Al termine della Seconda Conferenza Internazionale, *Con tutti e per il bene di tutti*, è stata letta la dichiarazione dei membri della Rete degli Intellettuali, gli Artisti e dei Movimenti Sociali in Difesa dell’Umanità.
Nel testo i firmatari convocano alla solidarietà con le lotte di resistenza dei popoli dell’Argentina, del Brasile e dei paesi dell’ALBA di fronte all’ondata reazionaria imposta e inoltre sostengono il governo di Nicolás Maduro, in Venezuela.
La Dichiarazione della rete *In difesa dell’Umanità* reitera il suo impegno di utilizzare i media alternativi e le reti sociali per smentire le campagne mediatiche della destra e diffondere la verità dei nostri popoli.
Alla chiusura della II Conferenza Internazionale *Con tutti e per il bene di tutti* è stato consegnato il premio José Martí della Unesco al messicano Alfonso Herrera Franyutti.
MARTÍ E FIDEL, UNA VIGENZA COSTANTE
Al termine dell’importante incontro è stata letta la dichiarazione finale del progetto José Martí di solidarietà internazionale.
Federico Mayor, presidente della Fondazione Culturale di Pace, ha detto che nel testo si allerta sui gravi pericoli che colpiscono l’umanità, soprattutto in America Latina, con un ritorno al neoliberismo.
Inoltre s’esprime una condanna unanime del militarismo e l’eccessiva ed enorme spesa nella sfera militare, invece d’utilizzare queste risorse per il bene di tante persone che necessitano cibo e assistenza sanitaria.
La Seconda Conferenza Internazionale *Con tutti e per il bene di tutti* è stata un esercizio del legato martiano, ma soprattutto ha stabilito un impegno per portare il pensiero dell’Apostolo in quei luoghi dov’è più necessario.
Frei Betto: non è necessario vivere negli USA per conoscere le sue viscere
L’imperialismo nordamericano è un mostro che continua allo stesso modo di sempre e non dobbiamo vivere negli Stati Uniti per conoscere le sue viscere perché sappiamo che ha creato un’egemonia ideologica capitalista e neoliberale nel pianeta, riflette Frei Betto.
L’affermazione è stata fatta dal domenicano brasiliano, teologo della liberazione, in un’intervista sostenuta con i giornalisti di Prensa Latina nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana, dove partecipa alla II Conferenza Internazionale Con tutti e per il bene di tutti, sulla validità del pensiero politico di Josè Martì.
Fu proprio ispirato in quella frase di Martì sull’espansionismo statunitense, nella lettera incompiuta al suo amico Manuel Mercado, nella quale esprime che “vissi nel mostro e ne conosco le viscere” che Betto mette in allerta sull’offensiva della destra continentale appoggiata dagli Stati Uniti e sui pericoli che incombono sui processi rivoluzionari.
Il mostro continua lì, ripete, e la prova più forte è stato il crollo dell’Unione Sovietica e del campo socialista dell’est, e dobbiamo ancora domandarci come e perché è accaduto.
Betto indica che il pensiero politico martiano è vigente nell’America di oggi perché “dalla sua realtà storica disegnò linee universali come il senso di indipendentismo, l’etica nella politica, la valutazione della spiritualità e l’antimperialismo”.
Leggere Martì, segnala, è fare luce sulla realtà di oggi, scoprire una relazione molto complicata perché l’America Latina è sempre stato un continente sfruttato e colonizzato, prima dalle potenze europee e dopo dagli Stati Uniti.
Frei Betto considera che si è avanzato abbastanza negli ultimi anni, che molti paesi riuscirono a scegliere capi di Stato progressisti, e si sono conquistati connessioni continentali molto importanti come l’Alba, la Celac, l’Unasur.
Ma ricorda che si commisero errori, e dal punto di vista umano il più forte fu non dare abbastanza potere all’organizzazione popolare, si abbandonò il lavoro politico e lì entra Martì, perché si preoccupò sempre del tema ideologico.
“Raccomando apprendere la lezione dagli errori”, assicura che non basta che ci sia un gruppo di dirigenti che abbia coscienza rivoluzionaria perché questa deve esistere in ogni individuo, in ogni giovane e che la gente possa avere una buona autostima del socialismo. “Martì sempre ha insistito sulla necessità di questa formazione politica”, ha concluso.
da Prensa Latina
traduzione di Ida Garberi
I giovani nella soluzione dei problemi globali
Notevoli conferenze magistrali hanno caratterizzato la giornata di ieri, martedì 26, della Seconda Conferenza “Con tutti e per il bene di tutti”, che si svolge dal 25 gennaio e sino al 28 nel Palazzo delle Convenzioni de l’Avana.
La presenza di famosi intellettuali e giovani combattenti della sinistra provenienti soprattutto dalle nazioni latinoamericane, ha marcato l’incontro.
“Che noi giovani si apportino idee per dare soluzioni ai problemi globali è un privilegio e che lo facciamo dalla visione di José Martí ha un doppio significato” ha detto a questo proposito Yusuam Palacios Ortega, presidente nazionale del Movimento Giovanile Martiano, durante la sessione del Forum di questo gruppo.
È necessario rinforzare il ruolo della gioventù in un mondo marcato dalla cultura digitale nel quale dobbiamo imparare ad avere una posizione per poter utilizzare tutti questi strumenti per fare rivoluzione”, ha anche segnalato.
Durante il Forum, c’è stato un intervento speciale della celebre alta politica dell’Uruguay Lucía Topolansky, membro del Movimento di Liberazione Nazionale Tupamaros e moglie di José “Pepe” Mujica, expresidente di questa nazione sudamericana.
“Un incontro di questo tipo è un’opportunità indispensabile per un pensiero collettivo, in modo che la diversità di opinioni contribuisca alla costruzione della libertà dei nostri paesi”, ha segnalato Lucia Topolansky, aggiungendo che la realizzazione di queste sfide è nelle mani dei giovani. È sempre stato così, ha detto, perché, che età avevano i Ribelli che sono scesi dalla Sierra? Erano dei ragazzini!”
Inoltre ha segnalato che i giovani del nostro tempo sono definiti da una stretta relazione con la tecnologia, soprattutto con Internet e questo, ha segnalato, non è uno strumento buono o cattivo”.
“Tutto dipende dall’uso che gli diamo e per questo dobbiamo avere la capacità d’essere critici e apprendere a distinguere i rottami dalle cose buone che circolano nella rete delle reti”.
“Internet ci può aiutare a generare ambiti di pensiero collettivo tra latinoamericani, perchè accorcia le distanze fisiche e questo farà sì che l’America Latina vinca in integrazione. Ma lo si deve realizzare dall’educazione. Se i giovani non si prendono la responsabilità di svolgere questo compito, sarà molto difficile che i veterani la potremo assumere, perchè a molti di noi risulta difficile comprendere le nuove tecnologie.