L’organizzazione Articolo 19 in un rapporto diffuso alla fine di marzo ha informato che in Messico sono state registrate 397 aggressioni contro giornalisti o media della comunicazione, includendo otto omicidi nel 2015,l’anno più violento dopo il 2009.
L’organizzazione internazionale di difesa dei diritti dei giornalisti *Artículo 19* ha documentato 8 omicidi nel 2015, i delitti più gravi , 7 contro comunicatori in possibile relazione con il loro lavoro giornalistico e uno contro un impiegato amministrativo di una media ha segnalato il rapporto.
Secondo l’organizzazione il 2015 è stato l’anno più critico dal 2009 in quel che si riferisce alle aggressioni per la libertà d’espressione, che sono aumentate del 21,8% in relazione al 2014.
Il documento ha citato in particolare i casi di Moisés Sánchez, di Veracruz (a est) assassinato in gennaio, quello di Filadelfo Sánchez, di Oaxaca (sudest), e di Rubén Espinosa, originario della capitale, dov’è stato assassinato nel luglio scorso, dopo la sua fuga da Veracruz, lo stato dove lavorava come fotografo.
L’organizzazione ha denunciato che in base alle cifre è stato constatato un costante deterioramento dell’esercizio della libertà d’espressione da quando ha assunto la presidenza Enrique Peña Nieto”* nel 2012.
Nel 2012 erano state registrate 207 aggressioni contro giornalisti, che sono aumentate a più di 330 negli anni seguenti, sino a 397 nel 2015, la cifra più alta dal 2009.
Sono stati riportati anche cinque casi di allontanamento a forza, sette distruzioni di case di giornalisti, 37 casi di privazione illegale della libertà, 109 attacchi fisici o materiali. 84 minacce e cinque attacchi a installazioni con esplosivi e armi da fuoco.
Queste cifre sono una misura chiara della gravità della situazione. Le violazioni dei diritti della libertà d’espressione e dell’informazione, così come le aggressioni a giornalisti derivano anche dall’assenza di volontà da parte dello Stato e dalla conseguente impunità, ha denunciato Artículo 19.
Città del Messico e Veracruz sono gli stati in cui è stato registrato il maggior numero di aggressioni con 67 in ognuno, seguiti da Guerrero con 57, Puebla con 38 e Oaxaca con 35.
In questi Stati l’esercizio del giornalismo è diventato un’attività ad alto rischio, indica il documento secondo il quale Veracruz appare come il più pericoloso.
Il rapporto segnala autorità a livello federale e municipale come responsabili di 165 aggressioni e questo rappresenta il 41% dei 397 attacchi contro i giornalisti.
Altri 35 assalti sono stati perpetrati dal crimine organizzato.
Artículo 19 ha documentato dal 2009 un totale di 1832 aggressioni a giornalisti, con 55 assassinati.
Il Messico, colpito da un’ondata di violenza legata al narcotraffico è considerato da diverse organizzazioni come uno dei paesi più violenti e pericolosi per esercitare il giornalismo.
Reporteros senza Frontiere ha registrato l’assassinio di 91 giornalisti e la scomparsa di 17 dal 2000.