Come gli fa male

Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com

yoanis sanchez raul hollandeOgni volta che Cuba fa un passo in avanti verso la sua integrazione nel mondo da cui fu separata dalle pressioni USA, gli stipendiati interni si contorcono dal dolore, al vedere come i loro giorni siano contati, e quindi perderanno il favoloso finanziamento che ricevono annualmente da Washington.

La stessa Casa Bianca l’ha affermato nella sua dichiarazione del 17.12.2014, quando ha dichiarato al mondo: “… decenni di isolamento di Cuba da parte degli USA non sono ottenuto il nostro duraturo obiettivo di promuovere la nascita di una Cuba stabile, prospera e democratica”. “…Non possiamo continuare a fare la stessa cosa e aspettarci un risultato diverso”.

Questo, tradotto allo scenario interno cubano, significa che le uscite di miliardi di dollari non raggiunsero lo scopo di distruggere la Rivoluzione e quindi è il momento di cambiare tattica.

In questo nuovo gioco gli stipendiati interni non sono schierati, poiché secondo quanto espongono i documenti segreti della Missione diplomatica yankee a L’Avana: “… non hanno programmi progettati per raggiungere ampi settori della società cubana, piuttosto dirigono i loro maggiori sforzi per ottenere risorse sufficienti per soddisfare le esigenze della vita quotidiana dei principali organizzatori e dei loro seguaci …” “… sono seriamente infiltrati dalla Sicurezza dello Stato, […] di conseguenza, è necessario che cerchiamo altrove, anche all’interno dello stesso Governo, per individuare i più probabili successori del regime di Castro”.

Ora, di fronte allo straordinario ricevimento di Stato che la Francia offre al presidente cubano Raúl Castro Ruz, la blogger Yoani aznarSánchez, fabbricata e finanziata da Washington, trasuda tutto il suo veleno contro il presidente francese Francois Hollande, perché le sue azioni sgretolano la cosiddetta Posizione Comune Europea, realizzata nel 1996 grazie al servo di Miami, lo spagnolo José Maria Aznar.

E’ noto che le sanzioni contro Cuba, in quegli anni vicini al crollo del socialismo, cercavano di provocare la caduta del sistema cubano, qualcosa che non avvenne grazie alla resistenza del suo popolo e alle misure intelligentemente applicate dai suoi governanti, guidati da Fidel Castro.

Sono passati vent’anni e i risultati ai quali molti aspiravano non si materializzarono.

Cuba rimane la stessa e la sua Rivoluzione non poté essere distrutta, nonostante le manovre per rafforzare la chiamata “opposizione” interna, come fu la costruzione delle “Dame” in Bianco; della stessa Yoani Sánchez, eretta dalla notte al giorno come blogger di successo multi premiata con centinaia di migliaia di euro; della mostruosità Estado de Sats, guidato da Antonio Enrique González-Rodiles e più recentemente dell’organizzazione controrivoluzionaria UNPACU, nella parte orientale dell’isola, sovvenzionata con migliaia di dollari mensili.

Nessuno di questi progetti poté avanzare molto ed ancor meno aggiungere i giovani studenti universitari cubani; tutto è stato un grande spreco di tempo e di un sacco di soldi.

Davanti all’evidente fallimento, il presidente Barack Obama, a nome del suo Consiglio di Sicurezza Nazionale, non ebbe altra scelta che riconoscerlo il 17/12/2014 ed annunciare una nuova politica per raggiungere gli stessi scopi, ma convinto che la cosiddetta “dissidenza” non giocherà più lo stesso ruolo in questo nuovo contesto.

È per questo che i capetti controrivoluzionari, che più soldi ricevono dagli USA, accusano Obama perché sanno del pericolo che corrono se vengono abbandonati.

La CIA e le altre agenzie d’intelligence sono consapevoli del fatto che devono cercare in altri ambienti le persone capaci di servirle come veri agenti di cambiamento a Cuba, perché con quello che crearono artificialmente non ottennero alcun risultato. Da qui quanto espresso dalla Casa Bianca che “dovevano cercare, anche all’interno dello stesso Governo, per identificare i possibili successori del regime di Castro”.

Davanti alla nuova politica di avvicinare Cuba alla comunità internazionale per poter esercitare una migliore influenza mediante la fraternizzazione e il rafforzamento del popolo cubano, coloro che sono abituati, da decenni, ad essere gli unici attori nel panorama sovversivo dell’isola ora, rabbiosi, mordono la mano di coloro che, per anni, li hanno nutriti, al constatare che la nuova strategia è sicuramente il percorso e la fine del loro fallito regno.

José Martí aveva ragione quando affermò: “… da mezzi artificiali nascono solo rachitici prodotti”.

Como les duele

Por Arthur González

Cada vez que Cuba da un paso de avance hacia su integración en el mundo del que fue separada por presiones de Estados Unidos, los asalariados internos se retuercen de dolor al ver como sus días están contados, y por tanto perderán el fabuloso financiamiento que reciben anualmente desde Washington.

La propia Casa Blanca lo afirmó en su comunicado del 17.12.2014, cuando declaró al mundo: “…décadas de aislamiento de Cuba por parte de EE.UU. no han conseguido nuestro perdurable objetivo de promover el surgimiento de una Cuba estable, próspera y democrática”. “…No podemos seguir haciendo lo mismo y esperar obtener un resultado diferente”.

Eso traducido al escenario interno cubano, significa que los gastos de miles de millones de dólares no consiguieron el propósito de destruir a la Revolución y por tanto es tiempo de cambiar la táctica.

En este nuevo juego los asalariados internos no están en el line up, pues según exponen documentos secretos de la Misión diplomática yanqui en la Habana: “…no tienen plataformas diseñadas para llegar a amplios sectores de la sociedad cubana, más bien dirigen sus mayores esfuerzos a obtener recursos suficientes para solventar las necesidades del día a día de los principales organizadores y sus seguidores…” “…están seriamente penetrados por la Seguridad del Estado, […] por tanto, es preciso que busquemos en otra parte, incluso dentro del propio Gobierno, para identificar a los más probables sucesores del régimen de Castro”.

Ahora, ante el extraordinario recibimiento de Estado que Francia le dispensa al presidente cubano Raúl Castro Ruz, la bloguera Yoani Sánchez, fabricada y financiada por Washington, destila todo su veneno contra el presidente francés François Hollande, porque sus acciones desboronan a la llamada Posición Común Europea, lograda en 1996 gracias al lacayo de Miami, el español José María Aznar.

Es sabido que las sanciones a Cuba en aquellos años cercanos al derrumbe del socialismo, intentaban lograr la caída del sistema cubano, algo que no sucedió gracias a la resistencia de su pueblo y a las medidas inteligentemente aplicadas por sus gobernantes, encabezados por Fidel Castro.

Han transcurrido veinte años y los resultados a los que muchos aspiraban no se materializaron.

Cuba sigue igual y su Revolución no pudo ser destruida, a pesar de las maniobras para fortalecer a la llamada “oposición” interna, como fue la construcción de las llamadas “Damas” de Blanco; la propia Yoani Sánchez, erigida de la noche a la mañana como exitosa bloguera multipremiada con cientos de miles de euros; el engendro Estado de Sats, encabezado por Antonio Enrique González-Rodiles y más recientemente la organización contrarrevolucionaria UNPACU, en la zona oriental de la isla, subvencionada con miles de dólares mensuales.

Ninguno de esos proyectos pudo avanzar y menos aún sumar a los jóvenes universitarios cubanos, todo ha sido una gran pérdida de tiempo y de mucho dinero.

Ante el evidente fracaso, el presidente Barack Obama en nombre de su Consejo de Seguridad Nacional, no tuvo otra alternativa que reconocerlo el 17.12.2014, y anunciar una nueva política para intentar lo mismo, pero convencido de que la llamada “disidencia” no jugará más el mismo rol en este nuevo contexto.

Ese es el motivo por el cual los cabecillas contrarrevolucionarios que más dinero reciben desde Estados Unidos acusan a Obama, porque saben del peligro que corren si son abandonados.

La CIA y otras agencias de inteligencia, son conscientes de que deben buscar en otros medios a las personas capaces de servirles como verdaderos agentes de cambio en Cuba, porque con los que crearon artificialmente no obtuvieron resultados. De ahí lo expresado por la Casa Blanca de que “debían buscar, incluso dentro del propio Gobierno, para identificar a los posibles sucesores del régimen de Castro”.

Ante la nueva política de acercar a Cuba a la comunidad internacional, para poder ejercer una mejor influencia mediante la confraternización y empoderamiento del pueblo cubano, quienes se acostumbraron durante décadas a ser los únicos actores en el panorama subversivo de la isla, ahora rabiosos muerden la mano de quienes por años los alimentaron, al constatar que la nueva estrategia es sin dudas el camino y fin de su fracasado reinado.

Razón tenía José Martí cuando afirmó: “…de medios artificiales solo nacen raquíticos productos”

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