Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com
Cuba si oppone al terrorismo, perché il suo popolo ha sofferto e ancora soffre sulla propria carne, con un elevato numero di vittime e danni materiali; per questo la solidarietà immediato con la Francia per i terribili eventi che si sono verificati venerdì 13.11.2015.
Ora i paesi del primo mondo sanno cosa fanno male queste azioni criminali che ledono la vita di persone innocenti e gli ingenti danni materiali che causano, ma i cubani lo soffrono da mezzo secolo ed il principale colpevole è il governo USA e la CIA, nel suo tentativo fallito tentativo di distruggere il processo rivoluzionario, non essendo accettabile per la sua politica.
Il 4.3.1960 l’Avana fu scossa dall’esplosione della nave, con bandiera francese, “La Coubre” che trasportava dal Belgio, un carico di 44 tonnellate di proiettili per fucili FAL e 31 di munizioni acquistate per la difesa, davanti ad informazioni di piani organizzati dagli USA per invaderla, come avvenne il 17.03.1961 sulle spiagge della Baia dei Porci.
Durante quel primo atto di terrorismo morirono 101 persone, per lo più lavoratori portuali e marinai, più di 200 feriti e un numero imprecisato di dispersi.
Centinaia di petardi esplosivi caricati di C-4, furono collocate nei principali centri commerciali del paese, per causare danni e terrore tra la popolazione civile; il più lussuoso chiamato “El Encanto” fu completamente bruciato e una delle sue dipendenti morì carbonizzata. Cinema, teatri, luoghi pubblici furono bersagli preferiti della CIA.
Solo nel cinema Riesgo, nella provincia di Pinar del Rio, una bomba ferì 26 bambini e 14 adulti.
La CIA creò numerose bande nelle montagne di Cuba, i loro membri assassinarono maestri volontari, alfabetizzatori, agricoltori e loro famigliari, tra cui decine di bambini. Dagli USA gli inviavano armi e mezzi per le loro azioni.
Dal 28 settembre 1960 fino ad aprile 1961, secondo rapporti declassificati, la CIA introdusse illegalmente a Cuba 75 tonnellate di esplosivi ed armi mediante 30 missioni aeree, più di 46,5 tonnellate in 33 missioni d’infiltrazione marittima, per rifornire gruppi terroristici urbani e bande di ribelli nelle zone di montagna.
Un documento declassificato, elaborato dal colonnello Jack Hawkins, capo sezione del personale paramilitare nel centro di operazioni della task force della CIA, nella chiamata “Operazione Cubana”, segnala, senza il minimo pudore:
[…] “Nel periodo tra ottobre 1960 ed il 15 aprile 1961, si perpetrarono circa 110 attentati dinamitardi contro obiettivi politici ed economici, si collocarono oltre 200 bombe. Si deragliarono 6 treni, si lasciò inattiva la raffineria di Santiago de Cuba, per una settimana, come risultato di un attacco a sorpresa dal mare. Si provocarono più di 150 incendi contro centri statali e privati, tra cui 21 case di comunisti ed 800 incendi in piantagioni di canna”.
“Queste operazioni ottennero un notevole successo. Le imbarcazioni che prestavano servizio tra Miami e Cuba consegnarono oltre 40 tonnellate di armi, esplosivi e attrezzature militari e infiltrarono e prelevarono un gran numero di personale”.
“Alcune delle armi consegnate si utilizzarono per armare, parzialmente, i 400 guerriglieri [leggasi: banditi] che operarono, per un periodo considerevole, nell’ Escambray, (zona montagnosa) della provincia di Las Villas. La maggior parte dei sabotaggi perpetrati a L’Avana ed in altri luoghi si realizzarono con materiali forniti in questo modo”…”
Per illustrare ulteriormente gli atti terroristici commessi contro la Rivoluzione, basta segnalare il documento declassificato n° 346, preparato dalla CIA per il Gruppo permanente del Consiglio di Sicurezza Nazionale, l’8 giugno 1963, dal titolo: Politica segreta e programma integrato di azioni proposte, che nella sua introduzione afferma tra l’altro:
“… si annette un Programma Segreto per Cuba nella sfera di competenza della CIA. Alcune parti del programma sono già state approvate e sono in corso di attuazione. Essendo strettamente interconnesse, l’impatto totale cumulativo di queste varianti di azione proposte in questo programma dipendono dall’attuazione coordinata simultanea dei corsi di azione individuali”.
Secondo il detto piano di terrorismo gli aspetti sviluppati furono:
“Azioni di propaganda per stimolare sabotaggi semplici a basso rischio ed altre forme di resistenza passiva e attiva. Utilizzazione e stimolazione della disaffezione nei centri di potere militare e altri. Azioni negative economiche su base crescente. Sabotaggio generale e persecuzione. Supporto ai gruppi cubani anticastristi autonomi per la loro integrazione e aiuto nell’attuazione delle linee d’azione di cui sopra”.
[…] “L’obiettivo è promuovere la frammentazione del regime e che possa portare ad un colpo di stato interno che rimuova Castro ed il suo entourage, e permetta eliminare i comunisti cubani dalle posizioni di potere e forzare il ritiro della presenza militare sovietica e la cessazione della sua vita economica. Diverse operazioni promettenti sono già in corso”.
[…] Sabotaggio generale e persecuzione:
“I sabotaggi in questo programma sono sia un’arma economica come uno stimolo alla resistenza, deve esistere una visibile e drammatica prova del sabotaggio per servire come un simbolo della crescente sfida popolare al regime di Castro. Queste operazioni saranno eseguite lo stesso da agenti CIA controllati dall’esterno, ora disponibili o da agenti interni che si iscrivono”.
“Le tipologie di sabotaggio considerati appropriati per questo programma sono:
- Sabotaggi semplici di poco rischio in una grande scala stimolati dai mezzi di propaganda (approvati e già attuati).
- Sabotaggi d’imbarcazioni cubane fuori dalle acque cubane (approvato e messo in pratica).
- Attacchi “mordi e fuggi” montata esternamente contro obiettivi opportunamente selezionati.
- Supporto degli elementi della resistenza interna, fornendo materiali e personale per consentire che loro realizzino una serie di operazioni e sabotaggi e persecuzioni”.
“Si deve ammettere che nessun atto di sabotaggio per sè stesso può influire materialmente sull’economia o stimolare una resistenza significativa. Tuttavia, è nostra opinione che una serie di iniziative di sabotaggio ben pianificati, eseguiti correttamente, nel tempo produrrà l’effetto che cerchiamo”.
“Ogni azione avrà i suoi pericoli: si avranno fallimenti con la conseguente perdita di vita e accuse contro gli USA che si tradurranno in critiche in casa e all’estero. Nessuna di queste conseguenze attese dovrà farci cambiare il nostro corso se il programma esposto può sperarsi avere successo”.
[…] “Le grandi categorie di obiettivi contro i quali le operazioni di sabotaggio-persecuzione saranno organizzati sono: energia elettrica, petrolio, olio e lubrificanti, trasporti, impianti di trasformazione e produzione di prodotti, tra cui il complesso nichelifero di Nicaro, i cementifici, le distillerie e le miriadi di industrie associate con la fornitura di cibo, vestiti e abitazioni, che sono gli obiettivi di valore perché l’arresto o diminuzione delle sue uscite indeboliranno l’economia e produrranno malcontento contro il regime”.
L’elenco dei fatti è molto lunga, tra essi l’esplosione in volo di un aereo di linea cubano, nel 1973, il cui autore, Luis Posada Carriles, vive a Miami con la protezione del governo, oltre ad atti contro ambasciate, consolati ed uffici commerciali cubani all’estero.
Per questo l’immediata solidarietà cubana con le famiglie delle vittime di Francia, perché Cuba conosce perfettamente il dolore causato dal terrorismo e, anche così, dovette sopportare l’infamia di essere inclusa in una lista di paesi che sostengono il terrorismo, quando non ha mai cessato di essere una vittima di coloro che affermano essere “paladini e campioni” dei diritti umani.
E come disse José Martí: “Il rapporto tra gli stessi afflitti diminuisce l’ afflizione… e finché abbiamo un fratello nel dolore non siamo più soli”.
Cuba contra el terrorismo
Por Arthur González
Cuba se opone al terrorismo, porque su pueblo lo ha sufrido y aún sufre en carne propia, con un alto número de víctimas y pérdidas materiales; por eso la solidaridad inmediata con Francia ante los terribles sucesos acontecidos el viernes 13.11.2015.
Ahora los países del primer mundo conocen lo que duelen esas acciones criminales que cercenan la vida de personas inocentes, y los cuantiosos daños materiales que causan, pero los cubanos lo sufren desde hace medio siglo y su principal responsable es el gobierno de Estados Unidos y la CIA, en su infructuoso intento por destruir el proceso revolucionario, al no ser aceptable para su política.
El 04.03.1960 La Habana se estremeció por la explosión del buque de bandera francesa “La Coubre”, el cual transportaba desde Bélgica, una carga de 44 toneladas de granadas para fusiles FAL y 31 de municiones compradas para su defensa, ante informaciones de planes organizados desde Estados Unidos para invadirla, como se ejecutó el 17.03.1961 por las playas de Bahía de Cochinos.
Durante ese primer acto terrorista murieron 101 personas, principalmente trabajadores del puerto y marineros, más de 200 heridos y un número indeterminado de desaparecidos.
Cientos de petacas explosivas cargadas con C-4, fueron colocadas en los principales centros comerciales del país, para causar daños y terror entre la población civil; el más lujoso nombrado “El Encanto”, fue incendiado totalmente y una de sus empleadas murió carbonizada. Cines, teatros, lugares públicos fueron blancos preferidos de la CIA.
Solo en el cine Riesgo, en la provincia de Pinar del Río, una bomba hirió a 26 niños y 14 adultos.
La CIA creó numerosas bandas en las montañas cubanas, sus integrantes asesinaron a maestros voluntarios, alfabetizadores, campesinos y sus familiares, entre ellos decenas de niños. Desde Estados Unidos les enviaban armas y medios para sus acciones.
Desde el 28 de septiembre de 1960 hasta el mes de abril de 1961, según informes desclasificados, la CIA introdujo ilegalmente en Cuba 75 toneladas de explosivos y armamentos, mediante 30 misiones aéreas, más 46,5 toneladas en 33 misiones de infiltración marítima, para abastecer a grupos terroristas urbanos y bandas de alzados en zonas montañosas.
Un documento desclasificado elaborado por el Coronel Jack Hawkins, jefe de la sección de personal paramilitar en el centro de operaciones de la Fuerza de Tarea de la CIA, en la denominada “Operación Cubana”, señala sin el más mínimo pudor:
[…] “Durante el período comprendido entre octubre de 1960 y el 15 de abril de 1961, se perpetraron alrededor de 110 atentados dinamiteros contra objetivos políticos y económicos, se colocaron más de 200 bombas. Se descarrilaron 6 trenes, se dejó inactiva la refinería de Santiago de Cuba durante una semana, como resultado de un ataque sorpresivo desde el mar. Se provocaron más de 150 incendios contra centros estatales y privados, incluyendo 21 viviendas de comunistas y 800 incendios en plantaciones de caña”.
“…Estas operaciones lograron un éxito considerable. Las embarcaciones que prestaban servicio de Miami a Cuba entregaron más de 40 toneladas de armas, explosivos y equipos militares e infiltraron y sacaron a un gran número de personal”.
“Algunas de las armas entregadas se utilizaron para pertrechar parcialmente a 400 guerrilleros (léase bandidos) que operaron durante un tiempo considerable en el Escambray, zona montañosa de la provincia Las Villas. La mayoría de los sabotajes perpetrados en La Habana y otros lugares se realizaron con materiales suministrados de esta manera…”
Para ilustrar aún más los actos terroristas ejecutados contra la Revolución, basta señalar el documento desclasificado No. 346, preparado por la Agencia Central de Inteligencia para el Grupo permanente del Consejo Nacional de Seguridad, el 8 de junio de 1963, titulado: Política encubierta y programa integrado de acciones propuestas, el que en su introducción afirma entre otras cuestiones:
“…se anexa un Programa Encubierto para Cuba dentro de la competencia de la CIA. Algunas partes del programa ya han sido aprobadas y están siendo puestas en práctica. Estando estrechamente interrelacionadas, el impacto total acumulativo de estas variantes de acción planteadas en este programa, dependen de la ejecución coordinada simultánea de los cursos de acción individuales”.
Según dicho plan de terrorismo de Estado, los aspectos desarrollados fueron:
“Acciones de propagada para estimular sabotajes simples de bajo riesgo y otras formas de resistencia pasiva y activa. Aprovechamiento y estimulación de desafección en los centros de poder militar y otros. Acciones negativas económicas sobre una base creciente. Sabotaje general y hostigamiento. Apoyo a los grupos cubanos anticastristas autónomos para su complemento y ayuda en la ejecución de los cursos de acción expuestos arriba”.
[…] “El objetivo es promover la fragmentación del régimen y posiblemente que conduzca a un golpe interno que desaloje a Castro y a su séquito, y haga posible eliminar a los comunistas cubanos de las posiciones de poder y forzar la retirada de la presencia militar soviética y la terminación de su vida económica. Varias operaciones prometedoras ya están realizándose”.
[…] Sabotaje general y hostigamiento:
“Los sabotajes en este programa son tanto un arma económica como un estímulo a la resistencia, debe existir una visible y dramática evidencia del sabotaje para que sirva como un símbolo del creciente desafío popular al régimen de Castro. Esas operaciones serán realizadas lo mismo por agentes CIA controlados desde afuera, ahora disponibles o por los agentes internos o aquellos que se consignan”.
“Los tipos de sabotaje considerados apropiados para este programa son:
-Sabotajes simples de poco riesgo en una larga escala estimulados por los medios de propaganda (aprobado y que ya se puso en práctica).
-Sabotajes a los barcos cubanos fuera de las aguas cubanas (aprobado y poniéndose en práctica).
-Ataques de “muerde y huye” montados externamente contra blancos seleccionados apropiadamente.
-Apoyo de los elementos de resistencia interna, brindando material y personal para permitir que ellos realicen una variedad de operaciones y sabotajes y hostigamiento”.
“Debe admitirse que ningún acto de sabotaje aislado por sí mismo puede afectar materialmente la economía o estimular una resistencia significativa. Sin embargo, es nuestra opinión que una serie de esfuerzos de sabotajes bien planeados, ejecutados adecuadamente, a su tiempo producirán el efecto que buscamos”.
“Cada acción tendrá sus peligros: habrá fracasos con la consecuente pérdida de vidas y acusaciones contra EEUU que resultarán en críticas en casa y afuera. Ninguna de esas consecuencias esperadas deberá hacernos cambiar nuestro curso si el programa expuesto puede esperarse tenga éxito”.
[…] “Las amplias categorías de blancos contra los cuales las operaciones de sabotaje-hostigamiento serán organizadas son: Energía eléctrica, Petróleo, Aceite y Lubricantes, Transportes, Instalaciones procesadoras de productos y de fabricación, entre ellos el complejo niquelífero de Nicaro, las plantas de cemento, las destilerías y la miríada de industrias asociadas con el abastecimiento de alimentos, ropas y casas, los cuales son blancos valiosos porque la parada o disminución de sus salidas debilitarán la economía y producirán descontento contra el régimen”.
La lista de hechos es muy larga, entre ellos la voladura de un avión civil cubano en pleno vuelo en 1973, cuyo autor, Luis Posada Carriles, vive en Miami con protección del gobierno, más actos contra embajadas, consulados y oficinas comerciales cubanas en el exterior.
Por eso la inmediata solidaridad cubana con los familiares de las víctimas de Francia, porque Cuba conoce perfectamente el dolor causado por el terrorismo y, aun así, tuvo que soportar la infamia de verse incluida en una lista de países que apoyan el terrorismo, cuando no ha dejado nunca de ser una víctima de aquellos que dicen ser “paladines y campeones” de los derechos humanos.
Y tal como aseveró José Martí: “La relación entre los mismos afligidos disminuye la aflicción…y cuando hayamos un hermano de la pena ya no estamos solos”.