Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
Molto opportunamente sono sorti alcuni superivoluzionari, chiamando a mostrare manifesti e protestare contro gli USA durante il viaggio a Cuba del presidente Barack Obama. La cosa interessante è che uno lo fa da un sito pagato dal governo olandese, e l’altro, subito dopo, che hanno chiamato il suo amico “obamista” per uguagliare Fidel e Raul al capo dell’impero.
Credo che la radicale posizione antimperialista e internazionalista del nostro governo, che è stata ratificata nei giorni scorsi con l’editoriale del quotidiano Granma sulla visita a Cuba del presidente Obama, la condanna all’attacco yankee contro il Venezuela, la denuncia dell’assassinio di Berta Cáceres in Honduras, o la solidarietà con Lula e il governo brasiliano ha bisogno di essere accompagnata con più protagonismo della società civile rivoluzionaria, ma non per fare il gioco dell’opportunismo che, sostenuto dall’esterno del paese, lucra sulle nostre insufficienze.
Qui vi lascio ciò che ha detto il più radicale dei rivoluzionari del nostro tempo -lo stesso che guidò le battaglie di maggior successo del popolo cubano contro l’imperialismo, tra cui il ritorno di Elian e la lotta per la libertà del Cinque- su proteste e manifesti a radice di un’altra importantissima visita a Cuba che alcuni superivoluzionari, di allora, che, naturalmente non sono con noi oggi, hanno anche criticato in quel momento.
“Desideriamo le piazze piene, e nessuno tema, la storia ci darà ragione. La nostra patria guadagnerà molto da ciò, perché staremo facendo ciò che nessuno al mondo osa fare. L’isola piena di giornalisti, tra cui 1500 nordamericani. Le piazze piene di cittadini assistendo alle messe. Il Papa lo gradirà, non c’è dubbio; gli piacerà vederli, gli piacerà parlargli. Quale sarà il dovere più sacro di tutti noi? E questo è il punto veramente fondamentale: invitiamo tutto il popolo, invitiamo i quadri, i militanti ad assistere; ma nessuno deve portare un solo slogan politico, nessuno deve portare un solo cartello. Sentite, nessuno debe innalzare un solo slogan; nessuno deve portare un solo cartello; nessuno deve essere coinvolto in una minima provocazione, nessuno! Nessuno deve dare evviva ad alcun dirigente della Rivoluzione. Non bisogna dare a nessuno pretesti per provocare in una messa -sto parlando di una messa- un evviva; nessuno deve emettere un fischio; nessuno deve esprimere alcuna manifestazione di protesta contro qualsiasi parola che si pronunci su un altare; nessuno deve esprimere la benché minima manifestazione di disgusto nei confronti di qualsiasi frase o contro qualsiasi parola, o contro qualsiasi dichiarazione che ci dispiaccia, che ci possa sembrare ingiusta o non ci piaccia. Deve esistere la massima collaborazione con gli organizzatori, che sono i membri della nostra forza pubblica, che saranno per le strade, ai semafori, agli angoli, in tutte le parti, fornendo tutta la loro esperienza nell’organizzazione dell’evento. Quando si muovono le masse, necessita l’esperienza e l’organizzazione perchè non si produca il caos, e la nostra gente ha un sacco di esperienza in questo. Il nostro popolo, con la sua presenza lì, sarà la migliore garanzia della buona organizzazione, dell’ordine, del rispetto per il Papa e garanzia della sua sicurezza. Nulla è comparabile con la presenza del popolo e che le catene televisive trasmettano, in tutto il mondo, tale immagine perché si conosca Cuba; quella Cuba dove ha votato il 98.35 degli elettori, 95 i cui voti erano validi, di cui un 94.39 sono stati emessi in forma unita. Guadagnamoci, a motivo della visita del Papa, una medaglia olimpica, una medaglia d’oro e siate certi che una Rivoluzione che può fare ciò è una Rivoluzione invincibile; un popolo che può fare questo, è un popolo invincibile. Allora io dico, questo vi chiedo e mi assumo la piena responsabilità di fronte a coloro che possono nutrire il minimo timore che ci comportiamo in questo modo, coloro che ritengono che ci possa essere il minimo inconveniente in questo modo di comportarci. Questo è il popolo di Giron e della Crisi di Ottobre, che seppe difendere la sua Rivoluzione, che affronta il periodo speciale, che ha marciato di vittoria in vittoria e, soprattutto, a tutti voi, coloro che gestiscono la stampa, che devono guidare la popolazione, vi raccomando una dose enorme di pazienza; a voi che, come me, leggono molti cablo ogni giorno, vi consiglio una dose enorme di pazienza, per ciò che scrivono, per quello che dicono. Giuriamo di non lasciarci minimamente provocare”.
Fonte: Granma. 20/01/98
Conferenza del C.te in Capo Fidel Castro Ruz, primo segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri alla televisione cubana e sulle onde radio internazionali di Radio Avana Cuba, per affrontare il tema delle recenti elezioni e della prossima visita di Papa Giovanni Paolo II, il 16 gennaio 1998, “Anno del 40esimo anniversario delle battaglie decisive della Guerra di Liberazione”.
Para los superrevolucionarios
Por Iroel Sánchez
Muy oportunamente han surgido unos superrevolucionarios, llamando a sacar carteles y protestar contra EEUU durante el viaje a Cuba del Presidente Barack Obama. Lo interesante es que uno lo hace desde un sitio pagado por el gobierno holandés, y el otro inmediatamente después de que le llamen a su amigo “obamista” por igualar a Fidel y Raúl con el jefe del imperio.
Pienso que la raigal postura antiimperialista e internacionalista de nuestro gobierno, que se ha ratificado en los días más recientes con el editorial del diario Granma sobre la visita a Cuba del Presidente Obama, la condena a la arremetida yanqui contra Venezuela, la denuncia del asesinato de Berta Cáceres en Honduras, o la solidaridad con Lula y el gobierno de Brasil, necesita ser acompañada con más protagonismo de la sociedad civil revolucionaria pero no para hacerle juego al oportunismo que, impulsado desde fuera del país, lucra con nuestras insuficiencias.
Aquí les dejo lo que afirmó el más radical de los revolucionarios de nuestra época -el mismo que lideró las más exitosas batallas del pueblo cubano contra el imperialismo, incluyendo las del regreso de Elián y la lucha por la libertad de los Cinco- sobre protestas y carteles a raíz de otra importantísima visita a Cuba que algunos superrevolucionarios de entonces, quienes por supuesto hoy no nos acompañan, también cuestionaron en su momento.
“Deseamos las plazas llenas, y nadie tema, la historia nos dará la razón. Nuestra patria ganará mucho con eso, porque estaremos haciendo lo que nadie en el mundo se atreve a hacer. La isla llena de periodistas, entre ellos 1 500 norteamericanos. Las plazas llenas de ciudadanos asistiendo a las misas. Al Papa le agradará, sin duda alguna; le gustará verlos, le gustará hablarles. ¿Cuál será el deber más sagrado de todos nosotros? Y este punto es verdaderamente clave: invitamos a todo el pueblo, invitamos a los cuadros, a los militantes para asistir; pero ninguno debe llevar una sola consigna política, nadie debe llevar un solo cartel. Fíjense bien, nadie debe enarbolar una sola consigna; nadie debe llevar un solo cartel; nadie debe dejarse arrastrar a la más mínima provocación, ¡nadie! Nadie debe dar vivas a ningún dirigente de la Revolución. No hay que darle pretextos a nadie para provocar en una misa -estoy hablando de una misa- un viva; nadie debe emitir un chiflido; nadie debe expresar ninguna manifestación de protesta frente a cualquier palabra que se pronuncie en un altar; nadie debe expresar la menor manifestación de disgusto contra cualquier frase, contra cualquier palabra, o contra cualquier pronunciamiento que nos desagrade, que nos parezca injusto o nos disguste. Debe existir la máxima colaboración con los organizadores, que son los miembros de nuestra fuerza pública, que van a estar en las avenidas, en los semáforos, en las esquinas, en todas partes, brindando toda su experiencia en la organización del acto. Cuando se mueven masas, hace falta experiencia y organización para que no se produzca un caos, y nuestra gente tiene mucha experiencia en eso. Nuestro pueblo, con su presencia allí, será la mayor garantía de la buena organización, del orden, del respeto hacia el Papa y garantía de su seguridad. Nada es comparable con la presencia del pueblo, y que las cadenas de televisión trasmitan por el mundo esa imagen para que se conozca a Cuba; esa Cuba donde votó el 98,35. de los electores, 95. de cuyos votos fueron válidos, de los que un 94,39. se emitieron en forma unida. Ganémonos también, con motivo de la visita del Papa, una medalla olímpica, una medalla de oro, y tengan la seguridad de que una Revolución que puede hacer eso es una Revolución invencible; un pueblo que pueda hacer eso, es un pueblo invencible. Eso les digo, eso les pido y asumo toda la responsabilidad ante aquellos que puedan albergar el más mínimo temor de que actuemos de esa forma, aquellos que puedan considerar que pueda haber el más mínimo inconveniente en esta forma de comportarnos. Este es el pueblo de Girón y de la Crisis de Octubre, el que supo defender su Revolución, el que se enfrenta al período especial, que ha marchado de victoria en victoria, y, sobre todo, a todos ustedes, los que dirigen la prensa, que deben orientar a la población, les recomiendo una enorme dosis de paciencia; a ustedes los que, como yo, leen muchos cables todos los días, les recomiendo una enorme dosis de paciencia, por lo que escriban, por lo que digan. Jurémonos no dejarnos provocar en lo más mínimo.”
Fuente: Granma. 20/01/98
COMPARECENCIA DEL COMANDANTE EN JEFE FIDEL CASTRO RUZ, PRIMER SECRETARIO DEL COMITE CENTRAL DEL PARTIDO COMUNISTA DE CUBA Y PRESIDENTE DE LOS CONSEJOS DE ESTADO Y DE MINISTROS, ANTE LA TELEVISION CUBANA Y LAS ONDAS INTERNACIONALES DE RADIO HABANA CUBA, PARA ABORDAR EL TEMA DE LAS RECIENTES ELECCIONES Y LA PROXIMA VISITA DEL PAPA JUAN PABLO II, EL DIA 16 DE ENERO DE 1998, “AÑO DEL ANIVERSARIO 40 DE LAS BATALLAS DECISIVAS DE LA GUERRA DE LIBERACION”.