Invasori e sostenitori del “golpe morbido”, a Miami, riconoscono che vogliono la stessa cosa per Cuba
Edmundo García (http://www.latardesemueve.com)
Sabato 28 giugno, un cosiddetto Foro di Promozione Democratica Continentale ha celebrato, a Miami, un incontro dal titolo “Opzioni e Azioni per potenziare la Società Civile Cubana”. Si è svolto presso l’Aula Magna della Scuola di Diritto Internazionale della Florida (FIU), con l’obiettivo dichiarato, nelle parole del suo comitato di gestione, di “creare le condizioni per cercare soluzioni e tutti insieme raggiungere la nuova Cuba che tutti aneliamo”.
A differenza di quanto fanno di solito, che è chiudersi nelle proprie piattaforme, questa volta i gruppi anti cubani partecipanti hanno deciso di dare un’immagine “democratica” e si sono raggruppati in quello che hanno chiamato due “opzioni”; che sostanzialmente sono la stessa cosa.
Una chiamata “Opzione I”, rappresentata da Carlos Saladrigas e Marcelino Miyares; che si presenta come Presidente del Partito Democratico Cristiano di Cuba, ma che tutti a Miami identificato come “il segretario” di Saladrigas.
Ricordo che Marcelino Miyares è membro della Brigata 2506, che invase Cuba alla Baia dei Porci con il sostegno degli USA. Una verità dimostrabile benché loro, per giustificare la sconfitta, non si stanchino mai di piagnucolare dicendo che i nord americani li tradirono.
A questa cosiddetta “Opzione I” si “opponeva” nell’evento una cosiddetta “Opzione II”, rappresentata da Jaime Suchlicki, Direttore del vergognoso ICCAS dell’Università di Miami; e Pedro Roig, anch’egli mercenario di Giron ed ex Direttore della mal chiamata Radio Martí.
L’idea di questo evento è stata quella di dare l’immagine che ci sia una controrivoluzione “diversa”, con sfumature, tollerante con le proprie differenze ed unita. A Miami è trapelato che dare questa apparenza idilliaca si è reso necessario giacché il grande potere politico USA è stanco di ricevere delegazioni di controrivoluzionari cubano americani, a Washington DC, che non fanno altro che parlare male le une delle altre, in modo che le sia assegnata la maggior parte del denaro della sovversione contro Cuba.
Alcuni vanno nella capitale USA e dicono ai politici e ai legislatori di non dare soldi a gruppi che sono molto “morbidi” con il governo cubano, che dovrebbe essere rovesciato con la forza. Altri passano dagli stessi siti dicendo che il governo cubano deve essere rovesciato in modo più “intelligente”, “avvicinandosi”, e che è meglio dare il denaro a loro che ai vecchi trogloditi di Miami.
Tutto una truffa sulla quale, come ho detto, sembra che ci siano abbastanza lamentele nella capitale come pare si stiano chiedendo se ha davvero senso continuare a gettare i milioni di dollari che si destinano alla sovvertire contro Cuba.
E’ in questo contesto in cui occorreva presentare la controrivoluzione di Miami capace di dibattere sulle “differenze”, in quell’evento del 28 giugno.
Non mi dilungo tanto sulle valutazioni poiché ho bisogno di spazio per offrire elementi preziosi circa il montaggio di questa mossa della controrivoluzione di Miami. La mia opinione su quello che queste persone significano, sulla loro caratura politica e morale, l’ho esposto questo mercoledì 2 luglio nel programma ‘La Tarde se Mueve’. Lo potete ascoltare sul nostro sito web. (http://latardesemueve.com/ Grabaciones)
Andiamo allora ad alcuni dettagli della’evento dal titolo “Opzioni e Azioni per potenziare la Società Civile Cubana”.
Ha aperto il programma il reverendo Martin Añorga che ha chiesto al Signore che benedicesse l’atto (http://www.youtube.com/watch?v=zdR8n6TUVIo).
La preghiera del Reverendo può considerarsi, senza dubbio, il primo intervento politico della giornata. Ha detto: “Signore … grazie per questo gruppo di uomini e donne che ha inquietudini nel cuore per il bene ed il futuro della patria. Consenti che gli interscambi cordiali, rispettosi e amichevoli conducano a conclusioni che siano positive per il futuro di Cuba. La nostra patria è nelle tue mani e per lei intercediamo…”.
Voglio ricordare che questo signore, apparentemente pacifista e tanto cristiano, è una delle persone che sostenne che fossero liberati i terroristi Luis Clemente Posada Carriles, Pedro Remon, Gaspar Jiménez Escobedo e Guillermo Novo Sampol, che pianificarono un attentato contro Fidel nell’auditorium dell’Università di Panama, dove sarebbero morte centinaia di persone se avesse avuto luogo.
La preghiera del reverendo Martin Añorga è parziale e chiede una cosa sola: l’implosione della Rivoluzione cubana e la sventura per coloro che la sostengono.
Come non potrebbe essere altrimenti, dato il suo desiderio di protagonismo, il principale oratore della cosiddetta “Opzione I” è stato il signor Carlos Saladrigas. Come sempre, Saladrigas è stato manipolatore e invece di parlare chiaro ha detto vagamente ciò che desiderava per Cuba “quello che tutti aneliamo e quello che tutti vogliamo”. Tutti? Credo, come ho detto altre volte, che la Cuba che vuole Saladrigas è quella di prima del 1959, dove pochi vivevano a loro capriccio e impunemente.
Per ottenere ciò Saladrigas si dedica a cospirare; in questo evento si avvicina a persone che lo hanno duramente criticato per essersi recato a Cuba, come Frank Calzón. E quando va a Cuba cospira anche con la controrivoluzione interna; per questo rappresentanti del governo o della stessa Chiesa Cattolica, un’istituzione che lo ha accolto con soddisfazione, neppure lo vogliono vedere. Non è leale, non è sincero; come ha detto Fidel in una Riflessione dove lo ha ritratto, Saladrigas crede che i cubani si possono comprare con un pò di denaro.
Lo riconosce chiaramente, in quell’evento, quando dice che ciò che lo differenzia dagli esponenti della destra come Frank Calzon e Orlando Gutiérrez Boronat “non sono idee che ci dividono, in linea di principio, né obiettivi”. Contro la Rivoluzione cubana ciò che li separa sono cose superabili, minuzie. Il fondamentale è essere contro di lei.
Secondo lo stesso Saladrigas (http://www.youtube.com/watch?v=xsn-EUY3mcs), la sua agenda parte da che Cuba è “un paese totalitario” che deve muoversi verso la democrazia. Tra una rete di apparenti buone intenzioni, dice che difende “il cambio sulla continuità a Cuba”.
E “continuità” è, come tutti sappiamo, un modo dispregiativo di chiamare la continuità del legato storico della Rivoluzione cubana e dei suoi dirigenti; che ora Saladrigas pretende interrompere con lo sviluppo della cosiddetta “società civile cubana”.
Saladrigas vuole cambi a Cuba, cambi a Miami e cambi nella politica nord americana verso Cuba.
Ma perché Saladrigas desidera “facilitare” cambiamenti a Cuba? Egli stesso lo confessa: “Agevolare i cambi, perché il cambiamento genera cambiamento, che sono incontrollabili ed inarrestabili … L’apertura, i cambi e la fluidità facilitano che si verifichino cigni neri”. E cosa sono i cigni neri? Lasciamo che sia di nuovo lo stesso Saladrigas che lo chiarisca: “I cigni neri sono quegli eventi storici che sono assolutamente e totalmente imprevedibile e che nessuno li può anticipare, nessuno li può vedere … e che sono quelli che più impatto hanno avuto nel corso del storia … “.
“Democrazia liberale nel senso occidentale tradizionale”, dice testualmente Saladrigas é ciò che desidera per Cuba.
Poi dice di essere fiducioso che le decisioni sbagliate di “governi inetti” possano essere utili per le transizioni: “L’abbiamo visto in molti luoghi, come in Tunisia ed Indonesia” Pensa a Cuba attraverso altri paesi: Corea del Sud, Filippine, Cile, Spagna … L’unica cosa che Saladrigas non analizza sono i cambia a Cuba attraverso la conoscenza della realtà di Cuba stessa. Questa è sempre stata la causa fondamentale del suo fallimento.
L’ingenuità politica di Saladrigas è duplice. In primo luogo, perché ritiene che a Cuba non capiscono le sue vere intenzioni. In secondo luogo, perché lo stesso Saladrigas, per autosufficienza, confessa le sue vere intenzioni.
L’oratore principale della “Opzione II” è stato Jaime Suchlicki. Come ho detto, si suppone che questa sia la posizione più “dura”.
Suchlicki ha iniziato dall’analisi generale a partire dalla politica estera, dicendo che gli USA non potevano tollerare una “dittatura militare”, come Cuba, che a suo parere sostiene il terrorismo, traffica con persone e viola i diritti umani. Suchlicki chiede che gli USA trattino Cuba come trattarono i paesi dell’ex Europa dell’Est: come un paese comunista che è stato anche una minaccia nucleare.
Suchlicki definisce Cuba come un paese alleato dell’Iran, Siria, Corea del Nord, Russia e Venezuela. Da ciò il suo sostegno al blocco è definito così: “L’idea che l’embargo o blocco sia la causa dei problemi di Cuba è un errore …”. (Http :/ / www.youtube.com/watch?v=Gl3dExkzrwo)
Suchlicki difende il blocco contro Cuba, si oppone all’apertura dei viaggi (anche se ha riconosciuto, nell’evento, che visitò l’ex URSS come turista), e ritiene che gli imprenditori che cercano di negoziare con Cuba vogliono una perpetuazione del “comunismo”. Il direttore dell’ICCAS dell’Università di Miami ha concluso il suo intervento in modo deplorevole:”Io so che abbiamo aspettato 56 anni. Sono da 56 anni in questa cosa. Anch’io sono stanco, ma bisogna aspettare. I russi aspettarono 70 anni perché il comunismo terminasse … gli ebrei aspettarono 2000 anni per avere uno stato libero e democratico. Non credo che si deve essere nervosi e dire che si deve cambiare. Quello che i cambi possono produrre è la perpetuazione del sistema militare a Cuba”.
Non ci vuole molto sforzo per vedere le “sfumature” che esistono tra la cosiddetta ‘”Opzione I” difesa da Saladrigas e l’ “Opzione II” presentata da Suchlicki. Di fronte all’estremismo di questo, a volte Saladrigas può sembrare un amico della Rivoluzione cubana. Ma attenzione: lo ha detto all’inizio Mons. Añorga e lo ha riconosciuto Saladrigas nel suo intervento: Tutti vogliono la stessa cosa. Tutti cercano la fine della Rivoluzione cubana e del suo legato.
Ognuna di queste “opzioni” ha avuto un suo difensore di seconda e terza linea, in quell’evento di sabato 28 giugno alle FIU.
Accanto a Suchlicki o vicino a lui, per la chiamata “Opzione II”, si può anche citare Frank Calzon (http://www.youtube.com/watch?v=9NtLk10hrHU), Orlando Gutiérrez Boronat (http://www.youtube.com/watch?v= 9rE50wCDkdc), e naturalmente Pedro Roig (http://www.youtube.com/watch?v=g0lWsgTr370).
Nella cosiddetta “Opzione I” con Carlos Saladrigas si possono ascoltare, sul link corrispondente, Marcelino Miyares (http://www.youtube.com/watch?v=5OsoFhWeorA) e Rick Herrero (http://www.youtube.com/watch?v=0ChZGvu1nEk).
A proposito di Rick Herrero vorrei aggiungere poche parole. Come egli stesso dice nel suo intervento, è il direttore di un’organizzazione di nuova costituzione denominata “Cuba Now”. Il suo obiettivo è quello di chiedere al presidente Obama più aperture verso Cuba e chiedere a Cuba di fare “cambiamenti democratici” nel senso in cui li chiede Yoani Sánchez, che è stata l’immagine della sua campagna promozionale a Washington DC. Ma “Cuba Now” più di una organizzazione è una succursale del Cuba Study Group di Carlos Saladrigas, di cui Herrero è stato un dirigente. Personalmente ho parlato con Herrero per un’intervista al programma ‘La Tarde se Mueve’. Dopo un iniziale interscambio, questi ha smesso di rispondere ai messaggi probabilmente su richiesta dello stesso Saladrigas.
Cito l’incidente perché dimostra l’ipocrisia di queste persone che dicono di voler portare la democrazia a Cuba, che criticano la stampa cubana, e tuttavia sono loro i primi censori e “segretisti” quando li richiede un media alternativo che non li sottopone al copione concordato, come fa la stampa compiacente di Miami; o come quell’insieme di domande e risposte che di solito li accolgono dopo le loro usuali presentazioni. (http://www.youtube.com/watch?v=2_QOjXJH2Qk)
La controrivoluzione cubana, in nessuna delle sue varianti “dura” o “morbida”, ha posto nei cambi che il popolo e la leadership del paese stanno portando a termine nell’isola. Molte generazioni verranno e seguiranno il legato rivoluzionario codificato nella vita ed opera di Fidel. Come nazione, questo è il nostra unico destino.
Invasores y partidarios del “golpe suave” en Miami reconocen que quieren lo mismo para Cuba
Edmundo García (http://www.latardesemueve.com)
El sábado 28 de junio un llamado Foro de Promoción Democrática Continental celebró en Miami a una reunión titulada “Opciones y Acciones para empoderar la Sociedad Civil Cubana”. Tuvo lugar en el Aula Magna de la Escuela de Derecho de la Universidad Internacional de la Florida (FIU), con el declarado objetivo, en palabras de su comité gestor, de “crear las condiciones en busca de soluciones y todos juntos alcanzar la nueva Cuba que todos anhelamos”.
A diferencia de lo que suelen hacer, que es encerrarse en sus propias plataformas, esta vez los grupos anticubanos participantes decidieron dar una imagen “democrática” y se agruparon en lo que denominaron dos “opciones”; que en el fondo son lo mismo.
Una llamada “Opción I”, representada por Carlos Saladrigas y Marcelino Miyares; que se presenta como Presidente del Partido Demócrata Cristiano de Cuba pero que todo el mundo en Miami identifica como “el secretario” de Saladrigas.
Les recuerdo que Marcelino Miyares es miembro de la Brigada 2506, que invadió a Cuba por Playa Girón con apoyo norteamericano. Una verdad demostrable aunque ellos, para justificar la derrota, no se cansen de lloriquear diciendo que los norteamericanos los traicionaron.
A esta llamada “Opción I” se le “opuso” en el evento una denominada “Opción II”, representada por Jaime Suchlicki, Director del vergonzoso ICCAS de la Universidad de Miami; y Pedro Roig, también mercenario de Girón y ex Director de la mal llamada Radio Martí.
La idea de este evento fue dar la imagen de que hay una contrarrevolución “diversa”, con matices, tolerante con sus propias diferencias y unida. En Miami se ha filtrado que dar esa apariencia idílica se les ha hecho necesario ya que el gran poder político norteamericano está cansado de recibir delegaciones de contrarrevolucionarios cubanoamericanos en Washington DC donde no hacen más que hablar mal unos de los otros, para que les sea asignada la mayor parte del dinero de la subversión contra Cuba.
Unos van a la capital de Estados Unidos y les dicen a políticos y legisladores que no hay que darles el dinero a grupos que son muy “suaves” con el gobierno cubano, al que habría que derrocar por la fuerza. Otros pasan por los mismos sitios diciendo que al gobierno cubano hay que tumbarlo de forma más “inteligente”, “acercándose”, y que es mejor que les den el dinero a ellos que a los viejos trogloditas de Miami.
Todo un chanchullo sobre el cual, como les decía, parece que hay suficientes quejas en la capital como para que se estén preguntando si tiene realmente sentido seguir botando los millones de dólares que se destinan a la subversión contra Cuba.
Es en este contexto en que se les ocurre presentar una contrarrevolución miamense capaz de debatir “diferencias”, en ese evento del 28 de junio.
No voy a extenderme mucho en valoraciones pues necesito espacio para ofrecer elementos precisos acerca del montaje de esta jugada de la contrarrevolución miamense. Mi criterio sobre lo que estas personas significan, sobre su catadura política y moral, lo expuse este miércoles 2 de julio en el programa La Tarde se Mueve. Lo pueden escuchar en nuestra página web. (http://latardesemueve.com/grabaciones)
Vamos entonces a algunos detalles del evento titulado “Opciones y Acciones para empoderar la Sociedad Civil Cubana”.
Abrió el programa el Reverendo Martín Añorga, quien pidió al Señor que bendijera el acto (http://www.youtube.com/watch?v=zdR8n6TUVIo).
La oración del Reverendo puede considerarse sin dudas la primera intervención de carácter político del día. En ella dijo: “Señor… gracias por este grupo de hombres y mujeres que tienen inquietudes en el corazón por el bien y el futuro de la patria. Permite que los intercambios cordiales, respetuosos y amables conduzcan a conclusiones que sean positivas para el futuro de Cuba. Nuestra patria está en tus manos y por ella intercedemos…”.
Quiero recordar que este señor, aparentemente tan pacifista y tan cristiano, es una de las personas que abogó porque salieran en libertad los terroristas Luis Clemente Posada Carriles, Pedro Remón, Gaspar Jiménez Escobedo y Guillermo Novo Sampol, que planificaron un atentado contra Fidel en el paraninfo de la Universidad de Panamá, donde morirían centenares de personas si hubiera tenido lugar.
La oración del Reverendo Martín Añorga es parcial y pide por una sola cosa: Por la implosión de la Revolución Cubana y por el infortunio de aquellos que la apoyamos.
Como no podía ser de otra manera dado su afán de protagonismo, el principal orador en nombre de la llamada “Opción I”, fue el señor Carlos Saladrigas. Como siempre, Saladrigas fue manipulador y en lugar de hablar claro dijo imprecisamente que deseaba para Cuba “lo que todos anhelamos y lo que todos queremos”. ¿Todos? Yo creo, como he dicho otrasveces, que la Cuba que Saladrigas quiere es aquella de antes 1959 donde unos pocos vivían a su antojo y con impunidad.
Para lograrlo Saladrigas se dedica a conspirar; en este evento se acerca a personas que le han criticado duramente por viajar a Cuba, como Frank Calzón. Y cuando viaja a Cuba conspira también con la contrarrevolución interna; por eso representantes del gobierno ni la propia Iglesia Católica, una institución que lo acogía con satisfacción, ni siquiera quieren verlo. No es leal, no es sincero; como dijo Fidel en una Reflexión donde lo retrató, Saladrigas cree que a los cubanos se les puede comprar con un poco de dinero.
Lo reconoce claramente en ese evento cuando dice que lo que le diferencia a él de derechistas como Frank Calzón y Orlando Gutiérrez Boronat “no son ideas que nos dividen en principio ni en objetivos”. Contra la revolución cubana lo que los separa son cosas superables, minucias. Lo fundamental es estar contra ella.
Según el propio Saladrigas (http://www.youtube.com/watch?v=xsn-EUY3mcs), su agenda parte de que Cuba es “un país totalitario” que debe moverse hacia la democracia. Entre una red de aparentes buenas intenciones, dice que defiende “el cambio sobre el continuismo en Cuba”.
Y “continuismo” es, lo sabemos todos, una forma despectiva de llamar a la continuidad del legado histórico de la Revolución Cubana y sus líderes; que ahora Saladrigas pretende interrumpir con el desarrollo de la llamada “sociedad civil cubana”.
Saladrigas quiere cambios en Cuba, cambios en Miami y cambios en la política norteamericana hacia Cuba.
Pero, ¿por qué Saladrigas desea “facilitar” cambios en Cuba? Él mismo lo confiesa:“Facilitar los cambios, porque el cambio engendra cambios, que son incontrolables e indetenibles… La apertura, los cambios y la fluidez facilitan que ocurran cisnes negros”. ¿Y qué son los cisnes negros? Dejemos que sea nuevamente el propio Saladrigas quien lo aclare:“Cisnes negros son aquellos eventos históricos que son absoluta y totalmente impredecibles y que nadie los puede anticipar, nadie los puede ver… y que quizás son los que más impacto han tenido en el curso de la historia…”.
“Democracia liberal en el sentido tradicional Occidental”, dice textualmente Saladrigas que es lo que desea para Cuba.
Luego dice que confía en que las malas decisiones de “gobiernos ineptos” pueden ser útiles para las transiciones: “Lo hemos visto en muchos lugares, como en Túnez e Indonesia”. Piensa en Cuba a través de otros países: Corea del Sur, Filipinas, Chile, España… Lo único que no analiza Saladrigas son los cambios en Cuba a través del conocimiento de la realidad de la propia Cuba. Esta es siempre la causa fundamental de su fracaso.
La ingenuidad política de Saladrigas es doble. Primero, porque cree que en Cuba no se dan cuenta de sus verdaderas intenciones. Segundo, porque el propio Saladrigas, por autosuficiencia, confiesa sus verdaderas intenciones.
El principal orador de la llamada “Opción II” fue Jaime Suchlicki. Como ya dije, se supone que esta sea la posición más “dura”.
Suchlicki se fue por la parte del análisis general a partir de la política exterior y dijo que Estados Unidos no podía tolerar una “dictadura militar” como Cuba, que en su criterio apoya el terrorismo, trafica con personas y viola los derechos humanos. Suchlicki pide que Estados Unidos trate a Cuba como trató a los países de la ex Europa del Este: como un país comunista que ha sido también una amenaza nuclear.
Suchlicki define a Cuba como un país aliado de Irán, Siria, Corea del Norte, Rusia y Venezuela. A partir de esto, su apoyo al bloqueo queda definido así: “La idea de que el embargo o el bloqueo es la causa de los problemas de Cuba es una falacia…”. (http://www.youtube.com/watch?v=Gl3dExkzrwo)
Suchlicki defiende el bloqueo contra Cuba, se opone a la apertura de viajes (aunque reconoció en ese evento que visitó la ex URSS como turista), y cree que los empresarios que intentan negociar con Cuba lo que desean es una perpetuación del “comunismo”. El director del ICCAS de la Universidad de Miami terminó su intervención de forma lamentable: “Yo sé que hemos esperado 56 años. Yo llevo 56 años en esta cosa. Yo también estoy cansado, pero hay que esperar. Los rusos esperaron 70 años para que el comunismo acabara… los judíos esperaron 2,000 años para tener un estado libre y democrático. Yo no creo que haya que ponerse nervioso y decir que hay que cambiar. Los cambios lo que pueden producir es la perpetuación del sistema militar en Cuba.”
No hay que hacer muchos esfuerzos para ver los “matices” que hay entre la llamada “Opción I” defendida por Saladrigas y la “Opción II” presentada por Suchlicki. Frente al extremismo de este, por momentos Saladrigas puede parecer hasta un amigo de la Revolución Cubana. Pero cuidado: Lo dijo Mons. Añorga al inicio y lo reconoció Saladrigas en su propia intervención: Todos quieren lo mismo. Todos buscan el fin de la Revolución Cubana y su legado.
Cada una de estas “opciones” tuvo sus defensores de segunda y tercera línea en ese evento del sábado 28 de junio en FIU.
Junto a Suchlicki o cerca de él, por la llamada “Opción II”, también se puede citar a Frank Calzón (http://www.youtube.com/watch?v=9NtLk10hrHU), Orlando Gutiérrez Boronat (http://www.youtube.com/watch?v=9rE50wCDkdc), y por supuesto a Pedro Roig (http://www.youtube.com/watch?v=g0lWsgTr370).
En la llamada “Opción I” con Carlos Saladrigas pueden escuchar en el link correspondiente a Marcelino Miyares (http://www.youtube.com/watch?v=5OsoFhWeorA) y a Rick Herrero (http://www.youtube.com/watch?v=0ChZGvu1nEk).
Sobre Rick Herrero quisiera añadir unas breves palabras. Como él mismo dice en su intervención, es el director de una recién fundada organización llamada “Cuba Now”. Su objetivo es pedirle al presidente Obama más aperturas hacia Cuba y pedirle a Cuba que haga “cambios democráticos” en el sentido en que los pide Yoani Sánchez, que ha sido la imagen de su campaña promocional en Washington DC. Pero “Cuba Now” más que una organización es una sucursal del Cuba Study Group de Carlos Saladrigas, de quien Herrero ha sido directivo. Personalmente he estado al habla con Herrero para realizarle una entrevista en La Tarde se Mueve. Luego de un intercambio inicial, este ha dejado incluso de responder mensajes probablemente por exigencia del propio Saladrigas.
Cito el incidente para que se compruebe la hipocresía de estas personas que dicen querer llevar la democracia a Cuba, que critican a la prensa cubana, y sin embargo son ellos los primeros censores y “secretistas” cuando les reclama un medio alternativo que no se les somete a guión pactado, como hace la prensa complaciente de Miami; o como esos nidos de preguntas y respuestas que les suelen acomodar tras sus consabidas presentaciones. (http://www.youtube.com/watch?v=2_QOjXJH2Qk)
La contrarrevolución cubana, en ninguna de sus variantes “dura” o “suave”, tiene lugar en los cambios que el pueblo y la dirección del país están llevando a cabo en la isla. Muchas generaciones vendrán y seguirán el legado revolucionario codificado en la vida y la obra de Fidel. Como nación, ese es nuestro único destino.