Lo stesso giorno

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carcel-de-guantánamo-1Finalmente Barack Obama ruppe i ceppi e, nella retta finale del suo doppio mandato, presentò un piano per chiudere l’infame carcere che il suo paese ha mantenuto per 14 anni nella Basi Navale di Guantanamo; dove sono state detenute 779 persone in condizioni ripudiabili.

Fu una delle sue promesse elettorali del 2008; e nonostante poco dopo aver preso il comando della Casa Bianca firmasse un decreto ed aprì un Ufficio per la chiusura della prigione, condotto dal prestigioso avvocato Greg Craig, da allora non è avanzato nulla.

Questa volta bisognerebbe vedere fino a dove può arrivare Obama nel suo proposito molto logico, in mezzo ad un Congresso oppositore, parte del quale si è lanciato già come un branco affamato per squalificare la proposta.

Il fatto curioso per noi è che l’annuncio della Casa Bianca arriva lo stesso giorno in cui, 113 anni fa (23 febbraio 1903), Tomas Estrada Palma firmò il Trattato cubano–statunitense che propiziava l’affitto perpetuo di porzioni di terra e d’acqua del nostro territorio al poderoso vicino del Nord, affinché stabilisse basi militari in Cuba.

Nell’Articolo I del Trattato si stabilisce: “La Repubblica di Cuba affitta nel presente agli Stati Uniti per il tempo di cui ne avrà bisogno con l’obbiettivo di stabilire in queste stazioni carbonifere o navali, le estensioni di terra e d’acqua situate nell’isola di Cuba che di seguito si descrivono: (…)”.

Nell’Articolo III si plasmò: “Sebbene gli Stati Uniti riconoscono da parte loro la continuazione della sovranità definitiva della Repubblica di Cuba sulle estensioni di terra e d’acqua sopra descritte, la Repubblica di Cuba consente, da parte sua, che, durante il periodo in cui gli Stati Uniti occupino queste aree a tenore delle stipulazioni di questo accordo, gli Stati Uniti esercitino giurisdizione e domini completi su dette aree (…)”.

Si santificava così l’occupazione che avevano fatto le truppe nordamericane della migliore porzione della baia di Guantanamo dal 1898; situazione che si è mantenuta così per più di un secolo, nonostante dal Trionfo della Rivoluzione, Cuba ha denunciato il funesto trattato ed ha chiesto la chiusura della Base.

Il Presidente Obama ha detto oggi che “Per molti anni è stato chiaro che il Centro di detenzione in Guantanamo non migliora la nostra sicurezza nazionale. La colpisce”.

Non fa neanche molto bene a questa nazione mantenere la Base Navale contro la volontà del popolo cubano. È una condizione indispensabile affinché ci sia una normalizzazione reale delle relazioni tra i due paesi.

Speriamo che il dibattito che generi il Piano Obama per la chiusura della prigione, metta anche in evidenza davanti alla società statunitense l’illegalità e l’ignominia di questa reliquia imperiale; benché il Presidente abbia detto pubblicamente che non pretende consegnare a Cuba il territorio che gli appartiene.

di Randy Alonso Falcon

traduzione di Ida Garberi

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