Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com
Come assicuravamo precedentemente, il logoramento che presenta attualmente la controrivoluzione interna cubana, creata dalla CIA nel 1960, fa presagire una rapida fine a causa della mancanza di credibilità e assenza di risultati.
Nel presente scenario delle relazioni politiche tra USA e Cuba, non c’è spazio per questo tipo di gruppuscoli, perché non servono per attuare i cambi che desiderano gli yankee al fine di smantellare il sistema socialista.
Gli USA non possono abbandonarli bruscamente, ma si percepisce un allontanamento evidente nelle dichiarazioni ed attenzione dei diplomatici accreditati all’Avana, e anche nelle forniture che erano abituati a ricevere.
La formula applicata recentemente, di conceder loro il premio Homo Homini, dell’organizzazione ceca People in Need, fabbricata nel 1992 dalla Fondazione Nazionale per la Democrazia, NED, permette di assicurargli una buona somma di denaro ai principali e più fedeli “oppositori”.
La prova della scarsezza di denaro che ora hanno i controrivoluzionari per mantenere le loro azioni provocatorie, è la campagna apparsa recentemente nei social network, nella quale raccolgono un sostegno finanziario per i “dissidenti” a Cuba, attraverso un Twitter, sotto lo slogan #Cubanoestasola.
L’argomento utilizzato è che queste risorse finanziarie saranno assegnate a coloro che appartengono ad organizzazioni che “soffrono di più gli attacchi della dittatura”, come ha spiegato la cubana Ana Lupe Busto, residente in Texas, USA, e prestanome di tale campagna.
A suo giudizio “il governo di Castro affoga economicamente l’opposizione a Cuba”, qualcosa molto difficile da credere, perché per 56 anni i controrivoluzionari hanno ricevuto centinaia di migliaia di dollari senza essere disturbati, e l’espressione più realistica di ciò è la maleducata, ignorante e corrotta Berta Soler, delle “Dame in Bianco”, che alcuni anni fa ha acquistato un appartamento nella zona di Alamar e più recentemente una casa a due piani nel quartiere della Vibora, per centinaia di migliaia di dollari, col denaro che riceve dalla Fondazione Nazionale Cubano-Americana e del Dipartimento di Stato.
Il resto è pura propaganda alla quale nessuno crede più, poiché sono state molte le deviazioni del denaro assegnato, in base ai risultati di diversi controlli condotti da istituzioni USA.
Dopo l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca, si approvano ogni anno 20 milioni per i piani sovversivi contro Cuba, facendolo diventare il presidente USA che più soldi ha destinato a tale scopo.
Ovviamente, la destinazione del denaro in tempi recenti è stata per altri programmi resi prioritari dal Governo e non per i controrivoluzionari, come sono i compiti per cercare di potenziare il popolo cubano attraverso l’influenza verso i lavoratori privati e la preparazione di corsi speciali per loro, forniti dalla chiesa cattolica, nei suoi recinti, sotto gli auspici dell’Università di Loyola, la Salle, tra altre.
Miami sa che senza soldi non c’è “dissidenza” a Cuba e molto meno nelle Dame in Bianco, donne che ricevono tra i 15 e 20 dollari per partecipare alle loro passeggiate domenicali. Su YouTube ci sono prove grafiche di tali pagamenti.
Questo è il motivo per cui, da molte settimane, si sono intensificate le campagne mediatiche circa presunte repressione contro i membri di questi gruppi, al fine di creare sentimenti di solidarietà tra le persone oneste che non conoscono il carattere mercenario dei cosiddetti “oppositori”, e addirittura, si danno cifre di detenuti che superano di gran lunga il numero effettivo dei “dissidenti”.
Un esempio di ciò è il rapporto mensile del gennaio 2016 sulla “repressione”, preparato dalla cosiddetta Commissione Cubana dei Diritti Umani e Riconciliazione Nazionale (CCDHRN), presieduta e integrata solo da Elizardo Sanchez Santa Cruz Pacheco e la sua attuale concubina, dove dice che “ci sono stati almeno 1414 arresti per motivi politici”, qualcosa che fa ridere poiché non è mai stato visto nell’isola quella quantità di affiliati ai gruppi controrivoluzionari ed è una delle cause della mancanza di credibilità che hanno tra i cubani.
Per queste ragioni l’ex capo della Sezione di Interessi di Washington all’Avana, Jonathan Farrar, diceva nei suoi cablo segreti: “… i leader dissidenti dirigono i loro migliori sforzi ad ottenere risorse sufficienti per soddisfare le esigenze del giorno per giorno…” “… e sono più preoccupati di avere maggiori opportunità di viaggiare liberamente e vivere comodamente …”
Coloro che abbiano qualche disaccordo con queste affermazioni possono ventilarle direttamente al Dipartimento di Stato, dove sanno perfettamente della gamba che zoppicano questi illustri “oppositori”, che in 56 anni non sono riusciti a distruggere la Rivoluzione, né sommare i centinaia di migliaia di cubani che emigrano negli USA per risolvere le loro esigenze economiche, senza aver mai partecipato ad azioni contro il sistema socialista cubano.
Indubbiamente la controrivoluzione è un business redditizio del quale vivono molti a Cuba e a Miami, ma come avrebbe detto José Martí: “Il denaro deve essere visto dalla sua radice, perché se nasce impuro non produce buoni frutti…”
Señales del abandono
Por Arthur González
Como asegurábamos anteriormente, el desgaste que presenta actualmente la contrarrevolución interna cubana, creada por la CIA en 1960, presagia un pronto final debido a la falta de credibilidad y ausencia de resultados.
En el presente escenario de las relaciones políticas de Estados Unidos y Cuba, no hay cabida para ese tipo de grupúsculos, porque que no sirven para ejecutar los cambios que desean los yanquis con vistas a desmontar el sistema socialista.
Estados Unidos no puede abandonarlos abruptamente, pero se percibe un evidente distanciamiento en las declaraciones y atención de los diplomáticos acreditados en La Habana, e incluso en el abastecimiento al que estaban acostumbrados a recibir.
La fórmula aplicada recientemente de otorgarle el premio Homo Homini, de la organización checa People in Need, fabricada en 1992 por la Fundación Nacional para la Democracia, NED, permite asegurarles una buena suma de dinero a los principales y más fieles “opositores”.
Prueba de la escasez de dinero que hoy tienen los contrarrevolucionarios para mantener sus acciones provocativas, es la campaña aparecida recientemente en las redes sociales, en la cual recaban apoyo económico para los “disidentes” en la Isla, mediante un Twitter, bajo el lema #Cubanoestasola.
El argumento utilizado es que esos recursos económicos serán destinados a los que pertenecen a organizaciones que “sufren más los embates de la dictadura”, según explicó la cubana Ana Lupe Busto, residente en Texas, Estados Unidos y presta nombre de esa campaña.
Según argumenta, “el gobierno de Castro ahoga económicamente a la oposición en Cuba”, algo bien difícil de creer, pues durante 56 años los contrarrevolucionarios han recibido cientos de miles de dólares sin ser molestados, y la expresión más realista de eso es la propia grosera, inculta y corrupta Berta Soler, de las “Damas” de Blanco, quien hace algunos años se compró un apartamento en la zona de Alamar y más recientemente una casa de dos plantas en la Víbora en cientos de miles de dólares, con el dinero que recibe de la Fundación Nacional Cubano Americana y del Departamento de Estados.
Lo demás es pura propaganda en la que ya nadie cree, pues han sido muchos los desvíos del dinero asignado, de acuerdo con los resultados de varias auditorias efectuadas por instituciones estadounidenses.
Desde el arribo de Barack Obama a la Casa Blanca, se aprueban anualmente 20 millones para los planes subversivos contra Cuba, convirtiéndose en el presidente estadounidense que más dinero asigna para eso propósitos.
Evidentemente, el destino del dinero en los últimos tiempos ha sido para otros programas más priorizados por el Gobierno y no para los contrarrevolucionarios, como son las tareas para tratar de empoderar al pueblo cubano mediante la influencia hacia los trabajadores privados y la preparación de cursos especiales para ellos que brinda la iglesia católica dentro de sus recintos, bajo el auspicio de la Universidad de Loyola, La Salle y otras más.
Miami sabe que sin dinero no hay “disidencia” en Cuba y muchos menos en las Damas de Blanco, mujeres que reciben entre 15 y 20 dólares por participar en sus caminatas dominicales. En YouTube hay constancia gráfica de esos pagos.
Ese es el motivo por el cual desde hace varias semanas se han intensificado las campañas mediáticas sobre supuestas represiones contra los miembros de esos grupos, con vistas a crear sentimientos de solidaridad entre personas honestas que desconocen el carácter mercenario de los llamados “opositores”, e incluso se dan cifras de detenidos que superan con creces el número real de los “disidentes”.
Ejemplo de esto es el informe mensual del mes de enero 2016 sobre “represión”, elaborado por la llamada Comisión Cubana de Derechos Humanos y Reconciliación Nacional (CCDHRN), presidida e integrada únicamente por Elizardo Sánchez Santa Cruz Pacheco y su actual concubina, donde afirma que “se produjeron por lo menos mil 414 detenciones por motivos políticos”, algo que mueve a risas pues nunca se ha visto en la isa esa cantidad de afiliados a los grupos contrarrevolucionarios y es una de las causas de la falta de credibilidad que tienen entre los cubanos.
Por esos motivos el ex jefe de la Sección de Intereses de Washington en la Habana, Jonathan Farrar, afirmaba en sus cables secretos: “…los líderes disidentes dirigen sus mayores esfuerzos a obtener recursos suficientes para solventar las necesidades del día a día…” “… y están más preocupados por tener mayores oportunidades para viajar libremente y vivir de manera confortable…”
Quienes tengan alguna discrepancia con esas aseveraciones puede ventilarla directamente con el Departamento de Estado, donde se conoce perfectamente de la pata que cojean esos ilustres “opositores”, que en 56 años no han logrado destruir a la Revolución, ni sumar a los cientos de miles de cubanos que emigran hacia Estados Unidos para resolver sus necesidades económicas, sin haber participado jamás en acciones contra el sistema socialista cubano.
Sin dudas la contrarrevolución es un jugoso negocio del que viven muchos en Cuba y en Miami, pero como dijera José Martí: “El dinero se ha de ver desde la raíz, porque si nace impuro no da frutos buenos…”