Nel tradizionale messaggio sullo stato dell’Unione che il presidente degli Stati Uniti del Nord America, Barack H. Obama, ha offerto parlando davanti al Congresso lo scorso 12 gennaio sono state molte le analisi realizzate.
Si discutono i differenti temi che ha presentato nel suo discorso.
Applausi e critiche sono sorte tra gli statunitensi e gli abitanti degli altri paesi. Per i portoricani è sorto l’interrogativo su tre temi di grande importanza per loro, ma ignorati dal Presidente.
I portoricani si chiedono perchè nel suo ultimo messaggio al Congresso non è stata prenstata la discussione e perchè non sono state offerte alternative e soluzioni agli stessi: “Lo stato coloniale di Puerto Rico, la crisi finanziaria e la reclusione che dura da 34 anni del Patriota Oscar López Rivera”.
Sono temi che i portoricani speravano di sentire, seduti davanti ai televisori, guardando il presidente che parlava ai congressisti. Nuovamente si sono sentiti molto delusi con un altro presidente.
La risaputa frase utilizzata al termine della maggioranza dei messaggi presidenziali: “Grazie, che Dio vi benedica e che Dio benedica gli Stati Uniti d’America”, è stata il sipario finale alle speranze dei portoricani.
Un altro presidente lascia la Casa Bianca e non risolve il centenario problema coloniale.
Un giorno dopo l’altro si acuisce il grave problema finanziario del governo portoricano. Un governo che si trova in bancarotta, ma le leggi statunitensi (vigenti nell’Isola), non permettono l’applicazione di un piano di fallimento per ristrutturare il suo enorme debito. Puerto Rico è obbligato a pagare il suo debito prima d’offrire i servizi di salute, sicurezza e di educazione al Popolo.
Alejandro García Padilla, governatore di Puerto Rico, ha già annunciato che continua l’insolvenza economica, e che esiste una minaccia reale di una chiusura parziale del governo.
Oscar López Rivera, di 73 anni, è un patriota recluso ingiustamente per aver combattuto per l’indipendenza di Puerto Rico.
Sono più di 34 anni che è rinchiuso nelle carceri degli Stati Uniti.
I suoi primi anni di reclusione furono nel già orribilmente famoso “ Buco” dove non aveva contatti fisici con i suoi familiari quando lo andavano a visitare.
Varie risoluzioni delle Nazioni Unite, cinque premi Nobel della Pace, molti parlamenti di differenti parti del mondo e migliaia di organizzazioni dei diritti umani e della solidarietà reclamano l’immediata liberazione di Oscar.
Questi tre temi volontariamente ignorati dal presidente Barack Obama richiedono un’immediata e giusta soluzione.
I tre temi sono relazionati con l’obbrobriosa situazione coloniale di Puerto Rico.
Il popolo portoricano spera che nell’ultimo anno della sua presidenza e prima di abbandonare la Casa Bianca, il presidente compia la sua promessa di cercare una soluzione definitiva per lo status dell’isola caraibica di Puerto Rico.
Gli Stati Uniti non possono strillare per il mondo un reclamo di rispetto dei diritti umani quando mantengono Puerto Rico come una colonia e nel loro stesso suolo prigionieri politici reclusi per la loro lotta anticoloniale, com’è il caso di Oscar López Rivera.