Ci sono due maniere di abbordare questa iniziativa dell’OSA, e di agire di fronte a lei. Una consiste nel non accettare che Venezuela non stia rispettando la Carta Democratica dell’OSA, con l’aiuto di giuristi e dichiarazioni ai mass media, e che si cerchi di ostacolare la celebrazione della riunione proposta da Almagro, con mezzi legali attinenti al contenuto od al procedimento.
E se, nonostante tutto, l’accusa prospera e si svolge il Consiglio Permanente, tentare di riunire voti sufficienti affinché Venezuela non sia sospesa come membro dell’OSA, se non si ottiene la votazione qualificata a favore, che è richiesta.
Ma questi sforzi potrebbero essere inutili, come lo sono stati quelli diretti ad evitare che un gruppo di politici delinquenti spogliasse dal suo incarico la presidentessa del paese più grande e popolato del nostro continente.
C’è un’altra maniera di affrontare la questione. Può consistere in che un gruppo di Stati denunci l’obiettivo di abbattere il governo legittimo del Venezuela e distruggere l’esperienza di cambiamenti sociali a favore delle maggioranze che si incominciò nel 1999, e che l’OSA lo fa perché continua ad essere, come da quando si fondò, complice e subordinata degli Stati Uniti. E che in conseguenza si decida di boicottare le riunioni proposte e si inviti a tutti gli altri Stati latinoamericani e caraibici a fare la stessa cosa. Che alcuni Stati, in seguito a questi fatti, reiterino la loro proposta che sparisca l’OSA ed inizino azioni basate sull’obiettivo che si estingua questa organizzazione, o per difetto smettano di appartenere tutti gli Stati che lo considerino corretto.
Allo stesso tempo, che si diffondano in massa campagne dei movimenti sociali, associazioni ed istituzioni dei più diversi tipi ed orientazioni, unite dalla paura comune che tornino a retrocedere le società latinoamericane in qualità di vita e diritti sociali e politici, e per la decisione comune di agire a favore delle loro società e dei loro paesi. Gli obiettivi immediati sarebbero sconfiggere i golpisti reazionari che cercano di spogliare i paesi e consegnare le sovranità nazionali. La strategia sarebbe mobilitare e creare contemporaneamente coscienza, respingere ogni azione contraria ai popoli ed alla patria benché si dichiarino legittime, ed utilizzare tutte le forme di resistenza e di lotta che siano necessarie.
Questa seconda maniera di affrontare l’offensiva degli oppressori e degli Stati Uniti contro i popoli ci insegna l’unica strada che offre la possibilità di fermarli e sconfiggerli. Nessun lamento servirà a nulla. Se i popoli si mettono in moto, arriveranno ad essere invincibili e cominceranno a cambiare se stessi e le società.
di Fernando Martinez Heredia