Quando tra poche ore arriverà a Cuba il Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa, Kirill, notizia che ha occupato tutti i titoli della stampa nazionale e internazionale, sarà la quarta visita di Sua Santità nel nostro paese.
La prima visita del Patriarca risale al 1995 quando tra le altre responsabilità era Gerente dell’Eparchia Ortodossa dell’Ungheria e membro del Consiglio della Politica Estera del Ministero dei Temi Esteri della Federazione Russa.
Inoltre ha visitato l’Isola nel 2004 come Metropolita di Smolensk e Kaliningrado e presidente del Dipartimento delle Relazioni Ecclesiastiche Estere del Patriarcato di Mosca, opportunità nella quale si riunì con il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e partecipò alla cerimonia in cui si pose la prima pietra del tempio della Cattedrale Ortodossa Russa *Nostra Signora di Kazan*, che sorge nel centro storico de L’Avana vecchia.
Quattro anni dopo tornò dal 17 al 20 ottobre per partecipare alle giornate dei Giorni della Russia in Cuba e officiare la divina liturgia di consacrazione della Chiesa Ortodossa Russa. Inoltre approfitto dell’opportunità per decorare Fidel e Raúl, che incontrò, con l’Ordine alla Gloria e all’Onore, e l’Ordine Principe Daniele rispettivamente.
Una Riflessione del leader della Rivoluzione pubblicata poi in Granma, catalogò il tempio come “un monumento all’amicizia cubano-russa”, la prova indiscutibile del rispetto della nostra Rivolzione per uno dei principi fondamentali dei diritti umani, in consonanza con una rivoluzione socialista profonda e radicale.
Precedenti dei vincoli tra Sua Santità Kirill e il nostro paese sono anche gli scambi sostenuti con il Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Raúl, nelle sue visite ufficiali realizzate nel 2009 e nel 2015 a Mosca.
Durante questa prossima visita il Patriarca incontrerà Papa Francisco, il 12 febbraio, nello scalo che quest’ultimo realizzerà a Cuba prima di raggiungere il Messico.
Nella storica riunione, la prima che si realizza tra i primati della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodssa russa.
È previsto un dialogo personale seguito dalla firma di una dichiarazione comune.