Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com
Non è guidare in senso inverso al traffico né mantenere una posizione rigida, ma ogni volta che si leggono notizie su accademici interessati al futuro di Cuba, viene in mente una domanda: perché questi brillanti specialisti non discutono le ragioni per le quali gli USA hanno progettato e mantengono una guerra economica contro quel popolo, i danni che gli hanno prodotto e produce alla sua economia, e quali iniziative possono loro fare per fare pressione sulla Casa Bianca al fine si eseguire concrete azioni per la sua eliminazione?
Un altro aspetto interessante è che gli incontri per l’analisi del futuro di Cuba non si fanno sull’isola, ma negli USA, da dove partono tutte le attività sovversive per distruggere la Rivoluzione e smantellare il socialismo, qualcosa che toglie merito al dibattito.
Qualsiasi tema relativo all’orizzonte cubano deve essere esaminato nel suo scenario naturale, per verificare la situazione reale e la edulcorata strutturata accademia in cui si trovano i responsabili di molte delle difficoltà attuali.
Il 26/05/16 si celebra a New York un evento organizzato dal Laboratorio d’Idee Cuba Possibile e dalla Washington Office for Latin America (WOLA), e le sue sessioni presso la Open Society Foundation.
Si dice che entrambe le istituzioni hanno apportato il finanziamento per tale attività, che evidentemente è in sintonia con le idee della rivista Cuba Possibile e del Dipartimento di Stato.
E’ noto che questa rivista ha una linea di opposizione al processo socialista e molte delle sue proposte coincidono completamente con la nuova tattica del governo di Barack Obama, per ottenere la desiderata transizione al capitalismo, ossia smantellare il socialismo.
Gli editori di Cuba Posible, provengono dalla rivista “Espacio Laical”, dell’arcivescovado dell’Avana, che abbandonarono per poterla realizzare dopo il ritorno dalla Spagna; luogo in cui tutto indica abbiano ricevuto la preparazione necessaria per la sua nuova linea editoriale.
I temi che saranno discussi durante l’evento di New York distribuiti in cinque seminari, in cui si trovano vecchi membri della Fondaziione Nazionale Cubano Americana, FNCA; analisti della Central Intelligence Agency, CIA; specialisti nella sovversione e altri accademici, che analizzeranno:
• Le prospettive di sviluppo per l’isola nei prossimi 15 anni.
• Variabili di benessere, equità e giustizia all’interno delle trasformazioni in atto.
• Visione di Cuba da diversi attori politici globali.
• Analisi della società cubana su diverse nozioni della partecipazione, uguaglianza, gerarchie, e i loro impatti sulle culture politiche esistenti nel paese.
• Coerenza delle trasformazioni e le possibili dinamiche ed influenze che introducono il potere, il possesso di conoscenze o le tipologie di attori coinvolti nel processo in corso che vive Cuba.
Nessuno dei temi affronta la situazione della guerra economica, causa principale dei problemi e deformazioni dell’economia cubana.
A quanto pare si dovrà ricordare ai partecipanti alcune linee di lavoro stabilite dal governo USA, con il coinvolgimento diretto della CIA, per far fallire il processo rivoluzionario, che si è mantenuto grazie allo sforzo ed intelligenza della massima direzione del paese e non è potuto essere distrutto dopo il crollo del socialismo europeo.
La prima cosa che dovrebbe prendere in considerazione è il motivo per cui la CIA progettò la guerra economica, quella che cercano, da 58 anni, convertirlo in un semplice “embargo”.
Secondo i documenti ufficiali declassificati, il 6 aprile 1960, l’allora Segretario di Stato per gli Affari Ibero-americani USAi, Lester D. Mallory, affermò in un memorandum: “Deve utilizzarsi prontamente ogni mezzo possibile per debilitare la vita economica di Cuba. Negarle denaro e forniture a Cuba per diminuire i salari reali e monetari, per causare fame, disperazione ed il rovesciamento del governo”. (Fonte: Foreign Relations Stati Uniti d’America, tomo VI, p 886.)
Il 18 gennaio 1962 il presidente JF Kennedy approvò il Progetto Cuba, in cui si affermava: “L’azione politica sarà supportato da una guerra economica per indurre il regime comunista a fallire nei suoi sforzi per soddisfare le necessità del paese, le operazioni psicologiche accresceranno il risentimento della popolazione contro il regime”. (Fonte: Foreign Relations USA, anni 1961-1963)
Un’analisi della CIA del 12 dicembre 1963 afferma: “Queste misure sono state in buona parte responsabili delle attuali difficoltà economiche di Castro, ma potrebbero adottarsi nuove ed efficaci misure di guerra economica”. (Fonte: Biblioteca JFK, fascicolo NLK. 47-104)
Per non lasciare dubbi sul fatto che la politica criminale del governo USA è la causa dei mali economici di Cuba, basta solo leggere le proposte di un cambiamento di politica nei confronti dell’Avana elaborate dagli accademici del Council on Foreign Relations, CFR, pubblicate nel 1999 in cui si espriessero: “L’opposizione degli USA alla Rivoluzione cubana ed il sostegno alla democrazia e lo sviluppo in questo emisfero, sono riusciti a far fallire le ambizioni cubane di espandere il proprio modello economico ed influenza politica”.
Tutto è ben spiegato senza il minimo imbarazzo.
Questi temi sono quelli che Cuba Possibile elude discutere e per avvolgere i suoi veri scopi, aggiustati all’attuale linea politica del governo yankee, istituzioni accademiche USA gli offrono lo spazio ideale perché esperti in sovversione possano presentare le loro direttive di lavorano mascherate sotto le mentite spoglie accademiche, ma con lo stesso unico obiettivo: quello di distruggere il socialismo a Cuba e instaurare, di nuovo, il capitalismo con misure neoliberali come hanno fatto in Argentina e presto in Brasile.
Ogni volta sono meno le cose che Cuba Possibile può nascondere e sempre dovrebbero ricordare che il processo cubano è diverso; per questo José Martí, ha dichiarato: “Solo colui che non conosce il nostro paese, o le leggi di formazione e il raggruppamento dei popoli può pensare onorevolmente ad una simile soluzione…”
Reunidos en Nueva York los “preocupados” por el futuro de Cuba
Por Arthur González.
No es conducir en dirección contraria al tráfico ni mantener una posición rígida, pero cada vez que se leen noticias sobre académicos interesados en el futuro de Cuba, viene a la mente una pregunta: ¿Por qué esos especialistas destacados no debaten las razones por las cuales Estados Unidos diseñó y mantiene una Guerra Económica contra ese pueblo, los daños que le han producido y produce a su economía, y qué pasos pueden dar ellos para presionar a la Casa Blanca a fin de que ejecutar acciones concretas para su eliminación?
Otro aspecto interesante es que las reuniones para análisis del futuro cubano no se hacen en la isla, sino en Estados Unidos, desde donde parten todas las actividades subversivas para destruir a la Revolución y desmontar el socialismo, algo que le resta méritos al debate.
Cualquier tema vinculado al horizonte cubano debe ser examinado en su escenario natural, para comprobar la verdadera situación y no la edulcorada académica estructurada donde radican los responsables de muchas de las penurias actuales.
El 26.05.2016 se celebra en Nueva York un evento organizado por el Laboratorio de Ideas Cuba Posible y por la Washington Office for Latin America (WOLA), y sus sesiones en la Fundación Sociedad Abierta.
Se dice que ambas instituciones aportaron el financiamiento para esa actividad, que evidentemente juega con las ideas de la revista Cuba Posible y del Departamento de Estado.
Es sabido que esa revista tiene una línea opositora al proceso socialista y muchas de sus propuestas poseen plena coincidencias con la nueva táctica del gobierno de Barack Obama, para alcanzar la deseada transición hacia el capitalismo, o sea desmontar el socialismo.
Los editores de Cuba Posible, proceden de la revista “Espacio Laical”, del arzobispado de la Habana, la cual abandonaron para poder conformarla después de regresar de España, lugar en el que todo hace indicar recibieron la preparación necesaria para su nueva línea editorial.
Los temas a debatir en ese evento neoyorquino fueron distribuidos en cinco paneles, en los cuales se encuentrán viejos miembros de la Fundación Nacional Cubano Americana, FNCA; analistas de la Agencia Central de Inteligencia, CIA; especialistas en subversión y otros académicos, que analizarán:
• Las perspectivas de desarrollo para la Isla en los venideros 15 años.
• Variables de bienestar, equidad y justicia dentro de las transformaciones en curso.
• Miradas que tienen sobre Cuba distintos actores políticos globales.
• Análisis de la sociedad cubana sobre diferentes nociones de la participación, la igualdad, las jerarquías, y sus impactos en las culturas políticas existentes en el país.
• Coherencia de las transformaciones y las posibles dinámicas e influencias que introducen el poder, la posesión de conocimiento, o los tipos de actores involucrados en el proceso actual que vive Cuba.
Ninguno de los temas aborda la situación de la Guerra Económica, causa fundamental de los problemas y deformaciones de la economía cubana.
Al parecer habrá que recordarles a los participantes algunas de las directivas de trabajo trazadas por el Gobierno de Estados Unidos, con la participación directa de la CIA, para hacer fracasar el proceso revolucionario, el que se ha mantenido gracias al esfuerzo e inteligencia de la máxima dirección del país y no pudo ser destruido posterior a la caída del socialismo europeo.
Lo primero que debería tener en cuenta es la razón por la cual la CIA diseñó la guerra económica, esa que intentan desde hace 58 años convertirla en un simple “embargo”.
Según documentos oficiales desclasificados, el 6 de abril de 1960 el entonces subsecretario de Estado para Asuntos Iberoamericanos de los EE.UU., Lester D. Mallory, afirmó en un memorando: “Debe utilizarse prontamente cualquier medio concebible para debilitar la vida económica de Cuba. Negarle dinero y suministros a Cuba para disminuir los salarios reales y monetarios, a fin de causar hambre, desesperación y el derrocamiento del gobierno”. (Fuente: Foreign Relations USA, tomo VI, p. 886)
El 18 de enero de 1962 el presidente J. F. Kennedy aprobó el Proyecto Cuba, en el cual se plantea: “La acción política será apoyada por una guerra económica que induzca al régimen comunista a fracasar en su esfuerzo por satisfacer las necesidades del país, las operaciones psicológicas acrecentarán el resentimiento de la población contra el régimen”. (Fuente: Foreign Relations USA, años 1961-1963)
Un análisis de la CIA del 12 de diciembre de 1963 afirma: “Estas medidas han sido en buena parte responsables de las actuales dificultades económicas de Castro, pero pudieran adoptarse nuevas y eficaces medidas de guerra económica”. (Fuente: Biblioteca JFK, caja NLK. 47-104)
Para no dejar dudas de que la política criminal del Gobierno de Estados Unidos es la causa de los males económicos de Cuba, solo basta leer las propuestas de un cambio de política hacia La Habana elaboradas por académicos del Council on Foreign Relations, CFR, publicadas en 1999, en las que expresaron: “La oposición de EE.UU. a la Revolución cubana y el apoyo a la democracia y al desarrollo en este hemisferio, lograron frustrar las ambiciones cubanas de expandir su modelo económico e influencia política”.
Todo está bien explicado sin el menor sonrojo.
Estos temas son los que Cuba Posible evade discutir y para envolver sus verdaderos propósitos, ajustados a la actual línea política del gobierno yanqui, instituciones académicas estadounidense le ofrecen el espacio ideal para que expertos en subversión puedan presentar sus directivas de trabajo, enmascaradas bajo el ropaje academicista, pero con el mismo y único objetivo: destruir el socialismo en Cuba e instaurar nuevamente el capitalismo, con medidas neoliberales como han hecho en Argentina y pronto en Brasil.
Cada vez son menos las cosas que Cuba Posible pueda esconder y siempre deberán recordar que el proceso cubano es diferente, por eso José Martí afirmó: “Solo el que desconozca nuestro país, o las leyes de formación y agrupación de los pueblos, puede pensar honradamente en solución semejante…”