Il primo vicepresidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha espresso in questa città la sua soddisfazione per i risultati del IV Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi appena realizzata in Ecuador.
“È stato un Vertice in cui è stata consolidata l’integrazione latinoamericana e la concertazione politica e dove abbiamo condiviso in maniera più matura e obiettiva un dibattito trasparente, orientato verso l’azione collettiva”, ha affermato Díaz-Canel, in un incontro con la stampa cubana che ha coperto la sua visita in questa capitale.
Il primo vice presidente dell’Isola ha guidato la delegazione di Cuba all’ appuntamento che ha riunito mercoledì 27, alla periferia di Quito, i rappresentanti delle 33 nazioni che formano il blocco regionale fondato nel 2010.
In accordo con Diaz-Canel è stato chiaro per tutti i presidenti o i loro inviati che hanno partecipato ai dibattiti quello che si deve fare per affrontare in maniera congiunta le sfide attuali e future dell’America Latina e dei Caraibi.
“Ci siamo resi conto che nelle stesse cose a cui ha dedicato i suoi lavori la Celac nei quattro vertici realizzati sino ad oggi, ci sono i paradigmi con i quali possiamo affrontare tutta questa volontà integrazionista e di concertazione”, ha dichiarato.
In questo senso ha segnalato la proclamazione che dichiara l’America Latina e i Caraibi Zona di Pace, e che è stata approvata nel gennaio del 2014 a L’Avana.
Se si attua in questo modo potremo costruire una cooperazione solidale con azioni congiunte, senza egoismo nè intransigenze, e questo potrebbe essere un esempio per questo mondo migliore che tutti desideriamo costruire.
Díaz-Canel ha mostrato il suo compiacimento per l’appoggio dato a Cuba, contenuto nelle tre dichiarazioni adottate nel Vertice di Quito.
I testi incitano gli Stati Uniti ad eliminare il blocco economico, commerciale e finanziario contro l’Isola, restituire il territorio della base navale di Guantanamo e porre fine alle politiche che stimolano l’emigrazione illegale dei cubani verso il territorio nordamericano.
Dichiarazione Speciale Nº 4
Le Capo e i Capi di Stato e di Governo dell’America Latina e dei Caraibi, riuniti a Quito, in Ecuador, in occasione del IV Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), realizzata il 27 gennaio del 2016:
*Riaffermando la loro più energica condanna delle misure economiche coercitive contrarie al Diritto Internazionale, includendo tutte quelle azioni unilaterali applicate per motivi politici contro paesi sovrani, che danneggiano il benessere dei loro popoli e sono concepite per impedire che s’eserciti il loro diritto di decidere per volontà propria i propri sistemi politici, economici e sociali;
*Reiterando la loro più energica contrarietà all’applicazione di leggi e misure contrarie al Diritto Internazionale, come la Legge Helms Burton, includendo i suoi effetti extraterritoriali ed “esortando” il Governo degli Stati Uniti d’America a porre fine alla loro applicazione ;
*Ricordando che dal 1992, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha sollecitato in 24 Risoluzioni la necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dal Governo degli Stati Uniti d’America e “ segnalando” l’appoggio di 191 degli Stati membri delle Nazioni Unite alla più recente Risoluzione A/RES/70/5, approvata il 27 ottobre del 2015;
1.Salutano il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra i Governi di Cuba e degli Stati Uniti d’America e l’apertura delle rispettive ambasciate, come le altre iniziative per avanzare nei vincoli bilaterali:
2. Invitano il Presidente Obama, alla luce delle sue reiterate dichiarazioni, ad adottare tutte le misure comprese nelle sue facoltà esecutive per modificare sostanzialmente l’applicazione del blocco contro Cuba, e il Congresso degli Stati Uniti a procedere per la sua eliminazione ;
3. Reiterano la loro opinione che questo blocco è contrario ai principi della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale.
4. Reiterano anche la loro più profonda preoccupazione e condanna dell’espansione della dimensione extraterritoriale del blocco, cosi come la crescente persecuzione della transazioni finanziarie internazionali di Cuba, con azioni contrarie alla volontà politica della comunità internazionale;
5. Sollecitano dal Governo degli Stati Uniti d’America il rispetto delle successive risoluzioni approvate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e che risponda ai reiterati richiamai della comunità internazionale per porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario che mantiene contro Cuba, che è contrario al Diritto Internazionale e provoca ingenti danni ingiustificabili al benessere del popolo cubano.
Quito, 27 gennaio del 2016.
Declaración de la CELAC acerca de la necesidad de eliminar el Bloqueo de EEUU contra Cuba
Las Jefas y los Jefes de Estado y de Gobierno de América Latina y el Caribe, reunidos en Quito, Ecuador, en ocasión de la IV Cumbre de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), celebrada el 27 de enero de 2016:
Reafirmando su más enérgico rechazo a las medidas económicas coercitivas no sustentadas en el Derecho Internacional, incluidas todas aquellas acciones unilaterales aplicadas por motivos políticos contra países soberanos, que afectan el bienestar de sus pueblos y están concebidas para impedirles que ejerzan su derecho a decidir, por su propia voluntad, sus propios sistemas políticos, económicos y sociales;
Reiterando su enérgico rechazo a la aplicación de leyes y medidas contrarias al Derecho Internacional como la Ley Helms-Burton, incluyendo sus efectos extraterritoriales y exhortando al Gobierno de los Estados Unidos de América a que ponga fin a su aplicación;
Recordando que desde 1992, la Asamblea General de las Naciones Unidas ha solicitado en 24 resoluciones la necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto a Cuba por el gobierno de los Estados Unidos de América y destacando el apoyo de 191 de los Estados Miembros de las Naciones Unidas a la más reciente Resolución A/RES/70/5, aprobada el 27 de octubre de 2015;
1. Saludan el restablecimiento de las relaciones diplomáticas entre los gobiernos de Cuba y los Estados Unidos de América, la apertura de sus respectivas Embajadas y las demás iniciativas impulsadas para avanzar en los vínculos bilaterales;
2. Instan al Presidente Obama, a la luz de sus reiteradas declaraciones, a adoptar todas las medidas que estén dentro de sus facultades ejecutivas para modificar sustancialmente la aplicación del bloqueo contra Cuba, y al Congreso de los Estados Unidos a proceder a su eliminación;
3. Reiteran su opinión de que dicho bloqueo es contrario a los principios de la Carta de las Naciones Unidas y del Derecho Internacional;
4. Reiteran, asimismo, su más profunda preocupación y rechazo al recrudecimiento de la dimensión extraterritorial del bloqueo, así como a la creciente persecución a las transacciones financieras internacionales de Cuba, lo que es contrario a la voluntad política de la comunidad internacional;
5. Solicitan al Gobierno de los Estados Unidos de América el cumplimiento de las sucesivas resoluciones aprobadas por la Asamblea General de las Naciones Unidas y que atienda a los reiterados llamados de la comunidad internacional para poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero que mantiene contra Cuba, que es contrario al Derecho Internacional, causa daños cuantiosos e injustificables al bienestar del pueblo cubano.
Dichiarazione della CELAC circa la Drvoluzione a Cuba del territorio occupato dalla la Base Navale USA a Guantánamo
Le capo e i capi di Stato e di Governo dell’America Latina e dei Caraibi, riuniti a Quito, in Ecuador, in occasione del IV Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), realizzata il 27 gennaio del 2016:
1. Reiterando il loro impegno con il multilateralismo, i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite e dal Diritto Internazionale, includendo l’uguaglianza sovrana e l’integrità territoriale degli Stati;
2. Riaffermando il Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, accordato nel 2º Vertice a L’Avana, il 29 gennaio del 2014;
3. Coscienti dell’esistenza da più di un secolo della Base Navale degli Stati Uniti a Guantánamo, territorio della Repubblica di Cuba, costantemente reclamato dal suo popolo;
4. Attuando alla luce del processo verso la normalità delle relazioni tra Repubblica di Cuba e gli Stati Uniti d’America, che costituisce un elemento che contribuisce alla stabilità dell’America Latina e dei Caraibi;
5. Considerano che la restituzione alla Repubblica di Cuba del territorio occupato dalla Base Navale degli Stati Uniti a Guantánamo, dev’essere un elemento rilevante di questo processo, mediante un dialogo bilaterale rispettoso del Diritto Internazionale.
Quito, 27 gennaio del 2016.
Declaración de la CELAC acerca de la Devolución a Cuba del territorio que ocupa la Base Naval de EEUU en Guantánamo
Las Jefas y los Jefes de Estado y de Gobierno de América Latina y el Caribe, reunidos en Quito, Ecuador, en ocasión de la IV Cumbre de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), celebrada el día 27 de enero de 2016:
1. Reiterando su compromiso con el multilateralismo, los principios consagrados en la Carta de las Naciones Unidas y el Derecho Internacional, incluyendo la igualdad soberana y la integridad territorial de los Estados;
2. Reafirmando la Proclama de la América Latina y el Caribe como Zona de Paz, acordada en su II Cumbre en La Habana, el 29 de enero de 2014;
3. Conscientes de la existencia por más de un siglo, de la Base Naval de los Estados Unidos en Guantánamo, territorio de la República de Cuba, constantemente reclamado por su pueblo;
4. Actuando a la luz del proceso hacia la normalización de relaciones entre la República de Cuba y los Estados Unidos de América, que constituye un elemento que contribuye a la estabilidad de la América Latina y el Caribe;
5. Consideran que la devolución a la República de Cuba del territorio que ocupa la Base Naval de los Estados Unidos en Guantánamo, debe ser un elemento relevante de ese proceso, mediante un diálogo bilateral apegado al Derecho Internacional.
Dichiarazione Speciale 9
Della protezione dei migranti in America Latina e nei Caraibi
Le Capo e i Capi di Stato e di Governo dell’America Latina e dei Caraibi, riuniti a Quito, in Ecuador, in occasione del IV Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC).
*Sottolineando l’importanza che i paesi dell’America Latina e dei Caraibi comprendano l’apporto delle persone migranti allo sviluppo dei loro paesi e delle loro famiglie e alla governabilità delle migrazioni internazionali, includendo una messa a fuoco dei Diritti Umani e riaffermando le dichiarazioni speciali approvate dalla CELAC sul tema:
*Riconoscendo l’importanza storica della migrazione internazionale nello sviluppo delle nazioni da un punto di vista economico, politico, sociale e culturale, e la necessità di rinforzare le sinergie tra la migrazione internazionale e lo sviluppo a livello mondiale, regionale e nazionale;
*Segnalando la necessità che i flussi migratori nella regione e dalla regione siano regolari, sicuri, ordinati e in tale forma che si rispettino integralmente i diritti umani e la dignità delle persone migranti e delle loro famiglie;
*Risaltando che è un imperativo che i paesi dell’America Latina e dei Caraibi si uniscano negli sforzi per affrontare le azioni dei gruppi che approfittando della vulnerabilità dei migranti, soprattutto nei flussi migratori irregolari, insicuri e disordinati, si dedicano al traffico illecito dei migranti e alla tratta delle persone, ponendo in pericolo la vita, l’integralità dei diritti umani delle persone emigranti, soprattutto donne, bambini, adolescenti e lavoratori migranti;
*Preoccupati per le politiche migratorie selettive di paesi al di fuori della regione che privilegiano certi migranti d’una determinata origine, cosa che stimola la migrazione disordinata e crea serie difficoltà ai paesi di transito nella regione ;
1. I paesi membri della CELAC s’impegnano ad esaminare e ad adottare misure per rinforzare lo scontro con i trafficanti di migranti che approfittano dei flussi migratori irregolari, insicuri e disordinati, per lucrare con i migranti, ponendo in pericolo la loro vita, la loro integrità e dignità, e ad affrontare insieme questo flagello, rispettando l’ordinamento giuridico di ogni paese e il Diritto Internazionale;
2. Incitano quei paesi che applicano politiche selettive come la detta politica dei “Piedi asciutti,piedi bagnati”, a porre fine queste, per via delle difficoltà che generano nei paesi della regine;
3. Decidono anche che la V Riunione sulle Migrazioni della CELAC dia priorità nelle sue deliberazioni alla ricerca di soluzioni integrali e viabili, con uno schema di cooperazione e responsabilità condivise, destinate e proteggere i migranti;
4. Esortano la comunità internazionale a garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti, in accordo con quando stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, così come in tutte la normativa internazionale dei Diritti Umani e migratoria;
5. In uguale maniera chiamano a promuovere che le persone migranti siano informate di tutti i processi nei quali sono coinvolti nei paesi di transito e destinazione, includendo le opzioni che li possono beneficare come garanzie per la protezione dei loro diritti umani;
6. Risaltano l’importanza di realizzare attività di formazione che educhino e sensibilizzino i funzionari pubblici dei paesi d’origine, transito e destinazione sulle migrazioni internazionali e la visione della regione delle garanzia dei Diritti Umani dei migranti.
Quito, 27 gennaio de 2016
Declaración de la CELAC acerca de la Protección de Migrantes en la América Latina y el Caribe
Las Jefas y los Jefes de Estado y de Gobierno de América Latina y del Caribe, reunidos en Quito, Ecuador, en ocasión de la IV Cumbre de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), el 27 de enero de 2016:
Subrayando la importancia que los países de América Latina y el Caribe atribuyen al aporte de las personas migrantes en el desarrollo de los países y sus familias, y a la gobernabilidad de las migraciones internacionales, incluyendo un enfoque de derechos humanos y reafirmando las Declaraciones Especiales aprobadas por la CELAC sobre el tema;
Reconociendo la importancia histórica de la migración internacional en el desarrollo de las naciones desde el punto de vista económico, político, social y cultural, y la necesidad de fortalecer las sinergias entre la migración internacional y el desarrollo a nivel mundial, regional y nacional;
Destacando la necesidad de que los flujos migratorios en la región y desde la región sean, regulares, seguros y ordenados, de tal forma que se resguarden integralmente los derechos humanos y la dignidad de las personas migrantes y sus familiares.
Resaltando que es imperativo que los países de América Latina y el Caribe unamos esfuerzos para enfrentar las acciones de los grupos que, aprovechando la vulnerabilidad de los migrantes, sobre todo en los flujos migratorios irregulares, inseguros y desordenados, se dedican al tráfico ilícito de migrantes y la trata de personas y ponen en peligro la vida, la integridad y los derechos humanos de las personas migrantes, especialmente de las mujeres, niños, niñas y adolescentes y trabajadores migrantes;
Preocupados por las políticas migratorias selectivas de países fuera de la región que privilegian a ciertos migrantes de determinado origen, lo que estimula la migración desordenada y crea serias dificultades a los países de tránsito en la región;
1. Los países integrantes de la CELAC se comprometen a examinar y adoptar medidas para fortalecer el enfrentamiento a los traficantes de migrantes que aprovechan los flujos migratorios irregulares, inseguros y desordenados para lucrar con los migrantes, poniendo en peligro su vida, integridad y dignidad y enfrentar conjuntamente este flagelo, respetando el ordenamiento jurídico de cada país y el Derecho Internacional;
2. Instan a aquellos países que aplican políticas selectivas hacia los migrantes, como la denominada política de pies secos-pies mojados, a ponerles fin debido a las dificultades que generan para los países de la región;
3. Deciden también que la V Reunión sobre Migraciones de la CELAC dé prioridad, en sus deliberaciones a la búsqueda de soluciones integrales y viables, bajo un esquema de cooperación y responsabilidad compartida, destinadas a proteger a los migrantes;
4. Exhortan a la comunidad internacional a garantizar el respeto de los derechos humanos de los migrantes de acuerdo a lo establecido en la Declaración Universal de los Derechos Humanos, así como en toda la normativa internacional de los Derechos Humanos y migratoria;
5. De igual manera, llaman a promover que las personas migrantes sean informadas de todos los procesos en los que estén involucrados en los países de tránsito y destino, incluyendo las opciones de las que puedan beneficiarse como garantía para la protección de sus derechos humanos;
6. Resaltan la importancia de realizar actividades de formación que eduquen y sensibilicen a los funcionarios públicos de los países de origen, tránsito y destino, sobre las migraciones internacionales y la visión de la región en cuanto a la garantía de los derechos humanos de los migrantes.