Distinte dichiarazioni di ufficiali e di personalità del governo nordamericano in una polifonia da cavernicoli, creata da falsi giornalisti e intellettuali, creatori di gazzettini, ex governanti già dimenticati e formati in bande miserabili, hanno scatenato la più feroce bugiarda e reazionaria campagna contro il Venezuela di Hugo Chávez.
In tempi di elezioni come accade nel caso del Venezuela, negli ultimi giorno la profusione di attacchi ha acquistato tratti torrenziali.
Qualsiasi osservatore che si fermi brevemente a guardare lo scenario del Venezuela, vedrà chiaramente una strategia e un piano indirizzati dai gruppi più primitivi e feroci del governo nordamericano che comprendono due grandi obiettivi: destabilizzare dall’interno e isolare dall’esterno il governo del presidente Nicolás Maduro e in questo modo, assicurare la sua caduta.
Le difficoltà economiche generate dalla caduta delle entrate dal petrolio, che riduce la capacità del paese d’importare alimenti ed anche gli elementi necessari per la produzione interna, unite alla guerra economica rappresentata dalla speculazione e dall’accaparramento dei prodotti, hanno provocato problemi di scarsità e forti pressioni inflazionarie.
La reazione interna ed esterna pensano che sia giunto il momento di “dare un taglio” al processo bolivariano. Il presidente Nicolás Maduro ha affrontato questa situazione con un piano che nell’essenza si propone i mantenere le conquiste sociali e non scaricare sulla popolazione il peso della crisi generata dai problemi dell’ economia.
Il problema politico di fondo delle prossime elezioni del 6 dicembre, radica in una questione basilare: si manterrà un’Assemblea Nazionale con la maggioranza a lato della Rivoluzione Bolivariana o si formerà un Parlamento dedicato ad ostacolare la politica di carattere popolare del nostro Governo?
Le accuse di “frode”, il rifiuto della destra di firmare l’impegno di rispettare i risultati elettorali uniti al vuoto politico e alla mancanza di leaders credibili, generano nell’alleanza di questa gente più dubbi che certezze sulla possibilità di combinare qualcosa nelle elezioni di dicembre.
Giocano a portare il caos nel paese combinando la campagna dei media della destra alle cospirazioni per tentare azioni golpiste, con la feroce campagna scatenata dalla destra internazionale.
Vogliono vincere con le cattive quello che non possono vincere con le buone.
Lavorano per scatenare la violenza in una fuga in avanti, accusando il Governo Bolivariano d’essere dittatoriale, quando è invece obbligato a spiegare le azioni necessarie per mantenere l’ordine interno e la pace, esattamente come stabilisce la Costituzione Bolivariana del Venezuela.
Inoltre il piano imperiale parte da un obiettivo di maggior ampiezza: frenare e gettar via i cambiamenti che avvengono in Nuestra America e le conquiste significative realizzate come riflettono la riduzione della povertà e la crescita economica negli stessi anni in cui il mondo capitalista era scosso da una crisi dalla quale comincia appena ad uscire in questi giorni.
Lo lotta è pianificata così in uno scenario nazionale, ma anche continentale. Quello che succede in Argentina, Brasile o Venezuela, avrà un effetto per tuta la regione e nel mondo.
Questa è la ragione per la quale il nostro popolo con il governo di Nicolás Maduro alla guida, sta chiamando a pronunciarsi dirigenti e organizzazioni popolari, intellettuali, leader politici e tutti coloro che hanno il senso della decenza, della dignità, dell’amore per la libertà e l’indipendenza delle nostre nazioni, con tutti coloro che respingono i piani e le azioni violente che vogliono impedire che il popolo venezuelano e in conseguenza Nuestra America avanzi per la via della pace e le trasformazioni democratiche che abbiamo vissuto per più di 15 anni in questa regione che è pacifica, ma degna, orgogliosa delle sue conquiste e della sua indipendenza.
Continua la distruzione delle armi in Venezuela
Le autorità del Venezuela continuano oggi e in tutto il paese un processo di distruzione delle armi da fuoco con l’obiettivo d’incrementare gli spazi di pace di questa nazione sudamericana.
Durante la più recente operazione, realizzata come parte delle attività della Settimana Internazionale per il Disarmo, sono state distrutte 2826 armi.
Secondo Yahir Muñoz, viceministro venezuelano alle Relazioni Interne, Giustizia e Pace, la distruzione è stata realizzata in maniera simultanea in 22 delle 24 entità amministrative del paese.
“Una parte delle armi distrutte è materiale sequestrato dalle forze di sicurezza e l’altra consegnata volontariamente da cittadini che vogliono la pace”, ha detto.
Le autorità del Venezuela hanno iniziato il Piano di Disarmo nel 2013, per contribuire alla prevenzione dei delitti e alla diminuzione della violenza.
I dati del Governo indicano che da gennaio a settembre del 2015 sono state distrutte in Venezuela 15.160 armi da fuoco.