta per sradicare i programmi di tortura e i trattamenti o pene crudeli, disumane e degradanti che sono assolutamente proibite in ogni luogo.
Pérez Esquivel, nel nuovo testo appena diffuso, gli dice che: “Da poco abbiamo ricevuto la tua cordiale risposta come collega Nobel, specificando la tua volontà di portare questo capitolo degli USA al suo termine e motivando le mie parole”.
“Riconosco con speranza il tuo coraggio nell’affrontare quello che i tuoi predecessori non hanno mai fatto, ammettere cioè che gli Stati Uniti violano i diritti umani e che è necessaria la volontà del presidente con quella del popolo e degli attori internazionali, per far sì che questo non si ripeta “Mai Più”, ha affermato l’attivista argentino.
Dire che chiudere il carcere di Guantánamo è un’imperativo nazionale’, e che quello che succede lì debilita la scurezza nazionale statunitense, è un segnale che si cerca un cambio di paradigma, una cosa molto considerevole”, ha segnalato.
In questo senso il difensore dei diritti umani ha trasmesso i suoi migliori auguri.
“Perchè sappiamo che un mondo diverso è possibile. Obama: puoi contare con l mia collaborazione e il mio appoggio solidale in questi impegni”, si legge al finale.
La lettera de Pérez-Esquivel, datata 15 settembre, è stata consegnata in coincidenza con la visita il Papa Francesco negli Stati Uniti.