Sospesa la nomina di Lula

Lula-e-DilmaLa Giustizia federale di Brasilia ha sospeso la nomina dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha giurato come nuovo ministro capo del gabinetto in una cerimonia con la presenza della presidente Dilma Rousseff.

Lula è vittima di una forte campagna per screditarla, fomentata dalla destra brasiliana.

Il giudice Itagiba Catta Preta Neto, della prima istanza federale di Brasilia, ha “sospeso” la designazione di Lula, considerando che l’obiettivo è evitare il suo processo nel caso di corruzione della petroliera Petrobras.

La situazione è “complessa e grave” perché l’ex presidente è stato designato da Dilma Rousseff per dotarlo di un Forum privilegiato e sfuggire alla giurisdizione del giudice federale Sergio Moro, che si occupa delle investigazioni del caso “Petrolao”, ha segnalato Catta Preta.

L’avvocato generale dell’Unione, José Eduardo Cardozo, ha annunciato che farà appello alla decisione del magistrato della Quarta Sala Federale di Brasilia.

Parallelamente il ministro Teori Zavaski, membro del Supremo Tribunale Federale, ha ricevuto una richiesta di misura cautelare dal partito dell’opposizione Solidaridad, contro la nomina di Lula.

L’ex mandatario ha giurato come nuovo titolare della Casa Civile, in una cerimonia realizzata nel palazzo del Planalto davanti ad un pubblico in cui la maggioranza era di membri del Partito dei Lavoratori, che gridavano in coro *Non ci sarà un colpo di Stato*.

Il 18 marzo il Brasile scende nelle strade per la democrazia, contro il golpe 

Comunicato della CPN del Partito Comunista del Brasile da www.resistencia.cc –  Traduzione di Marx21.it

Facendo leva sulle manifestazioni del 13 marzo e sulle azioni illegali e abusive dell’Operazione Lava Jato, come è avvenuto nel caso del provvedimento coercitivo nei confronti dell’ex presidente Lula, i settori più reazionari della destra neoliberale – in collusione con i monopoli della comunicazione – hanno radicalizzato l’agitazione golpista e hanno proclamato ai quattro venti che “a settimane” deporranno la presidente Dilma Rousseff.

I grandi media strombazzano la falsa analisi secondo cui la deposizione della presidente Dilma, attraverso un colpo di Stato, riporterebbe il paese alla normalità e alla ripresa della crescita economica.

La verità è un’altra. Un qualsiasi governo che sia detronizzato da un impeachment golpista porterebbe il paese a una conflagrazione che aggraverebbe l’instabilità politica e approfondirebbe la recessione. Non esiste soluzione al di fuori della democrazia. Un cambiamento alla Presidenza della Repubblica può avvenire solamente nel 2018, come impone la Costituzione Federale.

In queste ore gravi per la vita del paese, il PCdoB lancia un appello alle forze democratiche e popolari, anche a quelle da cui siamo separati da legittime divergenze, affinché si converga, ci si unisca attorno alla democrazia, che rappresenta il bene più prezioso della Nazione.

Che si uniscano tutti e tutte, mossi dalla convinzione che non si rende giustizia andando allo scontro con lo Stato democratico di diritto. Che si uniscano tutti coloro che rispettano le divergenze, le differenze di opinione e che rifiutano la cultura dell’intolleranza e dell’odio.

Il PCdoB proclama: il 18 marzo scendiamo nelle strade per la democrazia, contro il golpe. Scendiamo nelle strade con i molti colori delle organizzazioni sociali, della democrazia e del Brasile. Il 18 nelle strade, per la riconquista della crescita economica e della creazione di posti di lavoro.

Brasilia, 15 marzo 2015

La Commissione Politica Nazionale del Partito Comunista del Brasile – PCdoB

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