L’organizzazione statunitense Engage Cuba, che promuove l’eliminazione del blocco degli Stati Uniti contro l’Isola, ha annunciato la creazione di un gruppo di esperti per fomentare i vincoli tra i due paesi.
Il gruppo, denominato Consiglio della Politica verso Cuba (CPC), è formato da specialisti dei centri accademici e professionali di diversi settori che offriranno informazioni e conclusioni sulle sfide e le opportunità delle relazioni tra i due paesi perche queste vadano avanti, segnala un comunicato dell’entità.
“Siamo incredibilmente emozionati di riunire in questo gruppo dei leader che hanno lavorato in temi relazionati con Cuba e l’America Latina per decenni, perchè apportino una profonda esperienza di politica internazionale”, ha segnalato il presidente di Engage Cuba, James Williams.
Formano la commissione Kirby Jones, presidente di Alamar Associates, Christopher Sabatini esperto dell’Università della Colombia, Emily Parker dell’organizzazione Nueva América, Guillermo Grenier professore dell’Università Internazionale della Florida e Philip Peters, presidente del Centro delle Investigazioni su Cuba.
Appare nella lista anche William LeoGrande professore dell’Università Americana e autore – con Peter Kornbluh- del libro “Back Channel to Cuba: The Hidden History of Negotiations between Washington and Havana” (Canali segreti a Cuba: La storia occulta dei negoziati tra Washington e L’Avana).
Cuba e gli Stati Uniti hanno ristabilito le relazioni diplomatiche il 20 luglio del 2015 e le loro rispettive sezioni d’interesse sono diventate ambasciate, fatto che ha marcato l’inizio di un lungo processo verso la normalità dei vincoli bilaterali.
Le autorità cubane considerano che il blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington nel 1962 è il principale scoglio per sviluppare concretamente vincoli normali.
Stimano anche che il governo nordamericano deve rendere il territorio occupato dalla base navale di Guantánamo, nel sudest dell’Isola.
Il governo di Cuba esige inoltre l’interruzione delle trasmissioni illegali di radio e televisione dal territorio statunitense e l’eliminazione dei programmi destinati a sovvertire l’ordine socio-politico interno.