L’uscita oggi del ministro di Pianificazione, Romero Jucà, dopo diffondersi una registrazione nella quale lui rivela i veri motivi dell’impeachment contro Dilma Rousseff, ha infiacchito il governo provvisorio del presidente del Brasile, Michel Temer.
Questa è una bomba che è scoppiata appena nella seconda settimana nel potere del governo interino e dovrà avere conseguenze gravi, apprezzò l’analista politico Kennedy Alencar, per chi la permanenza di Jucà nel governo risultava insostenibile.
In realtà, questo stesso pomeriggio, l’anche titolare del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB) annunciò che chiederà un permesso ed a partire da domani sarà separato del suo incarico, fino a quando la Procura si dichiari sul suo caso.
“Se la Giustizia dice che non ho commesso nessun crimine, come i miei avvocati ed io sosteniamo, sarà il Presidente che dovrà invitarmi nuovamente nel Governo”, manifestò Jucà, citato dal quotidiano digitale Brasil 247.
Nella conversazione con l’ex direttore di una filiale di Petrobras, il cui contenuto è stato diffuso dal quotidiano Folha de Sao Paulo, il ministro uscente suggeriva la necessità di interrompere il mandato di Rousseff per fermare un massacro, in allusione all’operazione anti-corruzione Lava Jato.
Il senatore Jucà è stato chi comandò il movimento decisivo per muovere l’ingranaggio che permise la votazione della richiesta di giudizio politico nella Camera dei Deputati e dopo, lo sbarco del PMDB nella Presidenza della Repubblica.
D’altra parte, il gruppo del Partito Socialismo e Libertà (PSOL) nella Camera dei Deputati annunciò che chiederà la prigione preventiva del ministro interino di Pianificazione.
“L’impeachment è stato usato come moneta di scambio per ottenere voti, offrendo protezione non solo nelle investigazioni di Lava Jato, bensì anche in altre in corso sulla corruzione”, manifestò il deputato federale del Partito dei Lavoratori (PT) Paulo Pimienta.