Obama:’calce e sabbia’ con cuba e Venezuela

Nicanor León Cotayo

obama teatro CIACosì ha detto il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, definendo martedì 29 marzo la posizione di Washington verso i due paesi.

E ha ragione.

Lo ha ridetto durante una conferenza stampa effettuata nella capitale della sua nazione, Quito.
Tale approccio ha avuto luogo quando ha parlato dello storico viaggio del presidente Barack Obama a Cuba.

Ha illustrato la differenza tra questo evento e la dichiarazione che in precedenza aveva fatto contro il Venezuela valutandolo come un pericolo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Sotto questo pretesto il presidente statunitense è arrivato a emettere un ordine di emergenza per il suo paese.

Ha ricordato che mentre pianificava il suo viaggio a La Habana ha esteso il decreto tacciando il Venezuela di “pericolo nazionale”.

Insieme a ciò gli hanno applicato altre sanzioni che violano qualsiasi legge internazionale.

Correa ha proseguito dicendo che Obama ha visitato Cuba al momento giusto se migliorano le loro relazioni, anche se, ha puntualizzato, resta ancora che tolgano il blocco e che chiudano il loro carcere nella base navale di Guantánamo.

L’agenzia di stampa francese AFP, ha commentato che durante il soggiorno a Cuba (tra i giorni 20 e 22 di marzo) Obama ha chiesto di lasciarsi alle spalle “tutte le vestigia della Guerra Fredda”.

Ha detto anche che l’ “embargo” di Washington contro la nazione caraibica è un fardello obsoleto sul suo popolo.

In un altro momento della conferenza stampa il presidente Rafael Correa ha richiamato a prestare attenzione a quanto segue:

“Guardate, la logica degli anglosassoni… (Obama) propone di eliminare l’embargo non perché è illegale, non perché viola il diritto internazionale”. “Non perché attenta ai diritti umani dei cubani, no. È perché non funzionava, cioè, se avesse funzionato l’embargo avrebbe potuto continuare”.

Il presidente ecuadoriano ha continuato dicendo che, agli inizi di marzo, Obama ha rinnovato la dichiarazione di emergenza nazionale contro il Venezuela e ha sanzionato sette funzionari di Caracas.

Il pretesto? Che Nicolás Maduro continua a violare diritti umani e a perseguire dei dirigenti dell’opposizione.

Ecco che cosa è successo, Washington si auto arroga la facoltà di giudicare la situazione interna di altri paesi e perfino, di processare e punirne i funzionari.

Non possiamo dimenticare che, poche ore prima dell’arrivo di Obama e del suo seguito a La Habana, Cuba ha ricevuto con tutti gli onori il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro Moros.

Un messaggio molto chiaro, a prescindere dai sorrisi e dalle parole mielose, questo arcipelago caraibico sa molto bene dove stanno i suoi veri amici e i suoi nemici.

In caso di dubbio, lì c’è la storia, che è impossibile dimenticare.

*L’espressione ”una de cal y una de arena” viene usata per indicare due cose diverse, opposte: una di valore e l’altra no; una buona e una cattiva, etc.

Traduzione: Redazione di El Moncada
http://www.cubasi.cu

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