Raul Antonio Capote – https://lapupilainsomne.wordpress.com
Nel mondo di oggi quasi nulla è spontaneo, molto meno quello che accade in Internet e ancor meno sui social network digitali.
Ricordo i giorni prima della pubblicazione della denuncia conosciuta come ‘Le ragioni di Cuba’, nel 2011, il capitolo finale era pronto per andare in televisione, il 4 aprile, e dissi a Iroel Sanchez, penso che dovremmo stampare e salvare tutto ciò che appare su Google circa l’agente degli Organismi della Sicurezza dello Stato che apparirà nella denuncia; saggia idea, ore dopo della pubblica rivelazione contro i piani del governo USA e, specialmente, della CIA contro Cuba, migliaia di menzioni, centinaia di articoli, commenti, ecc, scritti da o su quell’intellettuale, apparentemente contro-rivoluzionario, ora conosciuto come combattente rivoluzionario, scomparvero, come per magia aveva cessato di esistere su Internet.
Attrezzature di lavoro dotate della necessaria logistica, gestite direttamente dai centri di operazioni di guerra psicologica dei servizi speciali USA, preparano e realizzano i piani contro Cuba, la voce prefabbricata, la calunnia, la falsa notizia, tutto è utilizzato per creare inquietudine e seminare la delusione, il dubbio, la paura, la confusione, le reti sociali sono ampiamente manipolate e si costruiscono leader di opinione spurie, che lavorano con falsi profili, gruppi di persino dieci persone condividono uno o diversi pseudonimi, alcuni di questi ciber-mercenari hanno diversi profili, veri maestri del pettegolezzo, delle dicerie, della menzogna sono emersi da questi ranghi.
Il tentativo di creare una blogosfera controrivoluzionaria non ha dato risultato, la creazione di una piattaforma cubana di blog e l’emergere di una blogosfera rivoluzionaria, ha convertito tale scenario in molto complesso per la CIA. La cosiddetta “Stampa Indipendente”, formata, addestrata e pagata dagli USA attraverso la Sezione di Interessi degli Stati Uniti all’Avana, non è mai riuscita ad essere credibile, screditata, sminuita, entrò in una crisi senza uscita e cessò di essere utile.
Si è anche cercato di costruire reti di info-comunicazioni all’interno del paese, utilizzando mezzi tecnici che potessero operare “in modo indipendente” dallo stato cubano, che non possano essere “controllati” dal Ministero delle Comunicazioni o dal Ministero degli Interni; in violazione di leggi nazionali ed internazionali.
Il cambio di strategia contro Cuba, motivato dal fallimento di più di 50 anni di piani per sconfiggere la Rivoluzione, si basa sulla creazione di una piccola e media classe borghese opposta alla Rivoluzione, ha lo scopo di organizzare settori socialdemocratici, neo annessionisti e plattisti, con persone scollegate dalla realtà del mondo in cui vivono e dal paese.
Gli imprenditori hanno spazio nel socialismo, gli innovatori, i razionalizzatori, che cercano risposte, iniziative a beneficio dell’economia nazionale, hanno il loro posto nell’Associazione Nazionale di Innovatori e Razionalizzatori (ANIR), per esempio, ed in ogni impresa statale cubana ci sono cellule di base di tale organizzazione. Lo Stato protegge e stimola l’iniziativa creatrice, che permette sostituire le importazioni, il socialismo ha bisogno dell’inventiva, della creatività, grazie a tale creatività il paese è riuscito a sopravvivere a mezzo secolo di aggressioni economiche.
Gli inventori e razionalizzatori rivoluzionari li muove l’altruismo, il desiderio di contribuire al benessere di tutti, allo sviluppo dell’economia nazionale, ed hanno giocato un ruolo di primo piano nella resistenza del nostro popolo.
Ma colui che l’Impero promuove dentro Cuba, è l’imprenditore individualista, l’uomo egoista, pieno di ambizione e senza scrupoli di alcun tipo. La nuova strategia promuove la cosiddetta “imprenditorialità” alla maniera dell’impresa privata, la stessa cosa con un nuovo nome, promuovere la self-made woman o self-made man (donna/uomo che si fa sa sé) del capitalismo.
Questa classe, questa nuova controrivoluzione ha bisogno di una nuova stampa, ha bisogno di una stampa d’affitto, comprare giornalisti, comprare coscienze, “convincere” alcuni con gli argomenti del pensiero neoliberale, con le insidie della fine della storia, dell’uomo di Musil, il nulla vale e il tutto è permesso del postmodernismo, il si salvi chi può, l’essenza della dottrina borghese primordiale.
Il Capitalismo non crede nell’essere umano lo disprezza e sfrutta, compra e vende, lo utilizza, sa come farlo, ha l’esperienza di secoli, sa come tirar fuori il peggio da lui.
Un prodotto tipico del sistema capitalistico è lo schiavo assunto, schiavo che “disprezza la Libertà; accenta come folli i ribelli, rivoluzionari, dissidenti; educa i propri figli in modo che sappiano obbedire, e si sente orgoglioso di tradire, anche, quelli che lottano per lui”. L’essere un mass consumer democracy (consumatore di democrazia di massa), del sogno d’oro, che crede che è libero quando in realtà mai, nella storia, è stato tanto schiavo.
La fitta rete di media e social network tessuta intorno Cuba, con alleati interni e collaboratori, gente che un giorno è capace di scrivere sulla stampa popolare rivoluzionaria, Granma, Juventud Rebelde, ecc, e il seguente sulla stampa nemica; gente capace di negare ciò che affermarono con forze ore prima, per convenienza; gente che pensa e scrive secondo i dettami di chi li pagare di più; gente che scrive per i media privati al servizio del capitale, ovviamente, per soldi, come ho detto, tutto questo ha un unico scopo: screditare lo stato rivoluzionario, indebolire i pilastri che sostengono l’istituzione rivoluzionaria.
Giovani quadri della UJC, FMC e PCC sono bersaglio di campagne ben organizzate, preparate meticolosamente, articolate da parte dei grandi media o da media digitali di ultima creazione, che agiscono insieme per costruire un’immagine negativa dei quadri rivoluzionari, degli intellettuali, degli artisti impegnati con il loro popolo e con la loro Rivoluzione.
Necessitano togliere dal gioco persone come Randy Alonso, Iroel Sanchez e tanti altri giornalisti, comunicatori sociali, che non affittano la loro vergogna ed il loro onore, hanno bisogno di screditarli con qualsiasi mezzo, per questo si avvalgono delle più basse risorse del giornalismo da paparazzi, li fanno bersaglio di satire sui social network, travisando quello che dicono ed usano, spudoratamente, la menzogna.
L’attacco mediatico contro le parole di Randy sull’ex cubano Ortega (lo stesso, Ortega, si è dichiarato ex cubano, o no?). Non ha altra giustificazione, era contro Randy la questione, dopotutto forse alcuni di coloro che hanno guidato la valanga di calunnie sono tanto ex cubani come Ortega, capaci di negare la propria bandiera, la propria storia e le loro radici.
Il bersaglio è la Rivoluzione, il bersaglio sono i suoi difensori, la strategia del golpe blando stabilisce come una delle sue regole fondamentali distruggere i pilastri basici che sostengono lo Stato. Non è quello che stanno cercando di fare?
Verità, mezze verità, vere e proprie bugie, calunnie, voci, il “meglio” dell’arsenale propagandistico controrivoluzionario, viene miscelato in una pesante bordata, mentire, mentire e tornare a mentire, il denaro fluisce dalle casse dell’Impero e ci sono anime che si vendono a buon mercato.
Il bersaglio è la Rivoluzione ed il suo immediato futuro, perciò non vogliono lasciare pietra su pietra, perciò cercano di seminare la confusione, lo scoraggiamento, la smobilitazione, perciò promuovono l’egoismo, la mancanza di fede, la bassa autostima nazionale.
I cavalieri dell’apocalisse cavalcano intorno all’isola, non importa il nome che portano, non importa il travestimento che si pongono, le maschere che utilizzano, sono i messaggeri della restaurazione del capitalismo, l’unico modo per distruggere la Rivoluzione e, infine, rubare l’anima di Cuba.
Disparan: El blanco es la Revolución
Por Raúl Antonio Capote
En el mundo de hoy casi nada es espontáneo, mucho menos lo que ocurre en Internet y menos aún en las redes sociales digitales. Recuerdo los días previos a la salida al aire de la denuncia conocida como Las Razones de Cuba en el 2011, el capítulo final estaba listo para salir en la televisión el 4 de abril y le dije a Iroel Sánchez, creo que debemos imprimir y guardar todo lo que aparece en Google sobre el agente de los OSE que aparecerá en la denuncia, acertada idea, horas después de la revelación pública contra los planes del gobierno de los Estados Unidos y en especial de la CIA contra Cuba, miles de menciones, cientos de artículos, cometarios, etc., escritos por o sobre el intelectual, supuestamente contrarrevolucionario, ahora conocido como combatiente revolucionario, desaparecieron, como por arte de magia había dejado de existir en Internet.
Equipos de trabajo dotados de la logística necesaria, dirigidos directamente desde los centros de operaciones de guerra psicológica de los servicios especiales de los Estados Unidos, preparan y llevan adelante los planes contra Cuba, el rumor prefabricado, la calumnia, la falsa noticia, todo es utilizado para crear zozobra y sembrar el desengaño, la duda, el miedo, la confusión, las redes sociales son manipuladas ampliamente y se construyen líderes de opinión espurios, que trabajan con perfiles falsos, equipos de hasta una decena de personas, comparten uno o varios seudónimos, algunos de esos ciber mercenarios cuenta con varios perfiles, verdaderos maestros del chisme, del rumor, de la mentira han surgido de esas filas.
La intentona de crear una blogosfera contrarrevolucionaria no dio resultado, la creación de una plataforma cubana de blog y el surgimiento de una blogosfera revolucionaria, convirtió ese escenario en muy complejo para la CIA. La llamada “Prensa Independiente”, formada, entrenada y pagada desde los Estados Unidos a través de la SINA en La Habana, no logró nunca ser creíble, desprestigiada, disminuida, entró en una crisis sin salida y dejó de ser útil.
Se ha intentado además construir redes de infocomunicaciones dentro del país, usando medios técnicos que pudieran funcionar de manera “independiente” del estado cubano, que no puedan ser “controlados” por el Ministerio de Comunicaciones o el Ministerio de Interior, violando leyes nacionales e internacionales.
El cambio de estrategia contra Cuba, motivado por el fracaso de más de 50 años de planes para derrotar a la Revolución, tiene como base la creación de una pequeña y mediana clase burguesa opuesta a la Revolución, se dirige a organizar sectores socialdemócratas, neo anexionistas y plattistas, a personas desconectadas de la realidad del mundo en que viven y del país.
Los emprendedores tienen espacio en el socialismo, los innovadores, los racionalizadores, que buscan respuestas, iniciativas para beneficio de la economía nacional, tienen su espacio en la Asociación Nacional de Innovadores y Racionalizadores (ANIR), por ejemplo, y en cada empresa estatal cubana hay células de base de esa organización. El Estado protege y estimula la iniciativa creadora, que permite sustituir importaciones, el socialismo necesita de la inventiva, de la creatividad, gracias a esa creatividad el país ha logrado sobrevivir a medio siglo de agresiones económicas.
A los inventores y racionalizadores revolucionarios les mueve el altruismo, el deseo de contribuir al bienestar de todos, al desarrollo de la economía nacional, y han jugado un destacado papel en la resistencia de nuestro pueblo.
Pero a quien promueve el Imperio dentro de Cuba es al emprendedor individualista, al hombre egoísta, lleno de ambición y sin escrúpulos de ninguna clase. La nueva estrategia promueve el llamado “emprendimiento” a la manera de la iniciativa privada, misma cosa con nuevo nombre, promover la self-made woman o self-made man del capitalismo.
Esta clase, esta nueva contrarrevolución necesita, de una nueva prensa, necesita de una prensa de alquiler, comprar periodistas, comprar conciencias, “convencer” a algunos con los argumentos del pensamiento neoliberal, con las argucias del fin de la historia, del hombre de Musil, el nada vale y todo se vale del postmodernismo, el sálvese quien pueda, esencia de la doctrina burguesa primigenia.
El Capitalismo no cree en el ser humano le desprecia y explota, lo compra y lo vende, lo usa, sabe cómo hacerlo, tiene la experiencia de siglos, sabe cómo sacar lo peor de él.
Un producto típico del sistema capitalista es el esclavo asumido, esclavo que “desprecia la Libertad; tilda de locos a los rebeldes, revolucionarios, disidentes; educa a sus hijos para que sepan obedecer, y se siente orgulloso de traicionar, incluso, a los que luchan por él”. El ser de la mass consumer democracy, del sueño dorado, que cree que es libre cuando en realidad jamás en la historia ha sido tan esclavo.
La densa red de medios y redes sociales tejida en torno a Cuba, con aliados internos y colaboradores, gente que un día es capaz de escribir en la prensa popular revolucionaria, Granma, Juventud Rebelde, etc., y al siguiente en la prensa enemiga, gente capaz de negar lo que afirmaron con fuerza horas antes, por conveniencia, gente que piensa y escribe según el dictado de quien le pague más, gente que escribe para medios privados al servicio del capital, claro, por dinero, ya lo dije, todo esto tiene un ‘único fin, desacreditar al estado revolucionario, debilitar los pilares que sostienen la institucionalidad revolucionaria.
Cuadros jóvenes de la UJC, la FMC y el PCC son blanco de campañas bien organizadas, preparadas meticulosamente, articuladas desde los grandes medios o desde medios digitales de última creación, que actúan de conjunto para construir una imagen negativa de los cuadros revolucionarios, de los intelectuales, de los artistas comprometidos con su pueblo y su Revolución.
Necesitan sacar del juego a personas como Randy Alonso, Iroel Sánchez y tantos otros periodistas, comunicadores sociales, que no alquilan su vergüenza y su honor, necesitan desacreditarlos a como dé lugar, para eso se valen de los recursos más bajos del jornalismo paparazzi, les hacen blanco de sátiras en las redes sociales, tergiversan lo que dicen y usan la mentira sin recato.
La arremetida mediática contra las palabras de Randy sobre el ex cubano Ortega (el mismo, Ortega, se declaró ex cubano, ¿o no?). No tiene otra justificación, era contra Randy el asunto, después de todo quizás algunos de los que encabezaron el alud de calumnias sea tan ex cubano como Ortega, capaz de negar su bandera, su historia y sus raíces.