Il Senato Federale del Brasile iniziò oggi l’ultima tappa del giudizio politico contro la presidentessa Dilma Rousseff, accusata di commettere un presunto delitto di responsabilità, ed esaurì le sue prime quattro ore di sessione in questioni di organizzazione.
Dichiarando aperti i lavori, il titolare del Tribunale Supremo Federale (STF) Ricardo Lewandowski -che dirige il giudizio – indicò ai legislatori che, tramutandosi in giudici, dovrebbero lasciare da parte, mentre sia possibile, le loro opzioni politiche, preferenze ideologiche ed inclinazioni personali.
Lewandowski ricordò che chi giudica deve agire in forma cauta ed attento alle conseguenze che possono derivare dai suoi atti, e rimarcò che la sua funzione in questa parte dell’impeachment si limiterà a vegliare perché si osservino tutte le regole del dovuto processo.
In questo senso, e rispondendo alla denuncia fatta dal senatore Lindbergh Farias, del Partito dei Lavoratori (PT) rispetto a che il titolare del Senato Renan Calheiros avrebbe detto che il giudizio culminerebbe il giorno 30, ha insistito sul fatto che non ci sono termini per terminare il processo, bensì solo per dare inizio allo stesso.
Il lunedì 29 comparirà davanti al plenario del Senato la Presidentessa che assumerà la sua difesa e potrà realizzare un allegato iniziale di 30 minuti, prorogabile a criterio del titolare del STF. Ogni senatore disporrà di cinque minuti per interrogare la mandataria che potrà o no rispondere alle domande.
Con posteriorità comincerà la discussione del caso con l’intervento della parte accusatrice, dopo la difesa e posteriormente ognuno degli 81 senatori, per un lasso di fino 10 minuti per ognuno.
Secondo mezzi di stampa, è previsto che il mercoledì 31 si realizzi la votazione nominale elettronica nella quale ogni membro del Senato Federale solo dovrà rispondere sì o no alla domanda di se considera che Dilma Rousseff violò la Legge di Responsabilità Fiscale.