Il Commissario dei Diritti Umani in Honduras, statale, ha informato che tra il 2001 e il 2015 nel paese sono morte in maniera violenta almeno 63 persone legate ai media di comunicazione Di questi 63 casi di morte violenta dei comunicatori, il 95% è restato impunito sino ad ora, denuncia l’organizzazione in un comunicato.
Poco prima del Giorno Mondiale della Libertà di Stampa, il titolare dell’organismo umanitario, Roberto Herrera, ha chiesto alle autorità incaricate della sicurezza nel paese di adottare misure preventive per garantire il diritto alla vita e l’integrità fisica delle persone legate ai media di comunicazione.
Inoltre ha chiesto alle autorità che rendano effettive le misure cautelari sollecitate per proteggere la vita dei giornalisti e dei comunicatori sociali in Honduras.
Il Difensore del Popolo honduregno considera che l’impunità è una delle violazioni più frequenti nel paese centroamericano.
Inoltre ha sottolineato che la libertà d’espressione è una pietra angolare della democrazia perché favorisce il dibattito pubblico, la partecipazione cittadina e il controllo del potere politico.
Herrera ha indicato che quando si restringe la libertà d’espressione o di stampa, non solo si danneggia il diritto umano individuale per esprimersi, ma si colpisce anche il diritto collettivo della cittadinanza di ricevere informazioni e idee da parte dei media di comunicazione.
Dei 63 casi di morte violenta dei comunicatori, 55 sono stati assassinati con armi da fuoco, 3 con armi bianche e 2 strangolati; altri 3 con armi ancora sconosciute, segnala il comunicato ufficiale.
I dipartimenti Francisco Morazán (centro), Cortés e Yoro (nord) e Olancho (oriente) sono le quattro regioni che negli ultimi 15 anni hanno registrato gli indici più alti di uccisioni di persone legate a media della stampa.
Nel periodo di riferimento 18 persone vincolate ai media di comunicazione sono state assassinate in Francisco Morazán e 12 in Cortés,mentre Yoro e Olancho hanno registrato 5 morti ognuno .
Herrera ha lamentato che i giornalisti e i comunicatori sociali sono vittime della violenza delinquenziale che colpisce il paese centroamericano, dove ogni giorno muoiono ammazzate almeno 13 persone.
In Honduras persiste una situazione che violenta le libertà d’espressione e d’informazione, dice il comunicato.
Il Difensore del Popolo ha precisato che 20 persone legate ai media di comunicazione sono state assassinate tra il 2014 e il 2015.
Del totale di giornalisti assassinati negli ultimi due anni, 9 lavoravano nelle radio, 6 in televisioni, 3 erano padroni di canali di televisione, uno era un ex dirigente dell’Associazione della Stampa in Honduras e un altro lavorava come produttore di televisione e presentatore radiofonico.