Laura V. Mor https://nostramerica.wordpress.com
Come sempre all’inizio di settembre fin dalle prime ore della mattina Cuba si sveglia affaccendata. E’ l’inizio dell’anno scolastico e decine di migliaia di bambini in lungo e in largo dell’isola ricominciano le lezioni dopo le vacanze estive, tutti con la stessa allegria, quella di sapere di stare preparando il futuro.
Tutti noi abbiamo visto molti ritorni a scuola nei nostri paesi d’origine, ma vi posso assicurare che quello cubano non assomiglia a nessun altro. Con una divisa rossa, pantaloncini corti per i bambini e una gonna.pantalone per le bambine, e camicia bianca si vedono migliaia di piccoli con i loro zaini e cartelle dirigersi verso le scuole.
La prima cosa che attira l’attenzione del viaggiatore sono questi zaini leggeri portati sulle piccole spalle degli scolari. Siamo abituati a vedere bambini che portano pesi maggiori di quello che possono sopportare fin dal primo giorno di scuola.
A Cuba è diverso. Il materiale didattico e gli strumenti scolastici che i bambini utilizzeranno durante l’anno li aspettano sui loro banchi, forniti dallo Stato e organizzati dai maestri. E questo non solo per le scuole elementari … con nostra sorpresa, alle superiori, al pre-universitario e all’università ciascuno studente può contare su libri e quaderni già all’inizio dell’anno.
Stupisce anche la calma dei genitori. L’inizio dell’anno scolastico nella maggior parte dei nostri paesi significa dover comprare tutto il necessario per gli studi durante il mese precedente al primo giorno di scuola per evitare che i prezzi crescano. A Cuba si vedono i genitori che accompagnano i figli in questo giorno importante, senza lo stress derivante dalla responsabilità di affrontare le forti spese della scolarizzazione; quei genitori sanno che l’istruzione è gratuita nel più ampio senso della parola, includendo tutto quello che i figli utilizzeranno nell’anno scolastico, sia pure con le limitazioni imposte dal blocco, le matite e i quaderni, i libri che tutti mantengono con cura perché dovranno servire al bambino che l’anno dopo occuperà il loro posto in classe, compresa la garanzia di un pranzo che comprende sempre un po’ di proteine, quanto è possibile, dove non manca mai una banana, l’uovo o dei fagioli. La preoccupazione delle madri è di avere la taglia giusta della divisa, anche questa fornita dallo Stato a un prezzo politico. Sanno che tutti quei bambini avranno le stesse possibilità di accesso e lo stesso diritto a un’istruzione gratuita e di qualità, dove il figlio dell’operaio divide il banco con il figlio del deputato, del dirigente o di uno dei tanti eroi della Rivoluzione.
La Costituzione della Repubblica di Cuba sancisce che l’educazione è un diritto inalienabile del popolo, ma il blocco commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti compromette significativamente diversi settori della società, dell’economia cubana fra cui l’istruzione. Cuba deve pagare enormi tariffe di noleggio per poter trasportare gli articoli necessari al normale svolgimento della vita scolastica, sopportare un accesso limitato all’informazione scientifica e agli strumenti informatici che permettono di produrre materiali multimediali educativi, tanto per fare un esempio.
Ciò nonostante, l’istruzione è uno dei principali successi innegabili della Rivoluzione cubana, che infatti è stato riconosciuto dall’Unesco come uno dei sistemi educativi di maggior eccellenza latinoamericana e caraibica e un esempio per il mondo, perché è l’unico paese della regione ad aver raggiunto gli Obbiettivi del Millennio.
Cuba è uno dei 24 paesi (l’unico latinoamericano) che hanno raggiunto una percentuale nell’insegnamento elementare dell’80% o superiore prima del 1999 e l’hanno mantenuto fino ad oggi. In quell’anno il paese aveva già raggiunto più del 97% di scolarizzazione elementare e il 100% riguardo al tasso di alfabetizzazione degli adulti, senza distinzione di genere, fin dall’inizio della Rivoluzione, quando è stato dichiarato territorio libero dall’analfabetismo.
Il numero degli alunni per docente nell’insegnamento elementare, sicuramente stupirà all’estero quelli come me che hanno studiato con 35-40 compagni di classe; Cuba sta molto al disotto di questa media, con circa 10/20 studenti per docente, permettendo un maggiore apprendimento e utilizzo delle risorse.
Se pensiamo a Cuba come un paese bloccato dalla potenza storicamente egemonica del mondo, il successo è infinitamente maggiore: ma questo successo non è casuale, è il risultato della volontà politica sostenuta e della pianificazione statale che nell’ultimo anno ha destinato il 24% del bilancio pubblico, una cifra molto superiore alla media in qualunque parte del mondo.
Come canta Silvio Rodríguez: “a pesar de los pesaresa, como sea … Cuba va!” e l’istruzione ne è un chiaro esempio, qualcosa che continua a stupire noi che non abbiamo avuto la fortuna di studiare a Cuba.
(Resumen Latinoamericano,1.9.2016)