Stampa senza libertà

Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com

macchinaCIA

Per avere un’idea di come si formulino le campagne mediatiche, made ​​in USA, che cercano di demonizzare Cuba, basta solo leggere la stampa internazionale. Cuba ed alcuni paesi che hanno governi non accettabili per gli USA, per non sottomettersi ai suoi ordini, sono continuamente accusati di tutti i mali che si avuti e da avere, oltre ad essere inseriti nelle liste nere inventate dagli ideologi yankee.
Tuttavia, loro ed i loro alleati più stretti, fanno e disfanno senza essere criticati o menzionati in alcun documento o lista.

palestinaIsraele è un’evidente dimostrazione; non compare mai nelle liste nere, nonostante assassini migliaia di palestinesi, attacca altri paesi e bombarda le sue principali industrie, come ha fatto con l’Iraq negli anni ’80, quando costruiva con il supporto della Francia una centrale termonucleare e più tardi in Siria, distruggendo anche lì un impianto simile.

Neppure gli assassini di civili innocenti, causati da droni USA, ricevono il rifiuto dell’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e delle altre organizzazioni che controllano ogni azione, in altri paesi, per condannarli con grande clamore.

Nei giorni scorsi, la rappresentanza dell’agenzia spagnola EFE a Washington, ha pubblicato un rapporto in cui riconosce che solo il 2% dei latinoamericani (circa 11,4 milioni di persone) ha accesso ad una stampa libera, ma mostrando la sua malsana intenzione di rafforzare i cliché che hanno creato contro Cuba, ha sottolineato che “Cuba, Messico, Venezuela, Ecuador ed Honduras sono considerati come paesi dove definitivamente la stampa non può lavorare liberamente”.

Cioè, Cuba con poco più di 11 milioni di abitanti è deliberatamente  evidenziata tra i quasi 570 milioni di latinoamericani al fine di mantenere l’immagine negativa fabbricata solo per avere un sistema socialista che non accetta sottomettersi agli yankee e per questo deve pagare un alto prezzo per tale sfida, come avvertimento a coloro che potrebbero imitarla.

Quando si analizza la fonte originale dell’informazione si scopre chi c’è dietro questa bufala ed è proprio l’organizzazione “non governativa” Freedom House, creata e sostenuta dal denaro che le dà il governo USA, a FH appartiene l’agente della CIA Frank Calzon, orientato, da molti anni, a screditare Cuba e coinvolto in vari processi per loschi traffici con i soldi che gli assegnano.

La direttrice del rapporto di Freedom House è Karin Karlekar, che è intervenuta ad un seminario celebrato nel Congresso USA. Pertanto non poteva perdere l’occasione di avvelenare i partecipanti, in momenti in cui c’è un movimento in favore della modifica della politica USA verso l’isola.

Nella sua insidiosa e deliberata allocuzione, la signora Karlekar ha affermato che “Cuba resta il paese peggiore in termini di libertà di stampa”, ma ha occultato che sull’isola non esiste un solo giornalista assassinato o scomparso, come avviene quotidianamente in altri paesi dove essere giornalista risulta una delle professioni più rischiose.

Neppure ha menzionato che all’interno della missione diplomatica yankee, a l’Avana, s’impartiscono corsi di “giornalismo” a persone che hanno una posizione contro la Rivoluzione e guadagnano uno stipendio trasmettendo informazioni false e distorte sulla realtà interna.

Karin Karlekar non ha detto nulla sulla manipolazione e le pressioni politiche esercitate, dagli USA, sui mezzi stampa nel suo paese e altrove nel mondo, e  tanto meno ha segnalato il reclutamento che ha fatto e fa la CIA e l’FBI tra i giornalisti dei principali media dell’ informazione, ciò che è provato e declassificato nella nota Operazione Mockingbird.

Questa operazione si creò nei primi anni della decade ’50 del XX secolo da Frank Wisner, della Direzione Piani della CIA.

La CIA reclutò un folto gruppo di noti giornalisti dei principali organi di informazione degli USA, al fine di diffondere informazioni manipolata per creare cliché di opinioni favorevoli ai piani dell’Agenzia, mediante la creazione di campagne stampa.

I giornalisti reclutati per questo lavoro di guerra psicologica, divulgarono notizie false e distorte sulla Rivoluzione cubana, dal 1959, con lo scopo di ottenere il suo isolamento internazionale.

Tra i professionisti contattati dalla CIA c’erano Henry Luce; Philip Graham; Arthur Hays Sulzberger; Andrew Saint-George e Jules Dubois e tra gli organi di stampa: The Washington Post; The New York Times; CBS; The Chicago Tribune; The Washington Star e le riviste Time e Life, come più significative.

murato1L’Operazione fu sostenuta dalla Inter American Press Association (SIP) creata, nel 1943, per difendere gli interessi mediatici USA in America Latina.

Tutte queste attività sono state denunciate dall’ex agente della CIA Philip Agee.

Azioni simili sono sviluppate quotidianamente contro Cuba, Venezuela, Bolivia, Argentina, Ecuador, Russia, Iran o Cina, proprio perché la Casa Bianca non accetta che mantengono posizioni di sovranità ed indipendenza.

Quelli che si sottomettono  ed abbassano la testa dicendo a tuttociò che detta la Casa Bianca: “Yes Mister” non sono mai menzionati o criticati.

Prensa sin libertad

Arthur González

Para tener una idea precisa de cómo se formulan las campañas mediáticas made in USA que pretenden satanizar a Cuba, solo hay que leerse la prensa internacional.Cuba y algunos países que tienen gobiernos no aceptables para Estados Unidos, por no someterse a sus órdenes, son acusados continuamente de todos los males habidos y por haber, siendo incluidos además en cuanta lista negra inventen los ideólogos yanquis.

Sin embargo, ellos y sus aliados más estrechos hacen y deshacen sin ser criticados o mencionados en algún documento o listado.

Israel es una muestra fehaciente; nunca aparece señalado en listas negras, a pesar de que asesina a miles de palestinos, ataca a otros países y le bombardea sus industrias principales, como hicieron con Irak en los años 80, cuando construían con el apoyo de Francia una planta de energía termonuclear y más tarde con Siria, destruyéndole también su planta generadora de similar energía.

Los asesinatos de civiles inocentes causados por los aviones no tripulados de Estados Unidos ni siquiera reciben el rechazo de la Alta Comisionada de la ONU para los Derechos Humanos y demás organizaciones que vigilan cada acción en otros países para condenarlos con gran alharaca.

En días pasados, la representación de la agencia Española EFE en Washington, publicó un informe en el que reconoce que sólo el 2% de los latinoamericanos, (aproximadamente unos 11,4 millones de personas), tienen acceso a prensa libre, pero mostrando su malsana intención de reforzar la matriz de opinión que han creado contra Cuba, subrayaron que “Cuba, México, Venezuela, Ecuador y Honduras están considerados como los países donde definitivamente la prensa no puede trabajar con libertad”.

O sea, que Cuba con un poco más de 11 millones de habitantes es resaltada entre los casi 570 millones de latinoamericanos de forma deliberada, para mantener la imagen negativa fabricada solo por tener un sistema socialista que no acepta someterse a los yanquis y por tanto debe pagar un alto precio por su desafió, como escarmiento para aquellos que pudieran imitarla.

Cuando se analiza la fuente original de la información se descubre quiénes están detrás de esa patraña y es precisamente la organización “no gubernamental” Freedom House, creada y sostenida gracias al dinero que le aporta el gobierno norteamericano, a la que pertenece el agente CIA Frank Calzón, orientado desde hace muchos años a desprestigiar a Cuba y envuelto en varios procesos por manejos turbios con el dinero que le asignan.

La directora del informe de Freedom House es Karin Karlekar, la cual intervino en un seminario celebrado en el Congreso estadounidense. Por tanto, no podía perder la oportunidad de envenenar a los participantes, en momentos en que existe una corriente a favor de modificar la política de Estados Unidos hacia la Isla.

En su insidiosa y premeditada locución, la señora Karlekar afirmó que “Cuba, continúa siendo el peor país en cuanto a libertad de prensa”, pero ocultó que en la isla no existe un solo periodista asesinado o desaparecido, como ocurre diariamente en otros países donde ser periodista en una de las profesiones más riesgosas.

Tampoco mencionó que dentro de la misión diplomática yanqui en La Habana se imparten cursos de “periodismo” a personas que tienen una posición en contra de la Revolución, y cobran un salario por transmitir informaciones falsas y tergiversadas sobre la realidad interna.

Karin Karlekar no dijo nada sobre la manipulación y presiones políticas que ejerce Estados Unidos sobre los medios de prensa de su país y de otros lugares del mundo y mucho menos señaló el reclutamiento que hizo y hacen la CIA y el FBI entre periodistas de los principales medios informativos, lo cual está probado y desclasificado en la conocida Operación Mockingbird.

Dicha Operación se creó en los primeros años de la década de los años 50 del siglo XX por Frank Wisner, de la Dirección de Planes de CIA.

La CIA reclutó a un numeroso grupo de reconocidos periodistas de importantes órganos de prensa de Estados Unidos, con el fin de difundir informaciones manipuladas para crear matrices de opinión favorables a los planes de esa Agencia, mediante la conformación de campañas de prensa.

Periodistas reclutados para ese trabajo de Guerra Sicológica, divulgaron noticias falsas y tergiversadas sobre la Revolución cubana desde 1959, con el propósito de lograr su aislamiento internacional.

Entre los profesionales contactados por la CIA estaban Henry Luce; Philip Grahan; Arthur Hays Sulzberger; Andrew Saint-George y Jules Dubois y entre los órganos de prensa se destacan: The Washington Post; The New York Times; CBS; The Chicago Tribune; The Washington Star y las revistas Time y Life, como los más significativos.

Esa Operación fue apoyada por la Sociedad Interamericana de Prensa (SIP), creada en 1943 para defender los intereses mediáticos de Estados Unidos en América Latina.

Todas estas actividades fueron denunciadas por el ex oficial CIA Philip Agee.

Acciones similares desarrollan diariamente contra Cuba, Venezuela, Bolivia, Argentina, Ecuador, Rusia, Irán o China, solo porque la Casa Blanca no acepta que mantengan posiciones de soberanía e independencia.

A los que se someten y bajan la cabeza diciéndole a todo lo que dicta la Casa Blanca: “Yes Mister”, nunca son señalados ni criticados.

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