Silvina M. Romano celag.org – Resistenze.org
Lo scorso 20 maggio i ministri degli esteri di Uruguay, Cile e Argentina hanno esortato un “rincontro nazionale” in Venezuela assicurando di non volere in nessun modo interferire negli affari interni, ma di sentirsi chiamati ad agire come mediatori a causa delle “crescenti tensioni tra il presidente Maduro e l’opposizione, che vuole la sua uscita dal Governo”(1).
Secondo Reuters, questa esortazione è stata resa pubblica nel momento in cui le Forze armate venezuelane compivano esercitazioni militari, lasciando dei dubbi su quanto potrebbero fare in appoggio al presidente. (2)
Per quanto riguarda la posizione dei ministri degli esteri, è significativo il modo in cui si fa riferimento con totale impunità al fatto che l’opposizione cerca l’uscita di Maduro dal governo. Questa sollecitudine, finora molto evidente nel governo USA e della destra spagnola (3), trova adesso eco in paesi del Cono Sud, cosa che dimostra un cambiamento importante nello scenario regionale sul quale bisogna fare attenzione. Al momento, è importante acclarare che l’appoggio alla posizione dell’opposizione venezuelana attenta alle basi della procedura della democrazia liberale (poiché Maduro è stato eletto dalla maggioranza dei venezuelani per mezzo di libere elezioni) e si realizza nel quadro della pressione dell’Assemblea Nazionale (dove l’opposizione è maggioritaria) per svolgere un referendum che permetta di estromettere il presidente dalla sua carica. Come bene è stato scritto e specificato, questo è poco probabile considerando i tempi istituzionali che richiede questo processo (4).
Per questo suonano con maggior vigore i “tamburi di guerra” dell’opposizione che ha trovato un forte alleato nella stampa internazionale che costruisce e diffonde una realtà sul Venezuela che è assunta come indiscutibile. Dal The New York Times fino al The Guardian, passando per El País, dedicano spazio nelle loro pubblicazioni per criticare, la maggioranza delle volte senza fondamento, il governo venezuelano. Il quotidiano El Mundo di Spagna, afferma che è ora che “la comunità internazionale intensifichi le pressioni diplomatiche e politiche (…) e isoli il regime di Maduro per obbligarlo a dimettersi (…) In caso contrario, esiste il rischio reale di uno scoppio della violenza”(5). Se davvero ci fossero preoccupazioni da parte della “comunità internazionale” sul futuro del Venezuela, dovrebbero per lo meno cercare di preservare la democrazia e smettere di invocare il rovesciamento del presidente di turno.
In quanto alla esercitazioni dei militari venezuelani, se quello che preoccupa è il potenziale ruolo delle FF.AA. venezuelane in processi “antidemocratici”, bisognerebbe considerare allora i seguenti dati che figurano nella dichiarazione al Congresso statunitense del Capo del Comando Sud, Ammiraglio Kurt Tidd, nel marzo 2016 dove si rendeva conto delle operazioni di questo Comando durante il 2015 in America Latina (6). Ricordiamo che le Forze Armate statunitensi sono forze straniere che “cooperano” in territorio latinoamericano. Di seguito ecco elencati alcuni obiettivi, programmi e attività, con aspetti che ci sembrano indicativi:
– Contrastare il Crimine Transnazionale Organizzato: sono stati realizzati addestramenti tattici in Guatemala, Honduras e El Salvador nel controllo delle frontiere; attività di posti di comando; appoggio in informazione; operazioni di logistica (p.27). Ci sarebbero seri dubbi rispetto a chi fanno riferimento affermando di voler “contrastare” questo di tipo di crimine, quando ciò che si percepisce nella regione è un suo esponenziale aumento insieme con un incremento della violenza.
– Cooperazione in Informazione sulla sicurezza: sono stati realizzati scambi, colloqui di specialisti e riunioni bilaterali con militari di Guatemala, Honduras, El Salvador, Colombia, Cile e Perù per migliorare la capacità nella raccolta di informazioni (p.27). Questo implica che, ad esempio, le FF.AA. degli USA hanno accesso diretto a informazioni di quello che avviene alle frontiere di questi Stati.
– Relazioni civili-militari: sono stati realizzati scambi con Brasile, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Guatemala, Perù, Colombia e Cile (p.27). Questi incontri di “formazione” possono esser anche intesi come “indottrinamento”, non solo in materia militare ma rispetto ai “valori” che bisogna proteggere – che spesso hanno poco a vedere con le necessità e desideri dei popoli latinoamericani.
– Assistenza Umanitaria: l’US Army South del Comando Sud ha realizzato 21 progetti nel 2015 per “rispondere a disastri naturali e altre crisi, rafforzare la sicurezza urbana e mantenere la stabilità in determinati paesi lungo la regione” (p.28). E’ fondamentale sottolineare che nel quadro dell’assistenza umanitaria c’è l’obiettivo di mantenere la “stabilità”. Questo solleva sospetti sul perché FF.AA. straniere possano decidere cosa è instabile e prendere decisioni in merito.
– Il programma Nuovi Orizzonti in Honduras: l’Air Force South del Comando Sud ha addestrato 120 militari e dispiegato una serie di compiti di assistenza umanitaria (p.31). Di fatto il Comando Sud ha la sua maggiore presenza in America Latina nella base Soto Cano, Palmerola, Honduras. Recentemente sono proliferate le denunce sul legame tra la militarizzazione dell’Honduras e la criminalizzazione di militanti e movimenti sociali.
– Cooperazione in scenari di Sicurezza: per condividere gli obiettivi di sicurezza nella lotta al crimine transnazionale organizzato è stato fornito addestramento ai paesi soci, con una presenza permanente di squadre di cooperazione in sicurezza in Belize, El Salvador, Guatemala e Honduras. Questo è stato realizzato con l’appoggio del corpo di Marines Colombiani per mezzo del Piano d’Azione di USA e Colombia (p.32). E’ centrale l’articolazione tra FF.AA. statunitensi e FF.AA. colombiane, di fronte ai Processi di Pace e considerando la vicinanza al Venezuela.
– Distaccamento di Marines: Il Marine Corps Forces South ha dispiegato 35 marines in Guatemala e Honduras in appoggio alle forze statunitensi del Comando Nord (p.32). I marines operano in Centroamerica come si trovassero in territorio statunitense.
UNITAS- Amphibiuos 2015: tra il 14 e 25 novembre 2015 circa 1000 militari di Brasile, Canada, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Perù e USA hanno partecipato in esercitazioni di addestramento di terra combinati a Ilha do Governador e Ihla de Marambia in Brasile, per migliorare le operazioni in assistenza umanitaria e in caso di disastri naturali. Queste esercitazioni finanziate dagli USA sviluppano e mantengono relazioni che migliorano la capacità delle forze di sicurezza di raggiungere gli obiettivi di sicurezza regionale desiderati (p.33). E’ indicativo il ruolo di primo piano del Brasile nelle esercitazioni di addestramento congiunto e quello relativo ai menzionati obiettivi, quali saranno questi? e desiderati da chi?
Tradewinds fase II: realizzato nel giugno 2015 in Belize, con la presenza di Canada e paesi dei Caraibi. Si tratta di esercitazioni di addestramento di campo combinati per combattere il crimine organizzato e promuovere le operazioni multinazionali. Hanno partecipato 400 militari in esercitazioni durate nove giorni e destinati all’addestramento in: comando e controllo, tattiche nella giungla, appoggio militare all’implementazione della legge, tiro istintivo, tra gli altri (p.33). Considerando che buona parte dell’addestramento dei militari di differenti paesi dell’America Latina si orienta alla lotta antinarcotraffico, è indicativo che il narcotraffico continui a crescere esponenzialmente nella regione. Vari think-tank statunitensi e accademici di questo paese avvertono sul fallimento e i tremendi danni “collaterali” della militarizzazione per combattere il narcotraffico.
Nell’agosto del 2015 è stato realizzata la Conferenza delle Marine Leader delle Americhe a Cartagena (Colombia) per promuovere lo scambio tra le forze navali dell’emisfero. Gli anfitrioni furono le marine degli Stati Uniti e Colombia e hanno assistito marine di 15 paesi dell’Emisfero (p.33). Si visualizza nuovamente in questo caso il legame USA-Colombia, che emana dal presunto “successo” del Plan Colombia per combattere il narcotraffico (o sarà il successo di combattere tutti quei gruppi, movimenti e soggetti che si oppongono al neoliberismo in Colombia?).
Altro evento annuale è stato il PANAMAX, nel quale sono state realizzate esercitazioni finanziate dal Comando Sud per garantire l’appoggio di 19 paesi alleati a Panama per la protezione di ciò che transita dal Canale e per “assicurare” la neutralità e sovranità di questo paese (p.35). La sovranità panamense lascia molto a desiderare e ciò che è chiaro è che gli USA continuano a controllare militarmente Panama.
Infine, ma molto indicativo nel quadro dei programmi di “Costruzioni di capacità per i paesi soci” sono state realizzate pratiche tra forze anti-terrorismo di USA e Brasile per operare in scenari complessi e gli USA hanno assistito le Forze Armate brasiliane per migliorare la loro preparazione ai Giochi Olimpici (p.34). Bisogna star attenti al ruolo che assumeranno la polizia e le FF.AA. di fronte alle prevedibili proteste durante le Olimpiadi, adesso che la destra si è appropriata degli apparati dello Stato di questo paese.
A questo dobbiamo aggiungere la preoccupante notizia sulla preparazione del Comando Sud dall’Honduras per una possibile invasione del Venezuela. Secondo rapporti, le Forze Speciali statunitensi concentrate nella menzionata base militare di Palmerola in Honduras, saranno trasportate per intervenire in Venezuela, come ha espresso Kurt Tidd in un documento firmato da esso a febbraio 2016 sotto il titolo “Operazione Venezuela Freedon-2” – che è la continuazione delle operazioni contro il Venezuela implementate durante la gestione di John Kelly come Comandante del Comando Sud (7). Chiaramente questo non appare nella dichiarazione al Congresso che abbiamo osservato, dove Tidd fa riferimento solo alla Forza dei Compiti Congiunti Bravo a Soto Cano: “ogni tipo di compiti vincolati alla lotta al narcotraffico, assistere in caso di disastri naturali e assistere la salute e altri aspetti di “sviluppo” (p.26). Inoltre, nell’Operazione Venezuela Freedom 2, si stabiliscono le azioni che deve sviluppare la Mesa de la Unidad Democrática (MUD) per facilitare l’intervento straniero in Venezuela e gli apporti che saranno dati dagli USA (8). Quest’ultimo può aiutare a dissipare i dubbi su “cosa ha a che vedere il governo degli USA con la destra venezuelana”.
L’altro dato è la possibile apertura di basi militari statunitensi in Argentina, nella tripla frontiera e Terra del Fuoco (9). Questo si aggiunge alle oltre 70 basi militari con presenza statunitense nella regione, in chiara continuità con lo scenario – suppostamente superato – della Guerra Fredda.
Ciò che abbiamo elencato fin qui non è ancora tutto rispetto alle vessazioni perpetrate contro il governo di Maduro e quasi per nulla è menzionata la presenza di forze militari straniere in territorio nazionale, come è il caso delle FF.AA. statunitensi attraverso il Comando Sud. Dall’altra parte, se ciò che preoccupa è lo “scoppio di violenza” e l’instabilità in Venezuela, i dati esposti ci portano a domandarci se non sarà proprio questo scenario quello desiderato dalle FF.AA. statunitensi e i suoi alleati per giustificare un nuovo intervento “in nome della democrazia” in America Latina.
Note:
1) Bisogna notare che questa posizione dei ministri degli esteri non coincidono necessariamente con la posizione di diversi settori politici in questi paesi. Per esempio, il 25 maggio rappresentanti dei partiti Socialista e Comunista del Venezuela e Uruguay si sono riuniti a Montevideo per stringere legami di unione. Alla riunione hanno partecipato dirigenti del Partito Comunista d’Uruguay e del Movimento di Partecipazione Popolare http://www.telesurtv.net/news/Toldas-socialistas-de-Venezuela-y-Uruguay-fortalecen-relaciones-20160525-0050.html
2) http://ar.reuters.com/article/topNews/idARL2N18H14S
3) http://www.celag.org/venezuela-los-nuevos-conquistadores-por-alejandro-fierro/
4) http://www.celag.org/la-presion-popular-inexistente-por-alejandro-fierro/
6) http://www.southcom.mil/newsroom/Pages/2016-Posture-Statement-to-Congress.aspx
7) http://www.voltairenet.org/article191879.html
8) http://coyuntura.sociales.uba.ar/objetivo-venezuela-nuestro-amo-juega-al-esclavo/