Mario Jòrdan https://heraldocubano.wordpress.com
Se tu fossi Obama vediamo che faresti.
Risulta che le relazioni con Cuba rappresenterebbero, annotarsi, “un punto” nella politica estera per quello che essa significa in America Latina.
Cuba in questo momento è il problema meno complesso da annotarsi “quel punto”, perché?:
• Continua, senza fine, la guerra in Afghanistan ed Iraq.
• I conflitti in Siria, Yemen e Libia continuano a peggiorare.
• Il fronte Ucraina con implicazioni verso Russia e Cina.
• Pochi risultati nel contenimento di Iran e Corea del Nord.
• Israele continua a non sottomettersi ai suoi interessi.
• Cina e la Russia, con una significativa presenza in America Latina e Caraibi.
• Europa e Giappone non forniscono soluzione alla sua situazione economica.
• L’impatto sulla situazione interna di tutti questi problemi si manifestano nell’economia, occupazione, salute, migrazione, ipoteche e la povertà in generale.
Cosa sta pensando per inclinare “quel punto” a suo favore, vediamo:
• eliminare gli ostacoli affinché i nordamericani si rechino a Cuba.
• negli interessi dei commercianti USA, in particolare gli agricoli e petroliferi, di partecipare alle aperture.
•gli interessi commerciali dei cosiddetti cubano americani d’ investire a Cuba.
• il ricongiungimento familiare.
• l’impopolarità del blocco sulla scena internazionale ed all’ interno degli USA.
• il crescente rapporto di Cuba con l’America latina ed i Caraibi e il suo ruolo come riferente.
Cosa offre “camaleonticamente” ai suoi avversari:
• che la sua politica avvantaggia “la difficile situazione economica” a Cuba.
•la destinazione del denaro per l’influenza nei cambiamenti generazionali avvenuti.
• qui si produce qualcosa di interessante che a modo di messaggio o gancio utilizzato nel suo recente discorso. Si dichiara nato dopo il trionfo della Rivoluzione ed estraneo a quello che loro chiamano la Baia dei Porci (la nostra Girón). Fa riferimento, in modo subliminale, al fatto che l’attuale direzione del nostro paese ha, in media, la sua stessa età. (57 anni nel Consiglio di Stato e 48 anni nell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare). Da ciò induce la sua offerta di “cambiamento”, perché non sono compromessi col passato. Introduce il suo “smantellamento della storia”.
Il povero, non sa che il piccolo ragazzo è qui, ed il più grande pure (con il permesso del nostro Storico della città Dr. Eusebio Leal).
•Continua approvando denaro per le “le sue organizzazioni,” alternative, la formazione di dirigenti, e tutto ciò che contribuisca alla destabilizzazione, e apre l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), ma no ai software.
In generale offre misure che favoriscono il cittadino comune e non il governo. Loro risulteranno “i buoni” e noi “i cattivi” al non accettare tutto ciò che che gli convenga.
La sua politica è “periodo di attesa” prima di un “cambiamento di scenario”.
Obama torna alla “carota e bastone”; con un “bastone di gomma e a colori” e la “carota aromatizzata al gusto”.
Sembra che creda nel materialismo storico e la sua legge fondamentale, “l’ essere sociale determina la coscienza sociale” ossia; tutto è negoziabile tranne il blocco.
“Si tú fueras Obama…”
Por Mario Jordàn
Cuba en este momento es el asunto menos complejo para anotarse “ese punto”, ¿por qué?:
• Sigue sin final la guerra en Afganistán e Irak.
• Los conflictos en Siria, Yemen y Libia siguen empeorando.
• El frente Ucrania con implicación hacia Rusia y China.
• Pocos resultados en la contención a Irán y Corea del Norte.
• Israel sigue sin someterse a sus intereses.
• China y Rusia con importante presencia en América Latina y el Caribe.
• Europa y Japón no le aportan solución a su situación económica.
• La repercusión en su situación interna de todas estas problemáticas se manifiestan en la economía, empleo, salud, migración, hipoteca y pobreza en general.
En que está pensando para inclinar “ese punto” a su favor, veamos:
• eliminar los obstáculos para que los norteamericanos viajen a Cuba.
• en los intereses de los comerciantes estadounidenses, sobre todo los agrícolas y petroleros, de participar en las aperturas.
• los intereses de negocios de los llamados cubanoamericanos de invertir en Cuba.
• la reunificación familiar.
• la impopularidad del bloqueo en la arena internacional y a lo interno en Estados Unidos.
• la creciente relación de Cuba con América Latina y el Caribe y su papel referente.
Que ofrece “camaleónicamente” a sus adversarios:
• que su política aprovecha “la difícil situación económica” en Cuba.
• el destino de dinero para la influencia en los cambios generacionales ocurridos.
• aquí se produce algo interesante que a manera de mensaje o gancho utiliza en su reciente discurso. Se declara nacido después del triunfo de La Revolución y sin relación con lo que ellos llaman Bahía de Cochinos (nuestro Girón). Hace referencia subliminal a que la actual dirección de nuestro país tiene como promedio su propia edad. (57 años en el Consejo de Estado y 48 años en la Asamblea Nacional del Poder Popular). De ahí induce su oferta de “cambio” ya que no están comprometidos con lo pasado. Introduce su “desmontaje de la historia”.
El pobre, no sabe que el chiquito está aquí, y el grande también está aquí (con permiso de nuestro Historiador de la Ciudad Dr. Eusebio Leal).
• Sigue aprobando dinero para “sus organizaciones” alternativas, la formación de liderazgos, y todo lo que contribuya a la desestabilización, y abre acceso a las Tecnologías de la Comunicación e Información (TIC), pero a los software.
En general ofrece medidas que favorezcan al ciudadano común y no al gobierno. Ello resultaran “los buenos” y nosotros “los malos “al no admitir todo lo que se les ocurra.
Su política es de “compás de espera” ante un “cambio de escenario”.
Obama vuelve al “Garrote y la Zanahoria”; con un “Garrote de goma y en colores”, y la “Zanahoria saborizada al gusto”.
Tal parece que cree en el materialismo histórico y su ley fundamental: “el ser social determina la conciencia social” o sea; todo es negociable menos el Bloqueo.ordán
Si tú fueras Obama veamos que harías. Resulta que las relaciones con Cuba representarían anotarse “un punto” en política exterior por lo que ella significa en América Latina.