Michel Temer è investigato per corruzione. Il presidente interino del Brasile, Michel Temer, e altri membri del suo gabinetto sono accusati d’essere coinvolti in diversi reati.
Dei 23 nuovi ministri, che sono tutti uomini e tutti bianchi, 7 sono sotto investigazione per l’accusa di corruzione e altri 12 hanno ricevuto denaro e appaiono vincolati allo scandalo Lava Yato o Lava Auto, come si chiama uno schema di lavaggio di denaro attraverso distributori di benzina e impianti di lavaggio di veicoli con acqua a pressione.
Come fosse poco, Temer ha in cammino un giudizio politico per corruzione che sta nelle mani della Corte Suprema del Brasile.
Inoltre vari deputati e senatori che hanno votato a favore della sospensione di Dilma Roussef, un vero colpo parlamentare, giudiziario e mediatico, sono accusati o sospettati d’aver commesso reati diversi.
SOLO UNA MANCANZA AMMINISTRATIVA
Nessuno ha potuto vincolare Dilma ad azioni di corruzione o altri reati.
Il processo di sospensione è stato basato su manovre fiscali irregolari che costituiscono solo una mancanza amministrativa.
Il governo del Partito dei Lavoratori ha commesso questa mancanza nel 2014 e nel 2015 omettendo un rapporto su debiti pubblici e alterando dei risultati economici, fatti che non corrispondono a reati penali condannati dalla legge.
Temer, che la televisione CNN ha definito *una figura che piace a Wall Street*, ora è imputato d’aver firmato decreti di crediti supplementari.
Per questo, con tanta pressione politica contro Dilma, uno non può pensare altro su che sta succedendo ora in Brasile che è come se un ladro chiamasse la polizia e inoltre le gridasse “Acchiappalo!”