Mani che stringono il futuro

90_nSono passati più di trent’anni dal primo incontro tra il Comandante in  Capo  Fidel Castro Ruz e i leader ecumenici cubani del novembre del 1984.

Ieri  giovedì  14, nella riunione per la commemorazione del 75º anniversario del Consiglio delle chiese di Cuba  (CIC),  si è concretata ancora una volta la tradizione di dialogo e accordo sulle nuove sfide tra i rappresentanti delle istituzioni religiose e delle associazioni di fraternità  con la massima direzione del paese.

La lettura del reverendo  Pablo Odén Marichal, coordinatore della Piattaforma Intereligiosa Cubana, di un lettera d’auguri inviata dal CIC al leader della Rivoluzione nel suo 90º compleanno, che è stata ricevuta da Miguel Díaz-Canel Bermúdez, primo vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, è stata un momento di singolare simbolismo.

Il messaggio segnala le sfide dell’istituzione con il presente della Patria, che considera un modello di speranza, unità e pace, e sottolinea il ruolo di Fidel e la totale consegna della sua vita alla costruzione della società.

“Il CIC  ha chiesto di far giungere al Comandante una croce e una Bibbia, che significano l’impegno son i poveri, la giustizia  e la costruzione di un mondo migliore”, ha detto Joel Ortega Dopico, il suo Presidente.

Díaz-Canel gli ha a sua volta consegnato il libro “Fidel Castro Ruz: Guerrillero del Tempo”,  che raccoglie le conversazioni del leader con la giornalista  Katiuska Blanco.

Il  primo vicepresidente cubano ha fatto i suoi complimenti all’istituzione più vecchia del movimento ecumenico, impegnata dalla sua fondazione, nel maggio del 1941, con il popolo cubano e le sue lotte, con il lemma “Uniti per servire”,  per l’obbedienza a questo precetto della fondazione. contribuendo all’unità della nazione e alla cultura cubana ed ha invitato a continuare a lavorare per il rispetto tra tutte le religioni e la forgia della speranza e della pace.

Inoltre ha ringraziato per l’importante ruolo che realizza questa organizzazione nel perfezionamento del nostro socialismo e la mostra più recente la costituisce la partecipazione dei suoi membri e di quelli di altre religioni e associazioni di fraternità al processo di dibattito dei documenti del 7º Congresso del Partito.

Ortega Dopico ha rilasciato a Granma alcune dichiarazioni sul riflesso di questa cornice comune degli obiettivi futuri, prima d’iniziare l’incontro, ed ha riassunto le sfide del Consiglio nella marcia delle chiese verso la sostenibilità che esigono i momenti attuali con  l’appoggio alla comunità, l’attenzione all’infanzia, la gioventù e la terza età, il riscatto dei valori, il dialogo con tutti gli attori della società e la costruzione di chiese con una radice e un’identità cubane.

Il CIC arriva al suo 75º anniversario vincolato a 30 organizzazioni  internazionali,  il lavoro con circa 60 denominazioni cristiane  in Cuba e lo sviluppo di dieci programmi ufficiali con il Ministero del Lavoro, dell’Educazione, di Salute Pubblica, altri organismi dello Stato e organizzazioni della società civile.

“Una nazione non può avanzare se tutti i suoi attori non dialogano”, ha sostenuto ancora  Ortega Dopico.

“La chiesa cubana si è sviluppata grazie allo scambio con lo Stato, la collaborazione e  la cooperazione, perchè tutti abbiamo un interesse comune, che è il nostro popolo.

Hanno partecipato all’incontro Caridad Diego, a capo dell’Ufficio per l’Attenzione ai Temi religiosi del Comitato Centrale del Partito; Miriam García, direttrice di associazioni del Ministero di Giustizia e alti funzionari che si occupano di questi temi nel paese.

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