Edmundo García https://lapupilainsomne.wordpress.com
Marcelo Claure, presidente e capo operazioni esecutive della società Sprint, che ha firmato un recente accordo con ETECSA, era in visita all’Avana. Come è comune tra i visitatori che arrivano a Cuba, siano amici o no, Claure è andato alla Piazza della Rivoluzione e ha fatto una foto all’immagine del Che che poi ha postato nel suo twitter.
Questo semplice gesto è stato il pretesto perché, questa settimana, a Miami scoppiasse, sull’imprenditore, una campagna di molestie, a cui hanno partecipato perfino membri del congresso federale, guidati dal repubblicano Carlos Curbelo, attuale titolare del Distretto 26 della Florida, che comprende gli isolotti (Contea Monroe) ed il sud della contea Miami Dade.
Curbelo, che è d’origine cubana, ha usato il suo attacco a Claure per lanciare una raffica di insulti al Che, una figura che gli stà troppo grande. Questo articolo, in risposta, è indirizzato a questo congressista di Miami:
Guarda Curbelo … tu non conosci il Che; tu non sai chi è il Che. La tua famiglia sembra non aver avuto la capacità mentale di comprendere il Che e mostrartelo nella sua verità; e tu, ovviamente, non c’è l’hai per riuscire a capirlo da solo.
I tuoi discendenti non capiranno il Che. O forse sì. Speriamo di sì. Il Che era una persona con una capacità di valore come poche l’hanno avuta; e con delle convinzioni conseguenza di detto valore.
Il Che era argentino, era di tutta l’America Latina e di tutto l’universo. Il Che fu un uomo che fin dalla sua gioventù fece parte dei più importanti movimenti guerriglieri del suo tempo.
Il Che è stato un rivoluzionario in molti continenti. Percorse la Nostra America e conobbe, di prima mano, i problemi della gente. Era un medico e un rivoluzionario e in questa duplice condizione si mise al servizio dei più bisognosi. Lottò in Guatemala, dove si oppose al colpo di stato preparato dai falchi della CIA contro Velazco Alvarado; lottò a Cuba, in Congo, in Bolivia. Ovunque fosse necessario, in qualsiasi parte conobbe un’ingiustizia, lì stava il Che.
Come dovresti sapere Curbelo, il Che fu vilmente assassinato in Bolivia, da un personaggio che oggi vive a Miami; o con la complicità di tal personaggio, di nome Felix Ismael Rodriguez Mendigutía, che è soprannominato “il gatto”. Non importa che abbia sparato un altro, “il gatto” era lì per assicurarsi, che il Che, fosse massacrato vigliaccamente. Non credere a nessun’altra leggenda, nessun’altra bugia.
Sicuramente tu conosci quell’assassino, perché è delle persone che tu cerchi di guadagnarti con diffamazioni come quelle che recentemente hai pronunciato, affinché votino per la tua rielezione. Hai dimenticato ben presto, ciò che una volta hai detto dell’onestà e del rispetto per la verità, quando eri un membro del consiglio scolastico di Miami. Ma, l’insegnamento non è il tuo genere, non ti piace. Dove tu ti senti bene è in quel tipo di politica che diventa corrotta e si alimenta dell’immorale.
Perché tu non fai buona politica per i cittadini, Curbelo, tu fai politica contro Cuba, ti alimenti degli attacchi al paese dei tuoi genitore.
Il Che era una persona che non accettò mai un privilegio. Cosa non avrebbe potuto avere il Che! Cosa non si sarebbe guadagnato il Che con il suo coraggio e la sua esemplarità! Sono sicuro che quel posticino, che tu hai, come membro del Congresso federale tu lo difendi perfino con le unghie, fino alle cuticole; se devi conficcare le unghie per mantenere il tuo incarico, li conficchi; e se le devi dipingere, ti li dipingi Curbelo. Quelle delle mani e pure quelle dei piedi.
Per parlare di una figura come il Che devi imparare molte cose prima. Non parlare dall’ignoranza; perché è dall’ignoranza che tu lo hai attaccato con molto odio. Perché quando non si conosce nemmeno colui che si attacca è la prova che lo si fa per odio inculcato o perché si presta per trasmettere pensieri o sentimenti di altri. Nel tuo caso, sicuramente, quello di Ileana Ros-Lehtinen e di Mario Diaz-Balart, che stanno più tempo di te nel Congresso. Oppure di David Rivera, che sicuramente seguirai con le tue orme.
Guarda Curbelo, quando al Che lo sfioravano le pallottole e andava avanti a prescindere dal pericolo; con quindici uomini sotto il suo comando, il Che metteva in scacco una colonna di centinaia di nemici. Lo faceva di fronte. E inoltre li faceva arrendere, per tattica e strategia. Nella guerra aperta e nella guerriglia, il Che era in grado di resistere giorni interi senza mangiare, e si prendeva cura dei suoi uomini quando erano malati o erano feriti, prima di se stesso. Il Che ha subito varie ferite e mai si lamentò.
Io sono convinto congressista Curbelo, che se lei vede un fucile a “palletoni”, che se lei sente il leggero sibilo di una “pallina U”, sono sicuro che lei esce volando. Voglio dire correndo … No, volando: lei esce volando dalla paura e bisognerà seguirlo dall’impronta di ciò che lei emetterà lungo la strada. Sia, quale che sia, il prodotto che esca dal suo corpicino.
Lei è incapace di affrontare la vita come l’affrontò il Che Guevara. Dal punto di vista iconico, senza volere mettere a confronto le vostre vite, il Che è oggi una figura paragonabile alle grandi leggende del XX secolo e che accompagnano il nostro tempo; penso, ad esempio, a John Lennon.
Non so se lei capisce questo Curbelo; ma pulisca il suo carrello di atterraggio quando usa la sua bocca per parlare del Che. Lei è vittima di tutte le leggende e le menzogne che girano a Miami. Mi consenta di chiarirle che il Che non ha mai colpito una persona indifesa. Il Che ha affrontato nemici, quello sì; mercenari pagati da potenze straniere affinché attentassero contro il suo popolo.
Già vorresti tu trovarti nel posto in cui il Che si perse. Il Che era ardito Curbelo; chiedilo ai tuoi genitori ciò che significa essere ardito. Se tu fossi stato in una delle squadre degli aguzzini che tu ammiri, il Che da solo, Curbelo, con il capitano San Luis e Il Vaquerito accanto, lasciamelo dirtelo, che ti veniva incontro, Curbelo, e vi faceva arrendere a pura lettera “C”.
Senti Curbelo, del Che parlano in tanti; ma parlare in modo offensivo, nel personale, come hai fatto tu, richiede altre cose. Sappilo.
Congresista Republicano ataca al Che en Miami.
Por Edmundo García
Marcelo Claure, presidente y jefe de operaciones ejecutivas de la compañía Sprint, que ha firmado un reciente acuerdo con ETECSA, estuvo de visita en La Habana. Como es común entre los visitantes que llegan a Cuba, sean amigos o no, Claure fue a la Plaza de la Revolución e hizo una foto de la imagen del Che que luego colgó en su twitter. Ese sencillo gesto fue el pretexto para que esta semana en Miami se desatara sobre el empresario una campaña de acoso, en la que participaron hasta congresistas federales encabezados por el Republicano Carlos Curbelo, actual titular del Distrito 26 de la Florida, que abarca los cayos (condado Monroe) y el sur del condado Miami Dade.
Curbelo, que es de origen cubano, utilizó su ataque a Claure para lanzar una andanada de ofensas al Che, una figura que le queda demasiado grande. Este artículo, como respuesta, va dirigido a ese congresista de Miami:
Mira Curbelo… Tú no conoces al Che; tú no sabes quién es el Che. Tu familia parece que no ha tenido capacidad mental para entender al Che y enseñártelo en su verdad; y tú es obvio que no la tienes para haberlo entendido por tu cuenta.
Tus descendientes no van a entender al Che. O a lo mejor sí. Ojalá que sí. El Che era una persona con una capacidad de valor como pocas la han tenido; y con unas convicciones en consecuencia con ese valor.
El Che era argentino, era de toda América Latina y de todo el universo. El Che fue un hombre que desde su juventud formó parte de los movimientos guerrilleros más importantes de su época.
El Che fue un revolucionario en varios contenientes. Recorrió Nuestra América y conoció de primera mano los problemas de la gente. Era un médico y un revolucionario y en esa doble condición se puso al servicio de los más necesitados. Luchó en Guatemala, donde se opuso al golpe preparado por los halcones de la CIA contra Velazco Alvarado; luchó en Cuba, en el Congo, en Bolivia. Donde quiera que hiciera falta, en cualquier lugar que conoció una injusticia allí estuvo el Che.
Como debieras saber Curbelo, el Che fue asesinado vilmente en Bolivia por un personaje que vive actualmente en Miami; o con la complicidad de ese personaje, llamado Félix Ismael Rodríguez Mendigutía, a quien apodan “el gato”. No importa que haya disparado otro, “el gato” estaba allí para asegurarse de que lo masacraran cobardemente. No te creas ninguna otra leyenda, ninguna otra mentira.
Seguramente tú conoces a ese asesino, porque es de las personas que tú tratas de ganarte con difamaciones como las que recientemente has proferido, para que voten por tu reelección. Se te olvidó muy pronto lo que una vez dijiste de la honestidad y el respeto a la verdad cuando eras miembro de la junta escolar de Miami. Pero a ti el magisterio no te pega, no te gusta. Donde tú te sientes bien es en ese tipo de política que se vuelve corrupta y se alimenta de lo inmoral.
Porque tú no haces política buena para los ciudadanos Curbelo, tú haces política contra Cuba, te alimentas de los ataques al país de tus padres.
En Che era una persona que nunca aceptó un privilegio. ¡Qué no hubiera podido tener el Che! ¡Qué no se habría ganado ya el Che con su valor y su ejemplaridad! Yo estoy seguro que ese carguito que tú tienes como congresista federal tú lo defiendes hasta con las uñas, hasta con las cutículas; si tienes que clavar las uñas para mantenerte en el puesto las clavas; y si tienes que pintártelas, te las pintas Curbelo. Las de las manos y las de los pies.
Para hablar de una figura como el Che tienes que aprender muchas cosas primero. No hablar desde la ignorancia; porque es desde la ignorancia que tú lo has atacado con mucho odio. Porque cuando uno ni siquiera conoce a quien ataca es muestra de que lo hace por odio inculcado o porque se presta para transmitir pensamientos o sentimientos de otros. En tu caso seguramente que de Ileana Ros-Lehtinen y de Mario Díaz-Balart, que llevan más tiempo que tú en el congreso. O de David Rivera, a quien seguramente seguirás con tus pasos.
Mira Curbelo, cuando al Che le rozaban las balas seguía adelante sin importarle el peligro; con quince hombres bajo su mando el Che ponía en jaque a una columna de cientos de enemigos. Lo hacía de frente. Y además los rendía, por táctica y estrategia. En la guerra abierta y en la guerrilla el Che era capaz de resistir días enteros sin comer, y atendía a sus hombres cuando enfermaban o eran heridos, antes que a sí mismo. El Che sufrió varias heridas y jamás se quejó.
Yo estoy convencido congresista Curbelo, que si usted ve una escopeta de “perles”, de copita, que si usted escucha el ligero silbido de una “balita U”, yo estoy seguro que usted sale volando. Quiero decir corriendo… No, volando: usted sale volando del miedo y habrá que seguirlo por la huella de lo que vaya soltando por el camino. Sea el producto que sea el que se desprenda del cuerpecito suyo.
Usted es incapaz de enfrentar la vida como la enfrentó el Che Guevara. Desde el punto de vista icónico, sin que con esto quiera comparar sus vidas, el Che es hoy una figura comparable a las grandes leyendas del siglo XX y que acompañan nuestro tiempo; pienso, por ejemplo, en John Lennon.
Yo no sé si usted entiende esto Curbelo; pero limpie su tren de aterrizaje cuando use la boca para hablar del Che. Usted es víctima de todas esas leyendas y mentiras que andan por Miami. Déjeme aclararle que el Che jamás abatió a una persona indefensa. El Che enfrentó enemigos, eso sí; a mercenarios pagados por potencias extranjeras para que atentaran contra su pueblo.
Ya quisieras encontrarte tú en el lugar que el Che se perdiera. El Che era guapo Curbelo; pregúntales a tus padres lo que es ser guapo. Si tú hubieras estado en uno de los escuadrones de los esbirros que tú admiras, el Che solo Curbelo, con el Capitán San Luis y El Vaquerito al lado, déjame decirte, que te caminaba pa’rriba, pa’rriba Curbelo y los rendían a pura letra “C”.
Mira Curbelo, del Che hablan muchos; pero hablar ofensivamente, en lo personal, como tú has hecho, requiere otras cosas. Para que lo sepas.